WEC | Le Mans: le safety car riaprono il duello tra le Toyota

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di Federico Benedusi @federicob95
16 Giugno 2019 - 03:01
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Arrivata a metà gara, la classifica della 24h di Le Mans continua ad essere rivoluzionata dai vari regimi di safety car che si stanno susseguendo per rimuovere le vetture rimaste coinvolte in incidenti. Nel secondo quarto di gara i botti più gravi sono stati quello di Marco Sørensen, che ha concluso anticipatamente la gara dell’Aston Martin #95 partita dalla pole in GTE-Pro, e quello di Egor Orudzhev al volante della BR1 #17 del team SMP che si trovava al terzo posto assoluto.

Se la prima neutralizzazione aveva scavato un buco di un minuto tra le due Toyota al comando, la seconda ha addirittura rovesciato la classifica portando al comando la #8 dopo il pit stop della #7. Il duello tra le TS050 è proseguito e ora l’inseguitrice nella classifica del WEC è tornata davanti, nonostante la #8 abbia posticipato un cambio pilota tra Sébastien Buemi e un Fernando Alonso visibilmente contrariato.

Il kappaò della BR1 #17 ha lasciato sole a giocarsi il podio la Rebellion #3 e l’altra BR1 del team SMP, la #11. L’ultima safety car ha però aperto una discreta forbice anche tra queste due vetture, divise da circa due minuti. Attimi di terrore anche per la vettura svizzera nel corso della settima ora, quando Thomas Laurent ha sbattuto violentemente contro le barriere della seconda chicane dell’Hunaudières dopo avere perso il controllo della R13 su una chiazza di umido; il francese, pochi secondi prima, si era prodotto in un grande sorpasso all’esterno su Mikhail Aleshin e la #11, nella zona delle curve Porsche. In gara anche la Rebellion #1, quinta ma molto più staccata a causa dei problemi patiti nel pomeriggio. Ancora più lontana la ByKolles #4, mentre per la BR1 #10 della DragonSpeed è arrivato lo stop a causa di problemi al cambio.

La prima safety car sopracitata ha messo momentaneamente fine al duello per il primo posto in LMP2, a vantaggio del team G-Drive che ha ulteriormente aumentato il proprio margine sulla Alpine Signatech grazie alla neutralizzazione successiva, arrivando a mettere quasi un giro di gap. Terza la DC Racing #38, che resta non troppo lontana dall’avversaria per il titolo in attesa di un episodio a favore. Dragonspeed e TDS Racing sono ai margini della zona podio. 14° posto a metà percorso per la Dallara #47 del team Villorba, mentre la P217 del team Nederland ha accusato problemi alla frizione scivolando 18esima.

In GTE-Pro sono rimaste due vetture al comando, la Porsche #92 e la Ferrari #51. A più di un minuto dalle due battistrada c’è un gruppo di cinque vetture chiuse in una ventina di secondi, capeggiato dalla Porsche #93 davanti alla Corvette #63 e alle Ford #69 e #68. Precipitate nell’anonimato BMW (12esima e 13esima) e Aston Martin, 14esima con l’unico esemplare rimasto in gara. Ritiro per la Ferrari #71, a causa di un’avaria al motore.

Prosegue il sogno del team Keating in GTE-Am, con la Ford GT al debutto in veste privata. La fortuna sta decisamente arridendo al team statunitense, arrivato a guadagnare fino a tre minuti grazie alle varie safety car. Dopo il drammatico stint di Ben Keating, che ha perso un paio di minuti in poco meno di due ore, Jeroen Bleekemolen è riuscito in parte a rimettere le cose a posto riportando a un minuto e mezzo il vantaggio sulla Porsche #77. Seguono l’Aston Martin #90 del team TF Sport e la Ferrari del team JMW, mentre la Porsche del team Project 1 continua la sua rincorsa al titolo con il sesto posto. Ritirata invece la Porsche #88, con Satoshi Hoshino che non se l’è sentita di continuare dopo gli incidenti in cui è rimasto coinvolto nel pomeriggio: non avendo raggiunto il limite minimo di guida, Proton Competition ha deciso di fermare la vettura.

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