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WRC | Il Rally di Roma Capitale promosso nel Mondiale dal 2027

Autore: Edoardo Scialanga
@edosciala03 edoardo_scialanga
Pubblicato il 23 Settembre 2025 - 18:16
Tempo di lettura: 4 minuti
WRC | Il Rally di Roma Capitale promosso nel Mondiale dal 2027
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L’Italia tornerà ad ospitare il Mondiale Rally sulla terraferma e su asfalto dopo oltre un ventennio. Il Rally di Sardegna trasloca nell’ERC fino al 2030

Il World Rally Championship tornerà sulle strade della penisola italiana. A partire dal 2027 sarà infatti il Rally di Roma Capitale a rappresentare l’Italia nel calendario iridato, riportando così la massima serie su asfalto dopo oltre dieci anni di assenza. La notizia è stata ufficializzata martedì 23 settembre, con un accordo quinquennale tra ACI, FIA e WRC Promoter.

Il compromesso raggiunto prevede una fase di transizione: nel 2026 il WRC farà ritorno a Olbia, in Sardegna, mentre Roma resterà inserita nel calendario dell’ERC come banco di prova generale. Dal 2027 al 2030, invece, il Rally d’Italia si sposterà stabilmente nella Capitale, con la Sardegna che verrà accolta nel campionato europeo.

Roma come vetrina mondiale

Il nuovo Rally d’Italia si svilupperà sugli spettacolari asfalti del Lazio, con il fascino dei Fori Imperiali, del Colosseo e delle piazze romane come cornice unica.
Siamo convinti che questo accordo rappresenti la scelta migliore per il futuro del rally di vertice in Italia – ha dichiarato Simon Larkin, Senior Event Director di WRC Promoter. “Posticipare il debutto al 2027 ci permetterà di lavorare al meglio con FIA e ACI, per garantire il successo dell’evento già dal primo anno. Roma è una vetrina globale senza eguali e l’appoggio della Regione Lazio e del Comune è stato fondamentale per concretizzare il progetto”.

Quale location?

Ad oggi la location di quella che sarà la versione Mondiale del Rally di Roma Capitale è tutta un’incognita. Fiuggi è dal 2017 il faro della rassegna rallistica romana, con le prove speciali vere e proprie disseminate nei dintorni della famosa cittadina termale, più precisamente nelle zone di Canterano, Rocca di Cave, Subiaco e degli Altipiani di Arcinazzo con un’espansione geografica che si spinge fino all’Isola del Liri, con le zone di Roccasecca e Santopadre, svariati chilometri a sud-est di Fiuggi.

La conferma dell’itinerario che ha contribuito alla crescita esponenziale di questa gara è da considerarsi interamente sub-iudice, ma di sicuro avrà tanta considerazione in sede decisionale.

La soddisfazione dell’ACI

Grande entusiasmo anche in casa ACI. L’ex Generale Tullio Del Sette, Commissario Straordinario, ha sottolineato: “L’intesa raggiunta è un passo fondamentale per il nostro sport. Abbiamo siglato un contratto quinquennale che dà stabilità al movimento e pone le basi per uno sviluppo a lungo termine. Ringraziamo la Regione Sardegna per il sostegno offerto in tutti questi anni e accogliamo con gioia la Regione Lazio, nuovo partner principale dell’evento”.

Il Sub-Commissario Giovanni Tombolato ha aggiunto: “Il 2027 segnerà un cambio epocale con l’introduzione di nuove auto e regolamenti. Questo potrà permettere ai nostri piloti di competere al vertice, soprattutto sugli asfalti, terreno in cui l’Italia ha sempre avuto specialisti di altissimo livello”.

Un traguardo (stra)meritato

Contrariamente alle malelingue ed ai pregiudizi già circolanti sulla promozione di Roma nel WRC, è bene fare una doverosa premessa, specie per tutte quelle individualità che si prendono la licenza poetica di elargire spietati commenti prematuri senza, probabilmente, nemmeno aver mai visto il Rally di Roma nella loro vita. La gara romana sa benissimo cosa vuol dire crescere e “farsi le ossa“.

Dal 2017 è parte integrante del campionato ERC: nel 2026 diverrà il secondo evento con più presenze nella storia del Campionato Europeo (dietro solo al Rally Barum) da quando esso è stato rifondato nel 2013. Nel corso degli anni la rassegna rallistica romana si è guadagnata il rispetto di piloti ed addetti ai lavori attraverso gare emozionanti spesso incerte fino all’ultimo, emblematica l’edizione 2017, quella dell’esordio nell’ERC, quando il francese Bryan Bouffier sconfisse per appena tre decimi di secondo Kajetan Kajetanowicz, dopo due giorni di scambi intensi al vertice. Altre menzioni d’onore per le gare 2022 e 2025 che videro i trionfi di Damiano De Tommaso e Giandomenico Basso, entrambi successi maturati al termine di epiche battaglie sull’asfalto romano.

In ultima analisi il Rally di Roma non sta rubando niente a nessuno e tutto quello che ha ottenuto lo ha guadagnato sul campo credendo nel ruolo della gavetta ed ha il diritto di misurarsi (e anche di sbagliare) con la massima categoria rallistica esistente. A loro il compito di crescere, senza fretta.

L’approvazione FIA

Soddisfazione condivisa anche dalla FIA, con Emilia Abel, direttrice Road Sport: “Il futuro a lungo termine di uno degli eventi più storici e significativi è stato rinnovato. La Sardegna ha offerto rally spettacolari negli ultimi anni e sono certa che l’edizione 2026 sarà altrettanto emozionante. Siamo felici di collaborare con ACI e WRC Promoter per la preparazione del nuovo evento a Roma”.

Italia divisa tra passato e futuro

Il passaggio di consegne tra Sardegna ed ERC da un lato e Roma e WRC dall’altro apre dunque una nuova pagina nella storia dei rally in Italia. L’Isola manterrà un ruolo di primo piano a livello europeo, mentre la Capitale diventerà il palcoscenico internazionale per eccellenza.
Un doppio binario che testimonia la vitalità del movimento e la sua capacità di rinnovarsi, senza dimenticare le radici.

Nota: la promozione a round WRC del Rally di Roma Capitale resta soggetta all’approvazione finale della FIA e di WRC Promoter in base a location, prove speciali e struttura organizzativa.

Immagini: Red Bull Content Pool

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