A 59 anni e dopo 45 di carriera, il “Cinghio” ha deciso di appendere il casco al chiodo
Nel corso della conferenza stampa d’apertura del round italiano del WTCR ad Adria, Gabriele Tarquini ha annunciato il suo ritiro dalle competizioni al termine della stagione 2021.
A 59 anni e dopo 45 di carriera sportiva, la vita professionale del “Cinghio” aveva assunto connotazioni quasi eterne ma anche le storie più lunghe sono destinate ad avere una fine. Tarquini non ha escluso qualche comparsata sporadica nelle prossime annate, ma sicuramente il pilota di Giulianova non sarà più al via di una stagione completa in pista.
Le prime gare di Tarquini, nei kart, risalgono alla seconda metà degli anni ’70 e dopo una lunga trafila è arrivato in monoposto nel 1983. Propostosi come uno dei migliori prospetti italiani negli anni ’80, dalla F3 alla F3000, nel 1987 è arrivato il debutto in F1 nel Gran Premio di San Marino a Imola al volante di una Osella. Nel campionato mondiale il “Cinghio” non ha mai avuto modo di togliersi tante soddisfazioni, sempre alla guida di vetture poco competitive: un solo piazzamento a punti, in Messico nel 1989 al volante della AGS, e ben 40 mancate qualificazioni (di cui 25 bocciature nelle pre-qualifiche) che rappresentano un record assoluto.
Durante la sua carriera in F1 Tarquini ha intrapreso anche la strada del suo più grande amore motoristico, ossia le competizioni turismo. Presenze sporadiche a partire dal mondiale 1987 con le Gruppo A, divenute sempre più costanti col passare degli anni e col trascorrere della sua vita da pilota di monoposto. Entrato nel programma Alfa Romeo nel 1993, l’anno successivo ha compiuto la grande impresa di vincere il BTCC al volante della 155 TS Silverstone, al termine di una stagione ricca di polemiche e anche per questo leggendaria.
Dopo un’esperienza non molto positiva nel DTM sempre con il Biscione, nel 1997 Tarquini è passato a Honda gareggiando di nuovo nel BTCC ma anche nel campionato tedesco superturismo, prima di lanciarsi nella sfida della nuova serie europea nel 2001. Una stagione sfortunata, ricca di incidenti e problemi ma conclusa comunque al terzo posto grazie a ben nove vittorie in 20 gare, con un punteggio stile-USA che premiava largamente i piazzamenti.
Nel 2002 il ritorno in Alfa Romeo con un nuovo titolo l’annata successiva, nell’ETCC. Nel concitato e storico finale di Monza, Tarquini batté l’armata BMW rappresentata da Jörg Müller e Andy Priaulx. Il suo secondo stint con la Casa milanese sarebbe durato fino al 2005, primo anno del nuovo campionato del mondo turismo: una stagione particolare, segnata da un confronto con lo storico rivale Fabrizio Giovanardi che non giovò a nessuna delle due parti.
Una delle collaborazioni di maggior successo per Tarquini è stata quella con Seat, nata nel 2006. Dopo un paio di stagioni di assestamento, in un momento incredibilmente competitivo e combattuto per il WTCC, ecco un titolo sfiorato nel 2008 e vinto poi nel 2009 al volante della León TDI. Il ritiro della Casa spagnola alla fine di quella stagione ha reso poi impossibile il confronto con Chevrolet, assicuratasi le prestazioni di quello che forse è stato il più grande rivale del “Cinghio”, Yvan Muller.
Dopo qualche stagione in rincorsa, da pilota non ufficiale, a metà 2012 viene annunciato il ritorno di Tarquini in Honda per guidare la nuova Civic S2000 TC a partire dal 2013. La prima stagione iridata con Honda si conclude al secondo posto, seppur con un largo distacco da Muller campione, e con il debutto delle TC1 nel 2014 la corsa al secondo titolo diventa pressoché impossibile a fronte della devastante Citroën C-Elysée.
Nel 2016 l’unica stagione di Tarquini nel team Lada, che annuncia il proprio ritiro già alla fine di quell’anno. Sembra la fine per il pilota abruzzese, che a 54 anni inizia forse a sentire il peso dell’età. Nulla di tutto questo: c’è un nuovo interessante progetto nel mondo delle competizioni turismo ed è quello di Hyundai, che sforna la i30 N per correre nelle categorie TCR. Tarquini è il pilota di sviluppo della vettura e al debutto assoluto, nel campionato internazionale TCR 2017 a Zhejiang in Cina, è subito vincente. Nel 2018 il campionato mondiale manda in soffitta le costose e poco appetibili TC1 per far spazio alle più economiche TCR e Tarquini vince il primo titolo di una nuova epoca, il suo secondo iride, nell’amata e odiata Macao. A 56 anni il “Cinghio” è ancora sul tetto del mondo.
Il rapporto con Hyundai prosegue e nonostante il titolo del 2018 non venga più ripetuto Tarquini resta uno dei principali riferimenti delle competizioni a ruote coperte. Quest’anno il suo ultimo successo (finora) è arrivato in Spagna e seppur con un Jean-Karl Vernay in lotta per il titolo e bisognoso dell’aiuto dei compagni di squadra, potrebbe esserci spazio per un’ulteriore vittoria di uno dei migliori piloti turismo nella storia del motorsport.
Ecco le sue parole di addio: “Questo è un giorno che non avrei mai immaginato di vivere. Tutte le storie hanno un inizio e una fine, sono sufficientemente anziano per comprenderlo e quindi la mia vita di sportivo avrà fine dopo Sochi. Il WTCR è una serie incredibilmente competitiva e penso di avere dimostrato di essere ancora forte, anche se spesso mi manca la prestazione in qualifica. Tra le gare in Spagna e in Ungheria ho deciso di dire basta, è una decisione difficile, smettere a quasi 60 anni è complicato. Per me è importante comunicare questa decisione qui in Italia. Non voglio ringraziare coloro che mi hanno aiutato in questi anni perché sicuramente dimenticherei qualcuno, ma ho avuto la fortuna di condividere questo viaggio con grandi persone e ho avuto la fortuna di non perdere mai lo spirito e di divertirmi sempre.
Ora tutto questo finirà e ci sarà qualcos’altro, mi auguro sempre nel motorsport. Farò qualche test e qualche gara, sto cercando anche un accordo con Hyundai per il futuro. Volevo che Hyundai fosse l’ultima Casa della mia carriera perché insieme abbiamo svolto davvero un grandissimo lavoro. Siamo partiti da un foglio bianco e abbiamo creato la i30 N TCR, con la quale ho vinto la prima gara e il primo titolo per questa squadra. Ora mi concentrerò su queste ultime gare, dopo Sochi decideremo cosa fare dopo, non voglio smettere totalmente di correre perché le gare sono come una droga per me. Non voglio passare da tutto a niente, smetterò gradualmente. Ringrazio chi ha tifato per me e anche chi ha tifato contro di me, mi avete dato tutti la spinta a continuare”.
Immagini: Twitter, fiawtcr.com
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