WEC | Presentata la superseason 2018-2019

di Federico Benedusi
federicob95
Pubblicato il 9 Febbraio 2018 - 16:45
Tempo di lettura: 6 minuti
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WEC | Presentata la superseason 2018-2019

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La prima superseason del WEC è stata presentata poco fa a Parigi. Alla presenza del CEO della categoria Gérard Neveu, del presidente dell’ACO Pierre Fillon, del direttore sportivo dell’ACO Vincent Beaumesnil e del nuovo presidente della commissione endurance FIA Richard Mille, la settima edizione del mondiale endurance ha visto finalmente la luce e ha ufficialmente svelato le novità riguardanti il calendario e la entry list, oltre a confermare alcune variazioni regolamentari già presentate nel corso degli ultimi Consigli Mondiali FIA.

La riunione dello scorso 6 dicembre aveva deciso diverse novità riguardanti il regolamento sportivo, con l’abolizione del titolo costruttori LMP1 e la creazione di un titolo riservato alle squadre anche per la categoria regina oltre alla rivisitazione delle procedure di pit-stop e il conseguente permesso di effettuare cambio gomme e rifornimento in contemporanea. Cambiamenti regolamentari pienamente confermati dai due portavoce dell’ACO, che hanno ribadito l’altissimo livello di sicurezza raggiunto dalle vetture e quindi la concreta possibilità di velocizzare le soste ai box al fine di garantire gare ancora più “dinamiche”. Sempre per motivi di sicurezza è stata annunciata una piccola variazione al layout dell’curva Porsche del tracciato di Le Mans, con conseguente lieve riduzione della lunghezza complessiva del Circuit de la Sarthe.

Importante e attesa modifica è quella riguardante il calendario del campionato. La 6h del Fuji, originariamente spostata al 21 ottobre per evitare una concomitanza con la Petit Le Mans, è stata nuovamente anticipata di una settimana ritornando così alla collocazione originale. Stando alle parole di Neveu, la motivazione ufficiale è proprio quella di permettere a Fernando Alonso di disputare l’intero campionato, evitando così la concomitanza con il Gran Premio degli Stati Uniti di F1. Decisione che accontenta Alonso e Toyota ma scontenta quasi tutto il resto dello schieramento, soprattutto quei (molti) piloti già in atto di partecipare anche alla Petit Le Mans, appuntamento di chiusura del campionato IMSA e parte della North American Endurance Cup, che solitamente prevede anche molte “one-off” al pari di Daytona, Sebring e Watkins Glen. Confermato tutto il resto del calendario, dai test collettivi di Le Castellet del 6-7 aprile 2018 alla doppia 24h di Le Mans passando per il ritorno di Sebring, con la 1500 Miglia che si disputerà tra il 16 e il 17 marzo 2019.

Il campionato 2018-2019 vedrà protagoniste 36 vetture: due LMP1 ibride, otto LMP1 non-ibride, sette LMP2, dieci GTE-Pro e nove GTE-Am. In occasione della 24h di Le Mans 2018 si raggiungerà nuovamente il picco di 60 auto in pista, con il Garage 56 che rimarrà nuovamente vuoto in attesa dell’approntamento della Panoz Green4U previsto per il 2019. Analizziamo la entry list categoria per categoria.

LMP1

La categoria regina, che conterà su un totale di dieci vetture, comprenderà al suo interno vetture ibride e non-ibride. Oltre alle due Toyota e alle due Rebellion, presenze già annunciate, saranno due anche le Ginetta-Mecachrome del team Manor, che proprio in mattinata ha ufficializzato la presenza di Oliver Rowland, e le Dallara-BR1 del team SMP, che ieri ha confermato Mikhail Aleshin e Vitaly Petrov come piloti oltre alla partnership tecnica con ART Grand Prix. Una BR1, motorizzata però Gibson come la Rebellion, per il team DragonSpeed con Ben Hanley e Renger van der Zande ad affiancare Henrik Hedman: proprio sul pilota svedese, categorizzato Bronze e dunque sulla carta impossibilitato a correre in LMP1, si è aperto un piccolo “giallo” risolto dalla FIA con una deroga in quanto ritenuto “sufficientemente esperto” per guidare anche un prototipo di categoria regina a discapito del suo valore. Sarà della partita anche il team ByKolles con la sua CLM a motore Nissan, che nelle scorse settimane è stata testata, tra gli altri, da Paolo Ruberti.

LMP2

A differenza della scorsa stagione, lo schieramento della categoria cadetta dei prototipi sarà piuttosto scarno, con appena sette vetture al suo interno. A fronte di una riduzione di quantità, ci sarà almeno la fine del monomarca Oreca sviluppatosi l’anno scorso: il Racing Team Nederland di Frits van Eerd schiererà una Dallara, mentre Larbre Compétition sarà in gara con una Ligier. Con il ritorno di Rebellion in LMP1, DC Racing darà un nuovo assalto alla corona della LMP2 con due Oreca, ma dovrà vedersela con il team Signatech (nuovamente associato al marchio Alpine), con TDS Racing e con DragonSpeed. G-Drive ripiegherà invece sull’ELMS, correndo nella sola Le Mans con due vetture peraltro gestite da due compagini differenti: la #26 rimarrà con TDS Racing, la #40 vedrà la collaborazione con Graff Racing. Saranno 20 le LMP2 in gara a Le Mans, con il ritorno del team Villorba dopo l’ottima esperienza del 2017 e una terza Dallara affidata a SMP Racing.

(in verde le vetture impegnate solo a Le Mans)

GTE-Pro

Dieci vetture, tutte ufficiali, costituiranno la griglia della GTE-Pro. Team e piloti sono già stati resi noti nei mesi scorsi. BMW e Aston Martin hanno ufficializzato i loro equipaggi: i tedeschi avranno Catsburg/Eng/Tomczyk sulla #81 e Farfus/Félix da Costa/Sims sulla #82, mentre gli inglesi punteranno nuovamente sull’accoppiata danese Sørensen/Thiim sulla #95 affidando ai neoacquisti Lynn/Martin la #97. Le nuove M8 saranno gestite da MTek, squadra che in passato è già stata protagonista del DTM con la Casa bavarese. Altre sette vetture saranno protagoniste a Le Mans: torneranno le due Corvette C7R, Chip Ganassi schiererà altre due Ford, le Porsche del team statunitense CORE si aggiungeranno a quelle di Olaf Manthey e una terza Ferrari della AF Corse si sostituirà a quella portata in pista fino all’anno scorso da Risi Competizione.

GTE-Am

La classe riservata agli amatori conoscerà un discreto aumento di vetture in gara, dalle cinque del 2017 alle nove della stagione che sta per cominciare. Aston Martin difenderà il proprio titolo con la vettura di proprietà di Paul Dalla Lana, affiancandole un’altra Vantage gestita da TF Sport: la compagine britannica affiancherà il giovane Charlie Eastwood, proveniente dalla Porsche Carrera Cup inglese, al collaudato duo composto da Euan Hankey e Salih Yoluç. Ferrari risponderà con tre vetture: AF Corse ne gestirà due, sotto le insegne di Spirit of Race (Svizzera) e MR Racing (Giappone) rispettivamente con Castellacci/Fisichella/Flohr e Beretta/Cheever/Ishikawa, mentre è confermata la partecipazione di Clearwater Racing. Ben quattro saranno invece le Porsche, con la novità di Project 1 (proveniente dalla Supercup) al fianco di Gulf Racing e Dempsey-Proton, che gestirà due vetture delle quali una vedrà ancora protagonista Matteo Cairoli. Quattro auto si aggiungeranno a Le Mans, tra cui due Ferrari e la Porsche dell’italiana Ebimotors.

Al termine dell’evento, l’ACO ha annunciato un nuovo consigliere nella persona dell’ex grande capo di Audi Sport, Wolfgang Ullrich.

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