WEC | Spa-Francorchamps: Toyota #8 vince tra sole e neve

di Federico Benedusi
federicob95
Pubblicato il 4 Maggio 2019 - 20:23
Tempo di lettura: 5 minuti
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WEC | Spa-Francorchamps: Toyota #8 vince tra sole e neve

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A Spa-Francorchamps, oggi, è andata in scena una delle gare più surreali nella storia del motorsport. Il penultimo appuntamento del WEC 2018-2019 si è corso in condizioni miste di sole e neve, fino ad arrivare alla grandine che ha chiuso i giochi con circa 15 minuti d’anticipo. Il successo, per il secondo anno consecutivo, è andato alla Toyota #8 di Fernando Alonso, Sébastien Buemi e Kazuki Nakajima, i quali hanno dato una stoccata forse decisiva al campionato a causa dei problemi accusati dalla gemella #7.

Al comando della corsa per metà distanza, la TS050 inseguitrice nella classifica mondiale è rimasta ferma ai box dopo un pit stop. Il team giapponese ha accertato un problema ad un sensore dell’ibrido e la vettura #7 ha perso cinque giri, riuscendo poi a rimettersi alle spalle le sole LMP2. Una scarsa gestione dei pit stop da parte di Toyota nel corso della prima ora, quasi interamente neutralizzata a causa della neve, ha vanificato anche il duello in pista tra le due LMP1 ibride, con la #8 ritrovatasi a 50 secondi dall’avversaria per avere effettuato un rabbocco di carburante aggiuntivo in regime di safety car.

Tra le LMP1 non ibride ha svettato la Rebellion #3 di Berthon/Laurent/Menezes, davanti alle BR1 del team SMP Racing. Terzo posto per la #11, con Stoffel Vandoorne subito sul podio al fianco di Mikhail Aleshin e Vitaly Petrov, quarta la #17. Il testacoda di Bruno Senna dopo circa quattro ore e mezza, in regime di safety car, ha retrocesso la Rebellion #1 al quinto posto in una gara decisamente poco azzeccata per quanto riguarda le strategie.

I due equipaggi Toyota sono ora divisi da 31 punti in classifica generale, il che significa che l’equipaggio della #8 avrà bisogno almeno di un settimo posto nella prossima 24h di Le Mans per aggiudicarsi il titolo piloti. Intatto il terzo posto di Thomas Laurent e Gustavo Menezes, che hanno 99 punti e pertanto sono matematicamente fuori dai giochi.

Grazie ad un ottimo stint finale di Pastor Maldonado, la vittoria nella classe LMP2 è andata al team DragonSpeed, con Anthony Davidson e Roberto González ad affiancare il venezuelano. Una sequenza di pit stop azzeccati ad inizio gara aveva portato al comando la Alpine Signatech, ma alla fine la capoclassifica del mondiale ha chiuso terza alle spalle anche della Aurus G-Drive, impegnata come wildcard. Un risultato molto importante per Lapierre/Negrão/Thiriet, che si sono lasciati alle spalle la DC Racing #38 recuperando tre punti molto importanti. La gemella #37, invece, dopo la vittoria di Sebring è rimasta nelle retrovie dopo uno stop&go di due minuti per l’incidente causato alla Source da Jordan King ai danni della ByKolles guidata da Tom Dillmann; buono anche lo stint d’apertura di Giedo van der Garde sulla Dallara del team Nederland, vanificato però da Frits van Eerd che è stato protagonista di una collisione analoga a quella citata in precedenza, questa volta con l’Aston Martin #95.

Per la classe cadetta dei prototipi, quella di Le Mans sarà un’autentica finale. I piloti della Alpine Signatech dovranno difendere appena quattro punti sugli alfieri della DC Racing #38, Aubry/Richelmi/Tung, pertanto chi taglierà il traguardo per primo si potrà fregiare anche del titolo.

Le GTE-Pro hanno dato, come sempre, una grande scossa alla gara. Al termine di sei ore in cui la classifica si è rivoluzionata costantemente, Aston Martin ha portato a casa il suo secondo successo stagionale con la vettura #97 di Alexander Lynn e Maxime Martin. Ottimo il secondo posto della Ferrari #51 di Calado/Pierguidi, che necessitavano di una gara imprevedibile per poter cogliere un buon risultato e sono pienamente riusciti nell’intento. Terza la Porsche #91, che tuttavia non è riuscita a scontare in tempo un drive through per l’incidente tra Richard Lietz e Giancarlo Fisichella e pertanto è stata retrocessa al nono posto; podio ereditato dalla #92 di Christensen/Estre, davanti alla BMW #82 e alla Ford #67.

Con 140 punti contro i 102 di Bruni/Lietz, per Michael Christensen e Kévin Estre sarà sufficiente un solo punto nella corsa della Sarthe per vincere il titolo. Alla Porsche #92, quindi, basterà ottenere la pole o arrivare al traguardo per chiudere la partita. Nel frattempo, la Casa di Weissach ha vinto matematicamente il titolo costruttori.

Parla in parte italiano la classe GTE-Am, con la vittoria di Riccardo Pera al volante della Porsche #77 del team Proton. Il pilota proveniente dalla Carrera Cup Italia, affiancato da Matthew Campbell e Christian Ried, è stato grande protagonista nell’ultimo stint lasciandosi alle spalle l’Aston Martin #90 del team TF Sport. Podio completato dalla Ferrari #61 del team Clearwater, mentre la #54 della Spirit of Race ha chiuso quarta dopo lo scontro in cui è rimasto coinvolto Fisichella. Quinta la Porsche del team Project 1, che ha incassato punti importanti nonostante l’incidente di Egidio Perfetti all’inizio dell’ultima ora gentilmente “concesso” da Luis Pérez Companc sulla 488 poi terza. Solo nona la Porsche #88 guidata da Matteo Cairoli, Giorgio Roda e Gianluca Roda, con quest’ultimo uscito nella ghiaia a Les Combes al termine della seconda ora.

Con i due punti recuperati oggi, Castellacci/Fisichella/Flohr si sono riportati a -23 da Bergmeister/Lindsey/Perfetti in classifica generale. Per completare il recupero, a Le Mans, la Ferrari #54 dovrà vincere dalla pole con la Porsche #56 non meglio di quinta.

L’appuntamento con il round decisivo della superseason 2018-2019 è per il weekend del 16 giugno, con l’edizione numero 87 della 24h di Le Mans.

Immagine copertina: Toyota WEC Twitter

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