World SX | Roczen e il mistero del test antidoping di Melbourne: parla il suo agente

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di Federico Benedusi @federicob95
5 Dicembre 2022 - 11:13
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Steve Astephen smentisce il rumor secondo cui Roczen avrebbe disertato il test post-Melbourne e spiega il malinteso verificatosi con la FIM

Anche nella pur breve off-season del motocross, Ken Roczen continua in un modo o nell’altro a far parlare di sé. In attesa di una decisione del pilota tedesco sulla moto con cui gareggerà nel Supercross AMA 2023 (e il recente infortunio di Brandon Hartranft potrebbe far pendere ancora di più la bilancia verso una Suzuki…), la scorsa settimana si è diffuso un rumor di mercato che ha coinvolto più o meno direttamente, ma in maniera alquanto scostante, anche lo stesso Roczen.

Whiskey Throttle Media infatti ha riportato come Chase Sexton avrebbe già firmato per il team KTM con decorrenza 2024. Una voce di corridoio supportata da altre fonti che indicano addirittura come il pilota dell’Illinois sarebbe arrivato all’accordo con Mattighofen ancora prima della fine del Supercross AMA del 2022, quindi a maggio. A corredo di questa notizia bomba, tuttavia, è stato indicato che KTM si sarebbe messa in contatto anche con Roczen per un clamoroso ritorno di fiamma, ma che la Casa austriaca avrebbe poi desistito essendo venuta a conoscenza della notizia di un test antidoping disertato dal pilota tedesco.

Nello specifico si torna a Melbourne, a ottobre, quando Roczen ha vinto il titolo mondiale Supercross nella classe WSX. Secondo quanto scritto da Whiskey Throttle Media, il pilota del team Honda Genuine Racing si sarebbe rifiutato di svolgere il consueto test antidoping sul posto e questo avrebbe indispettito KTM, come detto sopra. Situazione alquanto particolare poiché le misure della FIM sotto questo punto di vista sono alquanto rigide, tant’è che la Federazione Internazionale collabora nientemeno che con la WADA nella lotta contro l’utilizzo di sostanze proibite.

A chiarire quanto avvenuto è stato l’agente di Roczen, Steve Astephen, contattato da RacerX. Nell’intervista il manager ha definito come non ci sia stata alcuna violazione, anche se i programmi medici di un pilota di motocross e a maggior ragione il ben noto stato di salute del tedesco comportino l’utilizzo di sostanze piuttosto “borderline” anche se non incluse nella lista di quelle proibite.

“I giocatori di NFL e NBA conoscono le regole sul doping perché vengono loro esplicate ogni anno e ogni anno trovano il modo di rispettarle. AMA e FIM non fanno questo”, esordisce Astephen. “Ci sono ‘integratori di prestazioni’ che vengono usati quando non si corre da tutti i piloti. Tutti questi atleti, non solo Ken, sono sottoposti a forti stress da uno sport che si ferma solo per due mesi all’anno, il corpo è sempre sotto grande sforzo, così come le ghiandole surrenali e i livelli di cortisolo. I dottori, di solito, si prendono cura dei piloti durante la off-season e li rimettono in sesto. Ci sono tante pratiche legali che, tuttavia, se vengono svolte durante i weekend di gara possono essere considerate come dopanti. Se le svolgi fuori dalle competizioni, invece, non ci sono problemi. In tutti gli sport americani è così, tutti gli atleti sanno quando si possono praticare queste cose”.

Il nocciolo della questione, piuttosto grave invero, è che Roczen e il suo manager non erano a conoscenza del fatto che ci fossero effettivamente delle regole antidoping nel World SX: “Ken ha svolto il test antidoping, certo che lo ha svolto. Avremmo rischiato dieci anni di sospensione altrimenti. So come lavora la WADA, perché lavoro anche con atleti olimpionici. In Galles non ci sono stati meeting FIM e non abbiamo avuto spiegazioni sul coinvolgimento della FIM. Un manager e un pilota danno per scontato che se il pilota viene pagato più di mezzo milione di dollari per correre gare così, come anche Parigi, si tratta di un’esibizione. Non abbiamo ricevuto i premi previsti dal campionato. Non siamo venuti qui per vincere una serie.

L’organizzatore ha pagato Ken per correre, esattamente come fatto con Tomac. Abbiamo disputato due round, li consideravamo come due one-off. Ci consideravamo fuori dalla competizione perché Roczen corre i campionati AMA, non quelli FIM e neanche quelli australiani. Abbiamo corso a Cardiff e non abbiamo sentito mezza parola riguardo a controlli antidoping. Quando la NBA va a giocare in Cina non segue le regole NBA. Avrei dovuto chiedere perché gli organizzatori considerassero questo come un campionato, due eventi non fanno un campionato! In Galles non ci hanno avvisato di nulla e neanche a Parigi. Abbiamo svolto il nostro programma off-season con quanto prescritto dal dottor Lamay. Tutto è legalmente prescritto”.

Ignaro della situazione, dunque, Roczen ha corso pur seguendo il programma stabilito dal suo medico. Analizzando i fatti spiegati da Astephen, si può concludere come “Kenny” si sia letteralmente salvato in corner: “Abbiamo portato i medicinali in Australia, ho anche mostrato la boccetta all’antidoping. Non c’era niente da nascondere, è tutto legale. Poteva questo causare problemi? Certo, ma ho parlato a voce molto alta e ho mostrato tutto ciò che avevamo. Non siamo stati chiamati a partecipare ad alcun meeting a proposito di come questa serie avrebbe seguito regole WADA, perché la FIM collabora con WADA. Non sapevamo assolutamente nulla. Ho chiesto di poter contattare il dottore negli Stati Uniti, la boccetta non aveva alcuna etichetta sopra. Yarrive Konsky (proprietario del team Honda Genuine, ndr) ha cercato la lista dei farmaci proibiti e mi ha assicurato che questo non ci fosse. Non sapevo nemmeno se fosse legale o meno, perché queste sostanze vengono prescritte quando non si corre”.

Naturalmente la situazione di salute di Roczen, dovuta come noto ai tanti infortuni subiti negli anni scorsi, è differente rispetto alla maggior parte dei piloti: “Non si tratta di migliorare le performance. Lo pensavo anche io, ma non è così. I dottori non prescrivono queste sostanze durante il periodo delle gare perché possono dare sonnolenza o nervosismo. Ho chiesto a Ken che effetto diano questi medicinali e mi ha risposto che è come bere 20 tazze di caffè. Non è l’ideale, quando devi correre. Ti senti male all’inizio ma quando ti passa è un grande aiuto per il sistema immunitario. I dottori non prescrivono nulla di illegale, non penso vogliano finire in carcere! Se qualcuno pensa che i piloti assumano ormoni della crescita sbaglia, sarebbe stupido. A che serve un HGH per un pilota di motocross? Qui serve la resistenza, non la forza”.

Roczen, che utilizza anche un antiasmatico prescritto legalmente come uso terapeutico, ha svolto regolarmente il test a Melbourne e difatti la FIM non si è mai espressa riguardo un’irregolarità nei test antidoping dopo le gare australiane. Tuttavia, a lasciare alquanto interdetti è il “buco” organizzativo del pilota tedesco e del suo agente: Roczen ha disputato gare di un campionato mondiale (che a dispetto delle parole di Astephen è riconosciuto senza alcun dubbio come tale, sin dalla sua creazione) utilizzando sostanze di cui non conosceva nemmeno l’effettiva legalità e questo per un mero fatto di superficialità programmatica. La quale, in un certo senso, può avere analogie con il fatto che un pilota pluridecorato come il 28enne di Mattstedt sia arrivato a dicembre 2022 senza contratti in mano per la stagione ventura.

Immagini: WSX Media

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