Al debutto sulla Suzuki, “El Hombre” torna in vetta al mondo dopo sette anni battendo Savatgy in una finale tiratissima; Anstie festeggia il titolo SX2 nella serata di McElrath
Il Gran Premio del Sudafrica incaricato dell’onore e dell’onere di concludere il mondiale supercross 2025 non ha deluso le aspettative e i titoli, soprattutto quello della SX1, hanno vissuto uno spettacolare esito. Il confronto tra Jason Anderson e Joey Savatgy nella classe regina si è protratto fino all’ultima manche e il pilota del team Suzuki PMG è tornato in vetta alla montagna a distanza di sette anni dalla prima volta, mentre in SX2 Max Anstie ha messo il sigillo su un campionato dominato nella serata che ha visto comunque il ritorno al top di Shane McElrath.
SX1
Non è stato un 2025 facile per Jason Anderson. Dopo un buon inizio nell’AMA Supercross il pilota del New Mexico è stato costretto ad un improvviso stop dell’attività per problemi personali, rientrando per un National che tuttavia non ha mai seguito una strada luminosa; la successiva separazione da Kawasaki ha aperto al suo ritorno in Suzuki, costruttore che lo ha lanciato tra i professionisti ormai un decennio fa, e questa nuova esperienza si è aperta con il secondo titolo mondiale dopo quello raggiunto nel 2018 in sella alla Husqvarna ufficiale. La coronazione è arrivata grazie ad una tripletta al DHL Stadium di Città del Capo, in una serata pressoché perfetta.
A tenere banco è stata soprattutto l’ultima finale, iniziata con Anderson in vantaggio di due punti su Joey Savatgy dopo due vittorie subito davanti all’avversario. Il pilota del team Honda Quadlock è partito meglio e ha preso il comando, mentre Anderson si è dovuto liberare velocemente di Christian Craig prima di dare il via alla battaglia. Apparso dapprima nervoso, Anderson ha sferrato l’attacco ma Savatgy è riuscito a ritornare leader; il sorpasso decisivo, di forza, è arrivato al settimo dei 12 giri previsti con un incrocio di linee perentoriamente chiuso dalla Suzuki #21.
Apprezzabile in ogni caso la tenacia di Savatgy, autore della Superpole e in lizza per il titolo fino all’ultima bandiera a scacchi su un tracciato che per sua stessa voce non ha gradito molto. Al di là dell’ultima e tesissima frazione, da segnalare anche la formidabile rimonta con cui il pilota della Georgia si è riportato dal sesto al secondo posto in gara-2 per mantenere aperta la contesa, superando Jorge Zaragoza proprio all’ultimo giro. Un’altra stagione da amaro in bocca: per la terza volta negli ultimi quattro anni Savatgy è arrivato in corsa per il trono all’ultima manche, senza riuscire a centrare l’obiettivo.

Mai in gara Christian Craig, arrivato a -1 dai due avversari diretti ma finito a terra al primo giro in entrambe le gare sprint. Con un quinto e un ottavo posto all’attivo, le chance del californiano erano ormai ridotte al lumicino e difatti anche in gara-3 è rimasto ad osservare da lontano la risoluzione titolata, senza nemmeno troppo disturbare Anderson in un momento che invece avrebbe potuto rappresentare un colpo da kappaò. Pur sconfitto in campionato, della storia degli ultimi mesi di Craig si è già discorso e non è stato di certo un Gran Premio non in linea con i precedenti a modificare l’impressione che il campione AMA 250cc West del 2022 abbia ancora delle cartucce da sparare per concludere la sua carriera al meglio.
Sul gradino più basso del podio a Città del Capo si è attestato Colt Nichols, distante dai tre pretendenti al titolo ma costante con un terzo, un sesto e un quarto posto. Anche per lo scudiero del team Suzuki PMG buone sensazioni al rientro dall’infortunio alla mano e segnali positivi in vista del 2026, quando ritroverà Anderson e anche Ken Roczen sotto la stessa tenda.
Due quarti posti nelle sprint avevano offerto chance di podio anche a Luke Clout, ma nell’ultima finale l’australiano è andato assopendosi terminando solo ottavo. La sua quinta posizione assoluta è comunque il miglior risultato stagionale in SX1 del team Kawasaki Bud Racing, uscito con le ossa piuttosto ammaccate da questo campionato. Alle spalle di Clout i due piloti del team Rick Ware Racing, Devin Simonson (6-7-6) e Henry Miller (8-5-7). Da segnalare il terzo posto in gara-2 del già citato Zaragoza, capace di portare la Stark Varg elettrica su un podio parziale come fatto da Michael Hicks la settimana scorsa a Stoccolma in SX2.
La classifica finale incorona Anderson con 171 punti contro i 166 di Savatgy e i 154 di Craig, il cui -5 incassato in Australia per avere violato una bandiera medica non ha modificato l’esito della stagione. Quarto Roczen, grandissimo protagonista nei primi tre round ma fermato dall’accordo chiuso in anticipo con SX Global: l’ampio vantaggio maturato fino in Australia avrebbe reso la competizione per il titolo SX1 molto meno appassionante. Titolo costruttori a Suzuki con 211 punti davanti a Honda con 176.
SX2
Max Anstie aveva necessità di conquistare una manciata di punti per assicurarsi il secondo titolo mondiale SX2 in carriera e già in gara-1, senza sorprese, la contesa si è risolta grazie alla piazza d’onore conseguita. Una volta celebrato l’alloro il britannico ha cercato di prendersi anche l’en-plein per quanto riguarda le vittorie assolute, ma questa volta ha trovato sulla sua strada uno Shane McElrath più determinato che mai.

Sconfitto su tutta la linea da campione in carica, McElrath voleva togliersi la soddisfazione di cedere la corona con una prova caparbia e ci è riuscito, conquistando tutte e tre le manche in programma. Sempre molto impetuoso il pressing di Anstie, arrivato sempre in scia all’avversario, ma zero sbavature per la Honda #1 che ha portato a quota otto il conteggio di trionfi assoluti nella categoria dal 2022. Troppi, tuttavia, i buchi scenici di McElrath nel corso del campionato, a fronte della marcia indisturbata da 11 vittorie consecutive che ha seguito il britannico del team Yamaha GSM.

Serata poco ispirata per Coty Schock, chiamato ad un’impresa pressoché impossibile ma nemmeno capace di impensierire Anstie per qualche giro. Nelle due sprint l’alfiere di Rick Ware Racing è rimasto attardato in partenza registrando un quinto e un quarto posto, spunto migliore nella finalissima quando ha messo a referto una medaglia di bronzo sia parziale sia overall. Meno fortunato Enzo Lopes, quarto e terzo in apertura ma ritiratosi in finale dopo un’uscita di pista nelle prime battute.
In calando Cullin Park, quarto assoluto. Il pilota del team Motoconcepts aveva iniziato in spinta, superando Lopes per il terzo posto di gara-1, ma in seguito non è andato oltre una sesta e una quinta piazza. A completare la top 5 Kyle Peters (6-5-7), mentre l’altra Kawasaki Bud Racing di Cole Thompson ha chiuso una stagione deludente con un altro piazzamento mediocre, settimo nella riepilogativa con un ottavo, un settimo e un sesto di manche. Dopo due sprint nelle retrovie (nono e ottavo), Michael Hicks ha riportato la Stark al quarto posto nella finale più lunga archiviando un ottimo campionato.
215 punti è la quota da schiacciasassi che ha rimesso Anstie sul trono della classe SX2, mentre McElrath ha recuperato in extremis il secondo posto con 176 punti, superando Schock a 167. Quarto Park a 144, poi Lopes a 136 e Thompson a 120. Tra i costruttori è stato naturalmente un trionfo Yamaha, con gli stessi 215 punti di Anstie a fronte dei 185 di Honda.
Forte di un cospicuo vantaggio da difendere alla vigilia, Quadlock Racing ha conquistato il terzo titolo squadre in quattro anni con 565 punti precedendo abilmente Pipes Motorsports Group a 475 e Rick Ware Racing a 461. Yarrive Konsky ha messo ancora una volta assieme il quartetto complessivamente più competitivo e costante, pur mancando un titolo piloti e pur subendo una girandola sulla seconda sella della SX2.
A Città del Capo è calata definitivamente la saracinesca sul 2025 del grande motocross. La nuova annata è già dietro l’angolo e per quanto riguarda il WSX bisognerà attendere qualche settimana per iniziare a scoprire cosa sarà del 2026.
Classifica SX1:

Campionato piloti SX1:

Classifica SX2:

Campionato piloti SX2:

Immagine copertina: World Supercross
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