WRC | Elfyn Evans sul suo infortunio in Estonia: “Mi avevano dato un anno di stop”

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Federico Benedusi @federicob95
17 Aprile 2020 - 10:00
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Anche il WRC sta attualmente osservando una sosta forzata per il Coronavirus, ma con tre rally già all’attivo è uno dei campionati ad avere dato le maggiori indicazioni “sul campo” per questa difficile stagione 2020. Uno dei grandi protagonisti di questo inizio di stagione è senz’altro Elfyn Evans, passato da Ford a Toyota e da subito velocissimo al volante della Yaris WRC, all’interno di un team di fuoriclasse assoluti composto anche da Sébastien Ogier e Kalle Rovanperä.

Dopo essersi giocato la vittoria fino alla Power Stage a Montecarlo, concludendo al terzo posto, Evans si è nettamente imposto nell’accorciato Rally di Svezia concludendo poi quarto in Messico, più che altro a causa della sua posizione di apripista nella prima tappa. Risultati a sorpresa ma non troppo, poiché il pilota gallese si era già messo in mostra a più riprese al volante della Ford Fiesta, soprattutto nelle ultime tre stagioni. Se in tanti consideravano la sua dominante vittoria nel Rally del Galles del 2017 dovuta soprattutto alla differenza di pneumatici, DMACK contro le Michelin di tutte le altre WRC Plus, le attuali prestazioni del figlio d’arte hanno fatto inevitabilmente ricredere tutti gli scettici.

In questi giorni di stop, Evans è tornato su un episodio che avrebbe potuto anche compromettere la sua carriera. Nel corso del Rally d’Estonia dell’anno scorso, un atterraggio piuttosto violento dopo un salto è costato al gallese un infortunio ad una vertebra che lo ha costretto a rimanere fermo per un paio di mesi e a disertare così ben tre rally iridati. Evans ha raccontato alcuni retroscena al magazine Auto + Medical, di proprietà della FIA, svelando che in realtà il suo stop sarebbe dovuto durare molto di più.

“Quando mi è stato detto che avevo una frattura alla schiena, presso la clinica Harris & Ross, non ho realizzato appieno cosa significasse e quali potessero essere le implicazioni. Quindi sono tornato al centro medico Red Bull, che mi ha organizzato una TAC presso la stessa clinica per avere un’idea più chiara di quanto potesse essere complicato questo infortunio, e mi sono confrontato con un consulente medico competente”.

Un infortunio piuttosto serio, visti i responsi dei medici: “Il consulente mi ha detto che essendo io giovane, in forma e in salute, non avevo necessità di essere operato perché questo avrebbe causato altri problemi più avanti nella mia vita. Anche se l’operazione avrebbe accelerato il mio processo di recupero, realisticamente sarei dovuto rimanere fermo per 12 settimane senza fare nulla, eccetto qualche esercizio di stretching. Quando mi hanno nominato le 12 settimane, ho detto di non voler attendere così a lungo! Harris e Ross hanno fatto un ottimo lavoro, supportandomi e facendomi fare esercizi, ma mi dissero altresì che avrei dovuto aspettare un anno e io non ero felice, volevo tornare in macchina molto prima”.

Evans si è dunque sottoposto ad un trattamento di elettrostimolazione per tre volte al giorno, oltre alle consuete sedute di esercizi presso la clinica di fisioterapia: “Mi hanno detto che usare un busto avrebbe allungato i tempi di recupero, perché avrei perso molta forza fisica. Ma senza di quello avrei dovuto prestare molta attenzione. Quindi l’unico esercizio che potevo svolgere era la cyclette, peraltro in una posizione decisamente eretta per tenere sotto controllo la mia postura. La facevo tutti i giorni, più o meno, insieme ad altri esercizi utili per la forza e per supportare la mia schiena il più possibile”.

E dopo appena otto settimane, questa “cura” ha permesso a Evans di tornare a correre: “Ho fatto pressione a Harris e Ross per persuadere il consulente medico a vedermi in anticipo rispetto a quanto pianificato. Dopo l’ecografia, incredibilmente, ero quasi totalmente recuperato e pronto per salire in macchina”.

Tornato in gara proprio nel rally casalingo in Galles, Evans ha portato a casa un quinto posto chiudendo poi sesto in Catalunya. Piazzamenti che non gli hanno consentito di conservare un quarto posto iridato che avrebbe invece meritato appieno, ma che sono serviti da “antipasto” per l’ottimo 2020 che sarebbe venuto. Quando si potrà tornare finalmente ai campi di gara, Evans sarà di sicuro un pilota da tenere in considerazione, anche in ottica iridata.

Immagine copertina: Red Bull

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