F1 | Ferrari F92A Story – Parte 3 – Europa agrodolce

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di Andrea Ettori @AndreaEttori
23 Febbraio 2022 - 10:00
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Ecco la terza parte sulla storia di una delle Ferrari più ricordate, la F92A. Leggi la seconda parte.

Il ritorno della Ferrari in Europa coincide con una prima tre giorni di test a Imola per preparare la gara in Spagna. Due gli obiettivi del team: provare le nuove modifiche sul V12 e migliorare l’efficienza aerodinamica. Si parte con Jean Alesi che scende in pista con un nuovo mono ammortizzatore, completando 70 giri ma con un incidente alle Acque Minerali che mette a termine la sua giornata di prove. Nello stesso momento Ivan Capelli completa 43 passaggi con qualche soluzione di motore differente soprattutto nella zona dei pistoni. L’italiano chiude a sua volta la sessione anticipatamente a causa di un problema al cambio.

Nei due giorni successivi, con anche Larini in pista, i piloti portano a termine il loro lavoro raccogliendo dati importanti in vista delle prime gare in Europa. È però la simulazione del GP iniziata alle 10.45 del mattino di mercoledì 15 aprile a far sorridere la Ferrari. Per la prima volta in stagione la F92A completa una gara senza nessun problema al V12 Ferrari. Per Alesi, autore anche di un discreto passo, così come per la squadra, una vera e propria boccata d’ossigeno. Interessante la comparazione fatta la settimana successiva tra la Ferrari e la Dallara della Scuderia Italia per valutare le reali caratteristiche del V12 versione 1992.

Con il motore “aggiornato” Pier Luigi Martini stacca un tempo rispettabile: ma soprattutto, al rilevamento della velocità di punta, si mostra 10 km/h più veloce rispetto alla Ferrari. Un vero contraccolpo per i tecnici di Maranello che, giorno dopo giorno, capiscono che il problema maggiore della F92A è il telaio. In Spagna, per il quarto appuntamento stagionale, Jean Alesi compie un vero e proprio miracolo che riporta ai tifosi alla mente le imprese di Gilles Villeneuve. Nelle qualifiche il francese di Avignone deve cedere il passo per la prima volta in stagione al suo compagno di squadra Ivan Capelli, 5° dopo (finalmente) delle qualifiche senza problemi. Per Jean, in difficoltà con l’assetto ma velocissimo nella sessione bagnata, l’8° tempo è comunque una mezza delusione. Nonostante questo, la versione leggermente aggiornata dei propulsori della Rossa sembra dare qualcosa in più alla F92. Ma è alla domenica, sotto una fitta pioggia, che Alesi compie l’impresa. Già dalla partenza, grazie anche ad una piazzola leggermente asciutta (con l’aiuto del ponte sopraelevato che collega box alla tribuna centrale), il francese scatta alla grande. Nel corso della gara però gli succede di tutto. Prima un contatto con Berger, che lo costringe ad un cambio gomme, poi quello con la Lotus di Mika Hakkinen che lo porta ad un testacoda. Una quarantina di secondi persi che però non costano il podio ad Alesi; che, senza tutte quelle vicissitudini, avrebbe potuto andare all’attacco del secondo posto di Michael Schumacher e forse anche al primo di un Nigel Mansell al top.

Lo stesso Jean a fine gara mostra a tutti la sua grande soddisfazione: “Questo terzo posto è migliore rispetto ai due secondi che avevo fatto nel 1990 con la Tyrrell, perché arrivato al termine di una gara dove mi è capitato di tutto”. Di ben altra fattura la gara di Ivan Capelli, decimo al traguardo e lontanissimo dalle prestazioni del suo compagno di squadra. Ad onore di cronaca va rivelato che i due ferraristi sono partiti con assetti totalmente differenti. Capelli con uno piuttosto scarico mentre Alesi con uno più carico (con un nolder in più sull’alettone posteriore). Un dettaglio non da poco che testimonia la differenza tra i due piloti della Ferrari.

A due settimane dal GP di San Marino a Imola diversi team approfittano della disponibilità della pista del Santerno per preparare al meglio, a suon di km e simulazioni gara, la quinta prova del mondiale 1992. Il debutto del cambio trasversale sulla F92A regala qualche nota positiva al team, nonostante le Williams e la McLaren di Senna anche dimostrino la propria superiorità. L’evoluzione D del V12 e la nuova benzina AGIP, provati insieme durante i test, sembrano funzionare e anche la monoposto con il trasversale è più guidabile rispetto a quella con il cambio longitudinale. Meno buone invece le notizie sul fronte aerodinamico, dove tutte le carenze sono state evidenziate dalle velocità di punta della F92A. Nemmeno la soluzione provata con il fondo parzialmente chiuso, come prova comparativa con quello classico e aperto, ha dato risultati interessati.

Insomma, dopo il podio di Barcellona la Ferrari si presenta a Imola con rinnovata stima ma poche possibilità di ripetere il risultato arrivato in terra spagnola. Una Imola rovente apre le porte ai protagonisti del mondiale 1992, con la Ferrari vogliosa di ripetere il risultato della gara in Spagna. Le due rosse di Alesi e Capelli conquistano la quarta fila dello schieramento, precedute dalle Williams, dalle McLaren e dalle Benetton. Solo la F92A versione qualifica adottata da Alesi ha il cambio trasversale, che il francese preferisce a quella longitudinale. Al sabato, però, nonostante i motori da qualifica disponibili per entrambi i piloti, Jean torna sulla monoposto da gara dotata del longitudinale, a causa di un problema su quella che aveva utilizzato al venerdì. La gara si trasforma nell’ennesima delusione per la Ferrari. Con Mansell vincitore del 5° di fila, Patrese suo fedele scudiero e Senna a podio nonostante un tremendo calo fisico causato del caldo sul finale di gara, Alesi e Capelli non vedono la bandiera a scacchi. Jean è costretto al ritiro dopo un contatto evitabilissimo da parte di Berger sulla salita che porta alla curva Piratella, che costringe entrambi al ritiro con Alesi furioso, appena sceso dalla sua F92A, nei confronti dell’austriaco. Ancora più sfortunato Capelli: partito con il muletto perché preferito alla vettura da gara, è costretto a risalire su questa dopo il giro di schieramento a causa di un problema al motore sulla T-Car. Il pilota milanese uscito di pista dopo 11 giri a causa del blocco dei freni posteriori della sua Ferrari. “Ho avuto un problema ai freni, mi si sono bloccati i posteriori e a nulla è servito modificare il ripartitore della frenata durante la gara”.

E dire che a Maranello il lavoro per portare tanto materiale tra cui il cambio trasversale, un nuovo fondo e la nuova sospensione posteriore, era stato fatto. Il risultato deludente di Imola lascia però l’amaro in bocca e si ripercuote ovviamente nei giorni successivi, in cui media e addetti ai lavori mettono in evidenza tutte le carenze della Rossa. Non è solo il discorso tecnico a tenere banco ma anche quello strutturale. La Ferrari è accusata di avere strutture non all’avanguardia, che non permettono alla squadra di sviluppare in maniera corretta le monoposto. I dati della galleria del vento sull’efficienza aerodinamica della F92A sono totalmente differenti rispetto a quelli che la pista dimostra. Inoltre anche il V12, non supportato a dovere dal telaio, paga qualche cv rispetto a Honda e Renault. Ultima ma non per importanza una voce che parlerebbe di un probabile siluramento immediato da parte di Maranello a Ivan Capelli.

L’ex Leyton House è l’uomo che paga maggiormente la scarsa competitività della monoposto, con risultati non all’altezza delle prestazioni che aveva dimostrato negli anni precedenti. La Ferrari smentisce subito le voci cercando di fare squadra, ma non troppo, attorno a Ivan. Intanto, a Imola e Fiorano, Alesi e Gianni Morbidelli scendono in pista per provare a migliorare l’efficienza della F92A. Jean prova ancora una volta il fondo parzialmente chiuso con scarsi risultati, mentre Morbidelli un sistema antispin per aumentare la trazione della Rossa. A Monaco, dove Ayrton Senna spezza il dominio di Nigel Mansell conquistando il 5° successo sulle stradine del Principato in un duello storico contro l’inglese negli ultimi giri di gara, la Ferrari affonda ancora una volta. Non lo fa in prova, dove Alesi grazie al solito coraggio che lo contraddistingue conquista un insperato 4° posto (con Capelli 8°). Alla sesta gara del mondiale la Ferrari ottiene quindi la miglior posizione in qualifica della stagione. Le F92A di entrambi i piloti sono dotate del cambio longitudinale e del sistema antispin, che viene giudicato positivamente. Al giovedì viene provato un nuovissimo differenziale a controllo elettronico che, però, viene messo da parte per il resto del week-end per evitare problemi di affidabilità. La gara, invece, è un vero sprofondo rosso. Alesi, dopo un discreto passo è costretto al ritiro dopo un contatto con Schumacher alla curva del Lowes, che danneggia la centralina dell’impianto elettrico e la gestione del cambio sulla vettura numero 27. Un vero peccato per Jean, che avrebbe potuto conquistare qualche punto mondiale. Paradossale e goffo quello che succede a Ivan Capelli. Il pilota italiano, dopo aver toccato una barriera e piegato la scatola dello sterzo, nel giro successivo perde il controllo della sua F92A fermandosi in un equilibrio precario sulle barriere della curva Rascasse. Un incidente davvero senza precedenti per come la macchina è riuscita ad “arrampicarsi” sul guard-rail.

Dopo sei gare e prima della trasferta in Canada, il bilancio della Ferrari è magrissimo, con soltanto 9 punti e un podio ottenuti. Le critiche ricevute mandano su tutte le furie Capelli, che si sfoga con la stampa dopo la gara monegasca. Ivan si sente tutelato e protetto dal team ma manifesta tutta la sua preoccupazione per una macchina davvero complicata. Inoltre la pressione di guidare per una Ferrari si fa sentire e le prestazioni così mediocri non lo rendono felice. A Montreal arriva il secondo podio stagionale, sempre con Jean Alesi, dopo una gara “noiosa” come dichiarato dallo stesso francese e vinta dalla McLaren di Gerhard Berger. Tutti i super big, Mansell, Patrese e Senna sono out e quindi tocca agli altri salire alla ribalta. Sono tre le F92A portate in Canada, con una di queste dotata del cambio trasversale utilizzato soltanto da Alesi durante le prove del venerdì. Il ritorno al longitudinale per il resto del week-end è dovuto dal fatto che la vettura a “T” non dà il vantaggio cronometrico sperato. In qualifica Alesi è 8° seguito da Capelli. Ivan vive un ennesimo week-end difficile, con una macchina che spesso lo porta oltre il limite durante le prove e che in gara lo sbatte violentemente contro il muro a causa di un cedimento meccanico.

Uno spavento enorme per il pilota italiano che, fortunatamente, esce senza conseguenze dalla monoposto. Alesi, come detto, conquista il podio con una gara attenta che sostanzialmente gli va incontro, grazie ai tanti ritiri davanti a lui. In un clima non serenissimo la Ferrari decide quindi di ritornare nuovamente in pista, in questo caso a Monza, per una sessione di prove private. Un test svolto a porte chiuse per evitare possibili “contestazioni” da parte di un pubblico che, dal 1990 ha smesso di sognare per la Rossa a causa degli scarsi risultati in pista; ma, anche, di una politica interna alla squadra che espone tutta la struttura a ogni tipo di commento. Gianni Morbidelli scende in pista al posto dei piloti titolari per provare diverse soluzioni aerodinamiche, tra cui un nuovo baffo anteriore che dimostra una buona efficienza. Infatti l’aerodinamica della F92A “stoppa” il V12 e le velocità rilevate sul tracciato brianzolo sono considerate soddisfacenti dai tecnici di Maranello. La Ferrari si prepara quindi alla trasferta di Magny Cours.

Immagini: Actualfoto e Andrea Ettori

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