A 66 anni il navigatore neozelandese torna nella classe regina del WRC nuovamente accanto ad Hayden Paddon, nove anni dopo l’ultima presenza
Nel service park del World Rally Championship è diventata quasi una battuta ricorrente: John Kennard è l’uomo che non va mai in pensione. E nel 2026, a 66 anni, il navigatore neozelandese tornerà davvero al vertice del Mondiale Rally, affiancando ancora una volta Hayden Paddon nella terza Hyundai i20 N Rally1.
Sono passati nove anni dall’ultima apparizione di Kennard nella classe regina, risalente al Rally Argentina 2017. All’epoca, il piano era quello di ritirarsi definitivamente al termine del Rally Finlandia, gara simbolica perché proprio in Finlandia aveva debuttato nel WRC nel lontano 1985. Ma problemi all’anca anticiparono l’uscita di scena, aprendo la strada a un cambio di copilota già a metà stagione.
Un ritorno rimandato, poi finalmente arrivato
La storia avrebbe potuto chiudersi lì. Ma la perdita del sedile Hyundai da parte di Paddon nel 2019, il passaggio di Seb Marshall ad altri programmi e una serie di eventi sfortunati – tra cui un incidente nei test e l’annullamento del Rally Australia per gli incendi – impedirono a Kennard di completare il suo ritorno al top.
Ora, finalmente, quel momento è arrivato. Nel 2026, Kennard e Paddon torneranno insieme nel WRC, condividendo il programma Hyundai con altri due equipaggi.
“Sì, è surreale,” ammette Kennard. “C’è sempre un po’ di timore nel chiedersi se si è ancora all’altezza. Ma il rapporto tra me e Hayden è forte. Lui è preoccupato per la mancanza di chilometri, io per il ritorno su una Rally1. Ma stiamo lavorando e le cose funzionano. Perché dovrei smontare tutto solo perché sono vecchio?”
Una partnership lunga quasi vent’anni
Kennard e Paddon lavorano insieme dal 2006. Da allora hanno disputato 167 rally, conquistando titoli in PWRC, ERC, APRC, oltre ai campionati neozelandese e australiano. Negli ultimi anni Paddon ha affiancato giovani navigatori, come Jared Hudson, ma l’esperienza di Kennard resta un valore chiave in vista di una sfida tanto complessa.
Nel 2026 sarà il navigatore più anziano del campo Rally1, con quasi vent’anni di differenza rispetto ad alcuni colleghi. Ma per Kennard l’età è solo un numero.
“C’è una pubblicità che dice: non smetti di fare le cose perché invecchi, invecchi perché smetti di fare le cose. Mi sento ancora attivo, lavoro, sono in forma. L’anca che mi aveva dato problemi è stata sostituita ed è perfetta. Quindi perché no?”
Il passo indietro del 2017 e ciò che è venuto dopo
Kennard non nasconde quanto sia stato difficile lasciare il sedile nel 2017, pur avendo preso quella decisione per le giuste ragioni. Guardare Paddon competere ai massimi livelli senza essere al suo fianco è stato più doloroso del previsto.
“Sapevo che prima o poi sarebbe successo. Gli avevo sempre detto che un giorno mi avrebbe superato per esperienza o età. Quando è successo, ho capito subito che avrei perso una parte enorme della mia vita.”
Nonostante questo, Kennard non esclude un nuovo passo indietro in futuro, qualora sentisse di rappresentare un limite per il suo pilota.
“Se vedessi anche solo un aspetto negativo nella mia presenza, sarebbe una conversazione da fare. Ma il livello di conoscenza reciproca che abbiamo è enorme. In Rally1, crescere in quel ruolo non è semplice.”

Un Paddon più maturo che mai
Nel 2026, l’obiettivo di Paddon non sarà quello di inseguire un titolo mondiale personale, ma aiutare Hyundai a diventare campione del mondo. Secondo Kennard, il neozelandese non è mai stato così completo.
“È un pilota più riflessivo. Non vive più ogni mancato risultato come una tragedia. Sa quando spingere e quando no. Questo lo rende migliore di quanto sia mai stato.”
Una maturità costruita anche fuori dall’abitacolo, tra attività imprenditoriali, sviluppo tecnico e una visione più ampia del proprio ruolo nello sport.

Un ritorno che ha il sapore della chiusura perfetta
Paddon e Kennard hanno già tre rally confermati nel 2026, a partire dal Rallye Monte-Carlo di gennaio. Cosa ci si possa aspettare resta difficile da prevedere, ma una certezza c’è: questo ritorno rappresenta un finale molto più degno per la carriera WRC di John Kennard.
Sempre che, prima o poi, decida davvero di smettere.
Immagini: Red Bull Content Pool
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