Eccoci alla quarta parte della storia della Ferrari F92A. Leggi la parte precedente
La pista francese di Magny-Cours, liscia come un biliardo, favorisce in qualche maniera le prestazioni della F92A. Il fondo regolare consente alla monoposto italiana di restare sempre ad un’altezza da terra costante, permettendo assenti meno rigidi rispetto ad altri circuiti del mondiale. In prova Jean Alesi stacca il sesto miglior tempo e Ivan Capelli l’ottavo. Il distacco di quasi 3 secondi dalla Williams di Mansell resta: ma, almeno, la Rossa si riaffaccia nelle posizioni che contano. La gara, entrata nella storia della Formula 1 per la famosa “lavata di capo” fatta da Ayrton Senna a Michael Schumacher, dopo il contatto che ha eliminato il brasiliano alla curva Adelaide, è pesantemente condizionata dalla pioggia. Un forte temporale costringe il direttore di gara ad esporre la bandiera rossa, con una nuova partenza quando la situazione meteo migliora.
In entrambe le fasi di gara Jean Alesi mostra tutto il suo talento, tra numeri da circo e tanto cuore sull’asfalto bagnato del circuito francese. Jean è in lotta con Mika Hakkinen che, paradossalmente, mette in imbarazzo la Ferrari con una Lotus 107 più competitiva della Rossa; entra comunque in zona podio quando un testacoda e il possibile fango raccolto alzano le temperature del suo V12, costringendolo al ritiro. Una vera beffa, l’ennesima, per Jean, che vede sfumare un buon piazzamento nella gara di casa. Stessa sorte per Ivan Capelli, con una F92A piantata sul dritto nonostante gli ultimi aggiornamenti aerodinamici provati nei test di Monza e Silverstone. Per l’italiano, che a fine gara dichiara di voler andare a Lourdes per provare a svoltare la stagione, un guasto alla centralina che lo mette fuori gioco.
L’ennesima doppietta Williams, con Nigel Mansell sempre più indirizzato verso la vittoria del titolo, testimoniano il valore della squadra inglese, mentre le parole di Claudio Lombardi sono la sintesi perfetta della gara della Rossa: “Da un punto di vista sportivo è stato un disastro, da quello tecnico un leggero passo avanti”. Il passo in avanti decantato da Lombardi dopo il GP di Francia non viene assolutamente confermato a Silverstone. Il tracciato inglese diventa il teatro del “Nigel Mansell Super-Show” con il pilota inglese dominatore totale di tutte le sessioni e, ovviamente, della gara. La Ferrari va incontro ad uno dei week-end più complicati di tutto il mondiale 1992. Già dalle prove del venerdì, che poi risulteranno decisive per la griglia di partenza in virtù della pioggia caduta durante il sabato, la F92 mostra tutti i suoi limiti. Il motore non è veloce e il telaio va sotto stress nei curvoni veloci del tracciato inglese. Le novità tecniche, con sospensioni differenti e un nuovo estrattore, sono riservate ad Alesi, che mette la sua Rossa numero 27 in ottava posizione, dietro alla Lotus di Johnny Herbert. A sorprendere è il distacco da Mansell, con il francese staccato di quasi 5 secondi (sì avete capito bene) dal pilota inglese. Anche Capelli, destinatario del solo estrattore nuovo ma soltanto nel sabato condizionato dal meteo, chiude lontanissimo. L’italiano non va oltre la settima fila e il quindicesimo tempo, mostrando ancora una volta molte difficoltà con la F92A.
In gara le cose vanno pure peggio. Capelli vede il traguardo con il nono posto finale, staccato di un giro da Mansell. Imbarazzante il confronto velocistico contro il V10 Renault della Ligier di Erik Comas da parte del V12 di Maranello. Nonostante diversi tentativi la velocità del motore della Rossa non permette a Capelli di attaccare il francese della Ligier. Paradossale il ritiro di Jean Alesi, “eliminato” dal suo estintore interno che si attiva durante la gara, costringendolo ad un mesto ritiro con la tuta tutta bagnata. L’ennesimo week-end da dimenticare per la Rossa che, ormai ad estate inoltrata, non trova mai uno sprazzo di sereno ma continua a vedere soltanto nuvoloso.
Nel frattempo, nelle stanze del potere di Maranello, Luca Cordero di Montezemolo prova a ricostruire un team che ha un bisogno estremo di una struttura solida. Viene trovato l’accordo con John Barnard, con il mago pronto a rientrare a Maranello dopo l’esperienza di fine anni 80. A Hockenheim Jean Alesi, tra mille difficoltà, porta in pista e anche fuori pista con un botto tremendo la F92A, per preparare il week-end di gara sul velocissimo tracciato tedesco. Out e ormai tagliato fuori dai test Ivan Capelli, messo ancora in disparte dal team che gli preferisce anche Larini per collaudare il sistema di sospensione attive della monoposto.
Quello che succede proprio in Germania, dove Alesi coglie un quinto posto polemico nei confronti della squadra, è incredibile per quello che succede nei confronti di Ivan Capelli, il quale sarà poi costretto all’ennesimo ritiro. Oltre a dover trovare il setup ideale durante il venerdì rispetto a chi aveva girato durante i test dei giorni precedenti, a Capelli non viene nemmeno sostituito il motore per le qualifiche del sabato. Una “distrazione” che costa cavalli in termini di prestazione pura per il pilota italiano che, infatti, non va oltre il dodicesimo posto in griglia. Come detto arriverà anche il ritiro in gara, per problemi al motore. Alesi invece, con un motore specifico preparto per i lunghi rettilinei del tracciato tedesco, coglie un insperato quinto posto confermato poi in gara, nonostante un passo non eccezionale che di fatto fa infuriare il francese per la scarsa prestazione della sua vettura. Con la Ferrari che ufficializza in chiave 1993 il ritorno di John Barnard e tratta con Ayrton Senna e Gerhard Berger, il team si appresta ad affrontare il week-end di Budapest.
Nella gara che elegge campione del mondo con cinque gare d’anticipo Nigel Mansell, la F92A coglie un misero punticino con Ivan Capelli e un ritiro per uscita di pista con Jean Alesi. Sull’asfalto sconnesso dell’Hungaroring le difficoltà telaio/motore della monoposto di Maranello vengono ancora una volta a galla. La vettura saltella in frenata e soffre di sottosterzo o sovrasterzo in base alle curve che i due piloti vanno ad affrontare. Alesi e Capelli conquistano il 9° e 10° posto in griglia, con il francese autore della sua prestazione migliore con la vettura da gara dotata di un V12 meno potente rispetto a quella “standard”. È ancora una volta il motore messo sotto accusa dai piloti per il scarso rendimento sia a bassi che alti regimi. Il punto conquistato da Capelli è soltanto una magrissima consolazione per un team che non vede l’ora di mettere fine al 1992 e, nel frattempo, prova a riorganizzarsi per la stagione successiva. L’unica speranza per concludere in maniera dignitosa l’anno è l’esordio nei test pre-Spa della F92AT dotata del cambio trasversale. Un debutto arrivato nel caldo di una tre giorni di agosto a Monza che, però, non porta nessun miglioramento significativo. Nonostante un retrotreno completamente rivisto, Alesi girà due decimi più alto rispetto ai tempi ottenuti con la vettura a cambio longitudinale. Apprezzandone comunque la buona stabilità al retrotreno, è lo stesso Jean a frenare ogni tipo di aspettativa verso la nuova monoposto: “Parliamoci chiaro, questo cambiamento non porterà a chissà quale miglioramento, apprezzo il cambio trasversale ma siamo troppo lontani dai top per credere che questo step possa darci qualcosa in più”.
A Spa-Francorchamps, per il GP del Belgio che anticipa di due settimane quello importantissimo di Monza, la Ferrari annuncia il ritorno in rosso del “figliol prodigo” Gerhard Berger dall’esperienza 1990-1992 in McLaren. Un rientro che, di fatto, mette fuori squadra Ivan Capelli, sempre più isolato in una situazione drammatica sportivamente parlando. A conferma di questa situazione, Alesi porta al debutto la nuova F92AT dotata del cambio trasversale e delle nuove sospensioni, mentre Capelli si accontenta della “solita” F92A. Le differenze tra le due versioni sono comunque minime, a causa della mancanza di trazione cronica che il francese lamenta anche sulla nuova versione. In qualifica Alesi stacca il 5° tempo mentre Capelli il 12°. La gara, su un asfalto reso viscido dalla pioggia, sembra sorridere ad Alesi, secondo nelle prime battute ma messo KO da un contatto con Mansell alla curva della Source, che mette fine ai sogni di podio del pilota francese. 20 giri dopo Capelli si ferma con l’ennesimo motore in fumo della sua stagione. La gara, entrata nella storia per la prima vittoria di Michael Schumacher in F1, porta ancora una volta una delusione all’interno del team. La pressione in vista della gara di Monza è elevata e la Ferrari sembra non riuscire a reggerla.
Immagini: ACTUALFOTO e Andrea Ettori
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