WEC | Sakhir: Porsche trema, ma è campione del mondo

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di Federico Benedusi @federicob95
21 Novembre 2015 - 19:53
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Timo Bernhard, Brendon Hartley e Mark Webber sono il campioni del WEC 2015. Titolo meritato, grazie anche alla superiorità prestazionale della Porsche 919 Hybrid, vincitrice anche alla 24 Ore di Le Mans. Vittoria più difficile del previsto, allorché già dopo mezz’ora di gara il trio vincitore del titolo si è trovato ad affrontare un vero e proprio calvario, a seguito di un’avaria all’attuatore. Persi circa 10 minuti, la rimonta è stata impetuosa ma si è fermata al quinto posto.

Fondamentale è stato, dunque, il lavoro dell’altra Porsche, quella di Dumas/Jani/Lieb, vincitrice dopo un lungo corpo a corpo con l’Audi #7. La R18 sembrava indirizzata verso la vittoria di gara e titolo dopo l’azzeccato pit stop effettuato durante una full course yellow alla fine della terza ora, ma una seconda neutralizzazione dovuta all’incidente di Pierre Ragues ha consegnato le chiavi della corsa alla vettura di Weissach superstite. L’Audi infatti si è nuovamente fermata ai box, sosta più veloce ma che non è bastata per ritornare al comando. Da quel momento, la Porsche ha guadagnato terreno e ha conservato il vantaggio fino al termine.

Intanto, la Porsche #17 ha faticato ad uscire dai propri problemi tecnici, costretta ad un’altra fermata al termine della quinta ora. Procedendo ad un ritmo di anche cinque secondi al giro più lento rispetto all’equipaggio di testa, Webber ha portato la macchina all’arrivo in quinta posizione, quanto bastava per conquistare il titolo per cinque punti su Fässler/Lotterer/Tréluyer, autori nuovamente di una gara all’attacco.

Problemi anche per l’Audi #8, alla quale è letteralmente esploso il freno anteriore sinistra. Fino a quel momento, la seconda LMP1 di Ingolstadt aveva svolto un ottimo lavoro di gregariato, ma da metà gara è praticamente uscita di scena, terminando sesta dopo avere scontato anche uno stop&go di tre minuti per un pit stop irregolare.

Il podio è stato così completato dalla Toyota, con la TS040 #2. Alexander Wurz ha dunque chiuso la propria carriera di pilota con un terzo posto, insieme a Mike Conway e Stéphane Sarrazin. Quarta posizione per i campioni uscenti, Buemi/Davidson/Nakajima.

Gara e titolo LMP2 per la G-Drive Racing. Sam Bird, Julien Canal e Roman Rusinov hanno conquistato la quarta vittoria stagionale negli ultimi 15 minuti di gara, quando Bird ha superato l’Oreca KCMG di Nick Tandy grazie anche a gomme più fresche. La rincorsa al titolo del team di Hong Kong è dunque miseramente fallita, ma rimarrà comunque la soddisfazione della vittoria di classe a Le Mans.

Festa Porsche anche in GTE-Pro. Makowiecki/Pilet hanno conquistato un’insperata vittoria dopo le molte difficoltà incontrate nelle prove, dominando la gara praticamente dai primi giri, quando Pilet ha velocemente recuperato sul fuggitivo Vilander e sulla Ferrari. Il quinto posto è stato, anche in questo caso, sufficiente a Richard Lietz per conquistare l’alloro iridato. Porsche si è quindi aggiudicata anche il titolo costruttori, poiché la Ferrari ha accusato problemi ai freni sulla #51 (arrivata poi seconda) mentre la #71 ha addirittura perso una ruota (sesta al traguardo). Podio per l’Aston Martin, grazie a Jonathan Adam e Darren Turner, dopo una stagione incolore che comunque schiuderà le porte alla nuova Vantage che l’anno prossimo sfiderà Ford e Ferrari. Porsche, d’altro canto, dovrebbe ritirare il suo impegno ufficiale per concentrarsi unicamente sui prototipi e sul campionato statunitense.

Tra le GTE-Am, invece, a festeggiare sono Basov/Bertolini/Shaitar, anch’essi quinti di categoria e vincitori del titolo. Il team ufficiale Aston Martin ha portato a casa la vittoria con Dalla Lana/Lamy/Lauda, davanti alle Porsche Proton (con Marco Mapelli) e Dempsey. Solo un quarto posto per la 458 della AF Corse, che ha recuperato in questo modo solo un paio di punti.

Domani si svolgeranno i rookie test, con diversi piloti blasonati nella entry list, mentre la stagione 2016 prenderà il via il 17 aprile a Silverstone. Il calendario non vedrà, nuovamente, appuntamenti in Italia, ma i round diventeranno nove con l’aggiunta della 6 Ore di Città del Messico.

Classifica:

wecbahgara

Immagine copertina: fiawec.com

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