Well done, Lewis

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
30 Ottobre 2017 - 00:15
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Game over. Il mondiale 2017 si chiude in Messico, tra le ali di una folla che meritava di essere il centro del mondo per un evento festoso dopo il disastro del terremoto di un mese fa, che ancora si legge negli occhi dei messicani.

Lewis Hamilton pareggia i conti con Sebastian Vettel ed entra nel club dei quattro volte titolati del quale fa parte, al passato, anche il Professore Alain Prost. 

Ogni mondiale è meritato da chi lo vince. Lo dico da sempre, ne sarò sempre convinto: indipendentemente dalla vettura, dalle fortune o dalle sfortune, chi vince un titolo è meritevole di tale successo ed è idiota qualsiasi ragionamento che possa delegittimarne la conquista.

È vero: Hamilton guida, dal 2014, la monoposto probabilmente più forte di tutta la storia della Formula 1. Ancora più della Red Bull indicata come unica giustificazione ai quattro titoli filati di Vettel. Come vedete, si torna a parlare sempre degli stessi argomenti. Si cerca di delegittimare senza capire che la Formula 1, da anni, è fatta di cicli e questi non sono colpa ma merito, di team e di piloti, di chi lavora sodo e fa meglio degli altri.

Sul chi meriti più o meno questi quattro titoli non voglio metter becco: ognuno ha le sue opinioni. C’è chi sostiene che Lewis non ne sia degno, chi crede che Vettel sia stato solo fortunato, chi non sopporta entrambi e via dicendo. Io mi limito a ritenere meritato qualsiasi successo raggiunto, perché altrimenti dovremmo riscrivere la storia di tutta la F1 in base a simpatie ed antipatie.

Su Lewis ho espresso più volte i miei dubbi in passato: altri li ho maturati ultimamente su Vettel. Se sei un campione totale non puoi permetterti di perdere un titolo da un compagno che tu e tutti ritengono inferiore a te, come successo a Lewis con Nico. E non si cerchi di delegittimare anche il titolo 2016, sminuendolo in qualsiasi modo.

Se sei un campione totale non puoi permetterti più di una stagione incolore: 2014, 2016. Vettel, dall’anno prossimo, non può più sbagliare una virgola. Esattamente come ha fatto Lewis quest’anno. Lo schiaffo del 2016 è stato fortissimo, e da lì la reazione è stata quella giusta. Il Lewis Hamilton versione 2017 ha poco a che fare con quello visto l’anno scorso, messo sotto pressione da un Rosberg inaspettato. Quest’anno l’inglese non ha sbagliato praticamente nulla, colmando le lacune che ne condizionavano i risultati con un alternanza preoccupante. Niente di tutto questo. Il quarto titolo è quello della maturità, sportiva e mentale, e probabilmente senza la delusione della passata stagione non avremmo visto questo ulteriore step nella carriera dell’inglese.

Ora non resta che festeggiare o rimpiangere ciò che non è stato e chiudere il libro 2017 per pensare subito alla prossima stagione. Sarà uno tra Seb e Lewis ad arrivare al quinto alloro oppure dobbiamo aspettarci qualcosa di totalmente nuovo, come il lancio della stella Verstappen o il ritorno tra i grandi di Alonso?

Troppo presto per dirlo, ma le premesse ci sono. Intanto well done, Lewis. Buona (meritata) festa.

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