WEC | Mark Webber si ritira dalle competizioni a fine 2016

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di Andrea Gardenal
13 Ottobre 2016 - 18:06
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Con un comunicato stampa pubblicato sul suo sito ufficiale, la Porsche ha annunciato che al termine della stagione Mark Webber appenderà definitivamente il casco al chiodo per diventare ambasciatore della Casa di Stoccarda.

L’australiano, che ha compiuto 40 anni lo scorso agosto, ricoprirà un ruolo di rappresentanza del marchio Porsche in vari eventi che si svolgeranno in tutto il mondo. Oltre a ciò, Webber sarà anche consulente del costruttore tedesco per quanto riguarda la sezione motorsport: si occuperà della ricerca di talenti da poter inserire nei programmi agonistici della Casa e farà da coach sia per i professionisti che per gli amatori che in tutto il mondo gareggiano con le macchine della Porsche.

Mi mancheranno la velocità e la competizione, ma voglio abbandonare le corse mentre sono ancora competitivo e non vedo l’ora di occuparmi dei miei nuovi impegni” ha detto il pilota australiano. “Il passaggio dalla Formula 1 alla LMP1 è stato un grande cambiamento, un’esperienza completamente nuova, però posso dire di averlo fatto al momento giusto: ho scoperto che mi piace condividere la macchina con altri piloti e la sinergia che si è creata tra me, Timo e Brendon è speciale, è qualcosa che ricorderò per sempre. Sarà strano entrare per l’ultima volta in macchina in Bahrain, ma per il momento penso a godermi fino in fondo ogni singolo momento delle gare che restano sino a fine stagione“.

Il vice presidente del programma LMP1 della Porsche, Fritz Enzinger, ha voluto rimarcare il ruolo di Webber nella formazione della squadra che da due anni a questa parte sta dominando il WEC. “Già durante il processo di costruzione del nostro programma, Mark ha contribuito a rinforzarci con la sua esperienza e si è integrato nella squadra senza alcuna difficoltà. Dietro al volante è un fiero combattente, senza alcun timore di affrontare i più impegnativi duelli ruota a ruota, ma al tempo stesso pensa in modo strategico ed è un uomo-squadra. Questo mix lo rende un pilota endurance dal valore inestimabile e la vittoria nel campionato piloti 2015 assieme a Timo Bernhard e Brendon Hartley è stata una logica conseguenza di tutto questo. Grazie a lui speriamo di poter vincere sia il titolo piloti che quello costruttori nel 2016“.

Le prime esperienze di Webber come pilota endurance risalgono al lontano 1998, quando viene ingaggiato dalla Mercedes per correre il campionato FIA GT, vincendo 5 gare, dopo la consueta trafila nelle serie minori (Formula Ford e Formula 3). La sua stagione 1999 si chiude anticipatamente a Le Mans, quando la sua Mercedes cappottò in due occasioni distinte durante le prove in preparazione alla 24 Ore. Nel 2000 Webber torna alle monoposto, disputando il campionato di Formula 3000 con lo junior team della Arrows per poi passare nella stagione seguente alla Super Nova.

Nel 2002 Webber esordisce in Formula 1 con la Minardi, dopo aver avuto la possibilità di provare per Arrows e Benetton nelle stagioni precedenti. Il debutto a Melbourne è da urlo: al termine di una gara ad eliminazione giunge quinto e manda in visibilio i tifosi australiani quando sale sul podio assieme al padrone del suo team, Paul Stoddart, al termine della premiazione ufficiale.

Nel 2003 e nel 2004 corre per la Jaguar mettendosi in luce in svariate occasioni, in particolare durante le qualifiche, e per il 2005 la Williams-BMW lo sceglie, assieme a Nick Heidfeld, per sostituire Ralf Schumacher e Juan Pablo Montoya. Sembra l’occasione della vita per provare a vincere qualcosa di importante, e invece proprio quell’anno il team anglo-tedesco entra in crisi: BMW annuncia già ad inizio anno che nel 2006 rileverà la Sauber formando così la propria scuderia, la FW27 non è un fulmine di guerra e così l’unica gioia della stagione arriva a Montecarlo grazie al secondo posto di Heidfeld e al terzo di Webber.

L’australiano resta alla Williams anche nel 2006 prima di ritornare a Milton Keynes, dove però è occorso un cambiamento importante: la Ford ha venduto il team Jaguar a Dietrich Mateschitz, che è così entrato in Formula 1 con la sua scuderia: la Red Bull. I primi tempi sono difficili, nel 2007 e nel 2008 le vetture austriache navigano costantemente a metà schieramento, ma la presenza del mago dell’aerodinamica Adrian Newey mette il team in un’ottima posizione in vista del cambiamento regolamentare previsto per il 2009. Improvvisamente le Red Bull iniziano a volare, Webber vince il suo primo Gran Premio al Nürburgring e si ripete ad Interlagos chiudendo il campionato in quarta posizione.

Il 2010 è la miglior stagione in Formula 1 di Webber: vince quattro Gran Premi e comanda a lungo la classifica generale finché un incidente sotto il diluvio di Yeongam compromette la sua stagione; a fine campionato è terzo dietro al suo compagno di squadra, Sebastian Vettel, e a Fernando Alonso. Nel 2011 Vettel domina in lungo e in largo mentre Webber vince una sola gara, in Brasile, giungendo terzo in campionato; la situazione rimane sostanzialmente la stessa anche nelle successive due stagioni, quando l’australiano vince due gran premi e arriva prima sesto e poi di nuovo terzo in classifica generale.

A metà 2013 Webber annuncia il suo addio alla Formula 1 al termine della stagione e il suo passaggio al campionato mondiale Endurance con la Porsche, Casa che a sua volta farà il suo esordio nella categoria proprio nel 2014. La prima stagione nel WEC non regala grandi soddisfazioni all’australiano: tre podi a Silverstone, Fuji e Sakhir, ma soprattutto un botto pauroso in occasione dell’ultima gara stagionale ad Interlagos.

Nel 2015 la musica cambia radicalmente: terminato il rodaggio, Porsche mette in pista un prototipo imbattibile che vince 7 gare sulle 9 in calendario; Webber vince in Germania, negli Stati Uniti, in Giappone e in Cina e, al termine dell’ultima rocambolesca gara stagionale, può festeggiare la vittoria nel campionato del mondo piloti assieme ai suoi compagni di squadra, Timo Bernhard e Brendon Hartley.

La stagione 2016 è proseguita sulla falsariga di quella precedente con un dominio quasi totale della Porsche; per il momento è la #2 di Lieb-Jani-Dumas che sta avendo la meglio sull’equipaggio campione del mondo, rallentato da guai tecnici a Spa e a Le Mans e dall’incidente provocato da Hartley durante una fase di doppiaggio a Silverstone. Le successive tra gare in Germania, Messico e negli Stati Uniti hanno regalato altrettante vittorie a Webber, che adesso proverà a chiudere la sua carriera nel migliore dei modi.

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