WRC | Rally di Finlandia 2004: tre marce bastano a Grönholm

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di Alyoska Costantino @AlyxF1
5 Febbraio 2023 - 13:52
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Nella stagione forse più difficile della sua intera carriera, Marcus Grönholm si regala quantomeno la gioia della vittoria nel proprio rally di casa.


Il 5 febbraio corrisponde al compleanno di uno dei volti più storici dell’era moderna del rally, uno dei massimi protagonisti di quella che è stata, secondo molti, l’ultima Epoca d’Oro del campionato WRC, a cavallo tra la metà degli anni ‘90 e i primi anni del nuovo millennio. Stiamo parlando di Marcus Grönholm, oggi cinquantacinquenne. 

Oltre 150 rally mondiali disputati, 30 vittorie, 61 podi, due titoli mondiali. Sono questi i numeri più significativi della carriera dell’uomo che è stato, fino a pochi mesi fa, l’ultimo campione del mondo finlandese nel mondiale rally. Da molti viene considerato uno dei pochissimi capaci d’impensierire il “Cannibale” Sébastien Loeb all’apice della sua carriera e i due allori conquistati, nel 2000 e nel 2002 (entrambi con la Peugeot), sono la prova tangibile di quelle che erano le capacità di “Magic Marcus”, specie considerando il livello della competizione rappresentato da leggende quali Tommi Mäkinen, Carlos Sainz, Colin McRae, Richard Burns e tanti altri. 

I tratti distintivi che l’hanno reso la leggenda che è oggi sono stati la guida estremamente aggressiva e brutale (spesso anche troppo, non è mistero che la costanza non sia mai stato il punto forte del finnico) ed il suo carisma. Le sue dichiarazioni al termine delle speciali (anche e soprattutto le meno fortunate) sono divenute famose quasi quanto le sue imprese sportive, specie per il suo umorismo schietto e pungente. 

Nell’immaginario collettivo, il suo periodo più ricordato è chiaramente quello a bordo dell’iconica Peugeot 206, la berlina due volumi erede della ancor più mitica 205. La compatta francese della generazione di fine anni ‘90 ha conquistato la bellezza di cinque titoli in cinque anni, i due allori piloti di Marcus e ben tre costruttori consecutivi tra il 2000 ed il 2002. Tuttavia, anche i mezzi migliori possono sentire il peso dell’età e nel 2004 la squadra Peugeot Sport puntò al cambio di vettura. 

LA PEUGEOT 307 CC 

Il successivo biennio 2004-2005 ebbe ben poco da spartire col quinquennio antecedente. In sostituzione della 206 venne schierata la 307 CC, la versione rally della nuova berlina coupé-cabriolet che la Casa del Leone aveva lanciato sul mercato l’anno prima. Rispetto alla 206 la nuova macchina appariva decisamente più grande sia nella lunghezza naturale (per via della sua “coda lunga”, tratto distintivo del modello) sia nel passo, aumentato da 2,4 metri a 2,6. Inutile dire che la manovrabilità non si rivelò il punto forte della 307. 

Il secondo tratto distintivo della vettura, quello che forse la condannò da subito all’oblio delle macchine da rally poco competitive, fu il cambio: per circa metà della prima stagione si optò per un sistema sequenziale a sole quattro marce, che se da una parte eliminava al pilota la fatica del lavoro con la leva permettendogli di concentrare tutte le energie al volante, dall’altra lo rendeva in balia di continui problemi tecnici per via della sua estrema fragilità. Solo in seguito si optò per un più consono sequenziale a cinque marce.

Ad aggravare ulteriormente la situazione della Peugeot fu la competizione interna nel gruppo PSA. Dal 2003 anche il marchio Citroën aveva iniziato a schierare una squadra full-time nella massima categoria del WRC e già durante la prima stagione di confronto diretto tra le due Case “sorelle” era stato il Double Chevron ad avere nettamente la meglio, grazie al modello Xsara WRC (erede della Kit Car F2 già capace di tenere il passo delle WRC su asfalto). L’ago della bilancia delle forze in campo (e probabilmente anche degli investimenti del gruppo) stava ora pendendo verso il team di Guy Fréquelin. 

È con queste premesse che la stagione 2004 di Grönholm comincia e sprofonda nel giro di pochi round: già al terzo evento dell’anno, in Messico, Marcus dichiara candidamente di “averne abbastanza di quest’auto” dopo aver perso il servosterzo dopo trenta chilometri dalla partenza del secondo giorno di gara, problema che gli era già capitato in Svezia. 

Un’altra vittoria sfuma in Nuova Zelanda per via di un differenziale capriccioso che rende difficoltosa la manovrabilità della 307 di Marcus e che permette a Petter Solberg di batterlo per appena 5”, ma la beffa maggiore di tutte la si raggiunge a Cipro dove Grönholm sopravvive vittorioso ad una frizione guasta, solo per venire poi squalificato per un’irregolarità alla pompa dell’acqua insieme al compagno Harri Rovanperä; irregolarità che, tra l’altro, aveva messo sub judice anche le Citroën Xsara, che però ne sono uscite pulite aggiungendo la beffa al danno e dando così un altro successo, stavolta a tavolino, a Loeb. 

Dopo una nuova batosta in Argentina, con Grönholm al suo terzo zero stagionale e a quasi 30 punti dalla leadership di Loeb in campionato dopo metà stagione, a questo punto è d’obbligo una reazione, quantomeno d’orgoglio. In programma, nel weekend del 6-8 agosto, vi è il secondo rally più importante del calendario dopo il Montecarlo: il Mille Laghi in Finlandia. Uno dei feudi per i rallysti nordici ed ovviamente una gara nella quale Grönholm ha eccelso durante tutta la sua carriera, debuttandovi nel 1989 e primeggiandovi in sette occasioni (recordman insieme ad Hannu Mikkola). 

GIORNO 1

È con queste premesse, e con sempre l’handicap di una 307 imprevedibile, che Grönholm si approccia alla gara di casa. A dare il via alle danze tra le betulle è il leader della classifica Loeb, il quale non è mai stato un grande fan di questa gara. La prima speciale del giorno lo conferma, dato che il futuro “Cannibale” paga quasi dieci secondi in meno di otto chilometri a Rovanperä.

Contro ogni pronostico sono le proprio le Peugeot del terzetto finlandese Rovanperä-Lindholm-Grönholm a dominare la prima parte del rally, dato che occupano tre delle prime quattro posizioni col padre del futuro fenomeno Kalle al comando, con tre speciali vinte su tre. A fare da guastafeste tra le 307 è la Subaru del campione in carica Solberg, terzo e davanti a Marcus. 

Le ambizioni del norvegese di rivincere in Finlandia si esauriscono alla quarta speciale, quando non riesce a controllare una derapata in uscita da una sinistra veloce finendo per incagliarsi su dei rami presenti a bordo strada, rischiando anche d’investire un gruppo di spettatori. Lo sforzo degli stessi per tirare fuori dai guai il pilota della Impreza sono vani: l’uscita di pista ha rotto il tirante destro dello sterzo e la gara di Solberg è già fortemente compromessa dopo quest’errore.

Questo lascia campo libero alle tre Peugeot nella lotta per la vittoria, che già nella sesta speciale di Ruuhimäki vede la propria prima vittima illustre. È proprio il leader Rovanperä a perdere il controllo in una veloce curva a sinistra, finendo così protagonista di un cappottamento rovinoso. La 307 #6 è conciata male, ma può ancora proseguire (seppur a rilento).

Grönholm agguanta, in un colpo solo, la sua prima speciale dell’evento e la testa del rally, anche se con soli 3”6 di vantaggio sulla terza Peugeot di Lindholm (il quale sta anche testando il cambio a cinque marce). Le successive quattro speciali permettono al bicampione del mondo di allungare ulteriormente il proprio vantaggio a 18”3 grazie ad altre tre vittorie in altrettante frazioni e al quinto posto nella Super speciale, conquistata invece da Markko Märtin su Ford. Ora sono le due Focus del team M-Sport, guidate dall’estone e da Janne Tuohino, ad inseguire le Peugeot; si ritira, invece, la seconda Subaru di Mikko Hirvonen proprio per un incidente nella prova all’interno dello stadio. 

GIORNO 2 

L’inizio del secondo giorno comincia sulla falsa riga del primo per la Casa del Leone, con Grönholm ancora in testa nonché velocissimo nell’undicesima prova e Lindholm che perde solo 0”8 dal compagno. 

La seconda battuta d’arresto per il team di Corrado Provera giunge però nella famosa prova di Ouninpohja, 33 chilometri contraddistinti dalle altissime medie e dai vertiginosi salti. A tradire Sebastian Lindholm, però, è un fosso esterno dalla quale cerca di salvarsi continuando ad accelerare, col risultato che la 307 non riesce a correggere la traiettoria, si cappotta e viene irrimediabilmente danneggiata. Resta solo Marcus, insieme al co-pilota Timo Rautiainen, a difendere i colori della squadra Marlboro, ma la vettura ha ancora in serbo un brutto scherzo ai suoi danni.

Nella SS13 si blocca la quarta marcia e Grönholm deve cedere tre secondi e mezzo a Märtin, divenuto ora il suo primo avversario con 42”3 di ritardo. Questo vantaggio, seppur cospicuo, può svanire in un nonnulla in caso di nuovo guasto della 307, che deve anche affrontare il secondo passaggio di Ouninpohja. 

Ma è qui che il potenziale calvario viene trasformato in grande impresa da parte di Marcus: mentre Solberg (ripartito grazie alla regola Super Rally) vince la velocissima speciale ed il finlandese Tuohino continua la sua personale battaglia contro Sainz per il quarto posto, il pilota di Kauniainen chiude con un impressionante quinto posto con una vettura dotata di sole tre marce. All’arrivo al checkpoint finale lui e Rautiainen sono raggianti: “Tre marce! Sono rimasto con tre marce per tutta la stage, e guardate che tempi! Potete dire a Corrado che tre marce bastano”.

“Bosse” tiene botta anche nella SS15, prima di poter finalmente contare sull’assistenza del suo team per le riparazioni. Il vantaggio su Märtin si riduce di ulteriori 5” e la prima guida di M-Sport è ora a soli 31” dalla vetta, mentre Sainz, sulla prima Xsara, paga già più di un minuto dal finlandese. In compenso, il “Matador” ha piegato l’altra Ford di Touhino, ora staccata 24”3 da lui. 

Tornato ad avere una vettura a pieno potenziale (si fa per dire, è pur sempre la 307), Grönholm torna ad aumentare il proprio vantaggio nei confronti di Märtin, che risale a 35”. Loeb, staccato 2’, riesce nel frattempo ad accodarsi al compagno Sainz superando nella generale Tuohino. 

GIORNO 3 

Per la terza giornata del Mille Laghi sono previste solo quattro speciali e l’unica cosa che a questo punto può impedire a Marcus di vincere è un nuovo guasto alla vettura, mentre Markko, più fiducioso sulla meccanica della sua Focus, può permettersi di spingere al 100%. La prova dell’estone, tuttavia, non è sufficiente a battere un Grönholm che, pur guidando in maniera leggermente più conservativa, riesce a concludere la terza mattinata con 41” di margine sul primo inseguitore. 

Märtin si arrende così alla velocità del finlandese e si accontenta del secondo posto, ma all’ultima prova c’è ancora spazio per un brivido all’interno del box Peugeot e nell’abitacolo della #5, con Grönholm leggermente largo e che mette la ruota posteriore destra sulla soglia di un fossato. Regna un silenzio quasi religioso all’interno della tenda del team rosso, fino a quando dalla radio non arriva il messaggio di Rautiainen: “Stage cleared”. Corrado Provera e tutta la crew del Leone esplode per la felicità, dopo una prima parte di stagione fatta quasi esclusivamente di tribolazioni e bocconi amari.

Anche per Grönholm il traguardo è un sollievo, anche se il pilota non risparmia nemmeno sé stesso da qualche piccola critica: “Sì, sì, è andata bene ma sono stato un po’ troppo cauto sul finale. Sono quasi finito in un fosso, perché sono entrato in curva troppo lento e non stavo accelerando”. 

Per “Magic Marcus” è la 16a vittoria mondiale, la prima di tre a bordo della 307 ma l’unica di tutto il 2004. La gioia della Finlandia, difatti, non sarà replicata per un altro intero anno, fino al Mille Laghi dell’anno successivo. 

Il calvario della 307 proseguirà per tutto il 2004 ed il punto più basso lo si raggiungerà proprio nel primo Rally di Sardegna, nella quale Grönholm e Rovanperä, afflitti dai guai tecnici, finiranno persino per mettersi a parlottare nel pieno di una speciale dei rispettivi problemi, con la vettura di Harri già a bordo strada. Col suo solito sarcasmo, ai microfoni durante la gara sarda il bicampione del mondo commenterà così la situazione: “Non lo so… sembra che non ci sia speranza. È stata la prima volta in cui sono riuscito a parlare col mio compagno di squadra durante la stage continuando poi la corsa. È un peccato che io non abbia portato del caffè”. 

È comunque certa una cosa: oltre che a parlare, Grönholm è stato un fenomeno al volante e la gara vinta in Finlandia nel 2004, nonostante le condizioni d’affidabilità avverse, ne è un esempio lampante. 

Fonte immagini: commons.wikimedia.com

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