P300.it ha intervistato Raffaele Marciello, pilota BMW in WEC e GTWC, nel corso del weekend della 6 ore di Imola. Ecco come ha risposto alle nostre domande
da Imola
Raffaele Marciello è uno di quei piloti veri, in grado di farsi amare dai fan perché puri e senza filtri, sia nella guida che nelle interviste. “Lello” ha raccontato la sua carriera e ci ha fornito le sue opinioni sul motorsport in una lunga chiacchierata.
Ciao Raffaele, grazie per aver accettato di essere qui con noi. Come mai hai deciso di diventare un pilota?
“Era il sogno di mio papà, che faceva il camionista ed era appassionato di motori. Quando avevo tre anni e mezzo o quattro ho cominciato a correre con i go kart, quelli con molto piccoli, legati con la corda, perché a quell’età è difficile andare da soli. Poi, piano piano, siamo saliti sui kart un po’ più grossi. In Svizzera potevi iniziare a fare le gare intorno ai sette anni. Da lì ho cominciato a correre e vincere nei campionati nazionali. Visto che mi piaceva abbiamo percorso tutta la strada che ci ha portato qua.”
Hai vissuto la tua “gioventù” facendo la scalata nelle formule minori. Cosa ci puoi raccontare a riguardo?
“In realtà è successo tutto tanto tempo fa, quindi comincio un po’ a dimenticare quegli anni! Il paddock del kart non mi ha mai appassionato molto, perché ci sono giochi ‘sporchi’ sui motori e sui mezzi. Inoltre c’erano pilotini che ‘vivevano’ già in pista e, magari, andavano anche a scuola, come me. C’è chi gira di più e chi gira di meno, il che è un po’ strano! I tempi della formula sono stati belli. Essendo stato pilota Ferrari (Driver Academy, ndr), ho avuto molto supporto. Vincere la Formula 3 europea è stato un bel momento, così come svolgere il primo test con la Ferrari di Formula 1. Ci sono tanti bei momenti!”
Dopo un paio di stagioni in GP2 sei entrato nel mondo GT. Come mai hai preso questa scelta?
“Era l’unica scelta che avevo! Non avevo il budget per andare in IndyCar o altri campionati al di fuori della Formula 1, quindi l’unica strada che potevo percorrere era quella delle GT. È stata una scelta abbastanza obbligata. Avevo ancora un po’ di contatti con Mercedes per via del motore che ho usato in Formula 3 e da lì è nato il rapporto.”
Ti farò una domanda scomoda. Hai mai ricevuto una proposta concreta per correre in Formula 1?
“No. I vecchi capi della Ferrari, Domenicali e Montezemolo, spingevano abbastanza per me, quindi se fossero rimasti loro probabilmente sarei arrivato in Formula 1. Nella mia situazione di allora ci sono molti piloti, ad esempio Drugovich. I posti sono pochi e qualcuno deve rimanere fuori.”
Hai anche provato un’altra monoposto molto particolare in dei test. Ti è piaciuto guidare la Formula E?
“No. Per me il motorsport è una cosa diversa. Non che la Formula E non sia motorsport, però secondo me è troppo diversa dal suo concetto originale. Se un pilota è onesto non ti dice che è bella da guidare, è un dato di fatto. Si va lì perché, diciamo, si prendono un sacco di soldi. Ognuno fa le proprie scelte. Io ho preferito scegliere meno soldi ma divertirmi di più, ma c’é anche chi sceglie di andare in Formula E e va bene così. Quando vanno a correre sui tracciati permanenti, ad esempio a Misano, è un bellissimo show. C’è a chi piace vedere quel tipo di gare, un po’ alla Mario Kart, e c’è a chi non piace. A me non piace e va bene così.”
Hai vinto più volte il FIA GT a Macau. Cosa ne pensi di questa pista?
“Le tre piste più belle al mondo, secondo me, sono Macau, il Nordschleife e Bathurst. Prima che il WEC passasse alle GT3 era per noi l’unica gara FIA, visto che è il tracciato in cui si tiene la Coppa del Mondo. Per me è un circuito clamoroso. Ho partecipato a Macau anche durante il COVID, quindi ho dovuto fare, due anni fa, la quarantena di 14 giorni, ma per correre lì ne è valsa la pena, perché è una delle piste più belle che ci sono.”
Hai ottenuto molte vittorie nella tua carriera. Ce n’è una in particolare che ti piace ricordare?
“Tutte quelle importanti, tra cui le due a Macau, specialmente la prima nel 2019, quella a Spa (24 ore, ndr) e i campionati nel GT World Challenge. Quando vinci è sempre bello, ma se penso a Spa e Macau, che sono gare nelle quali per tanti anni siamo andati molto vicino al successo per poi, a causa di vari problemi, concludere in piazzamenti diversi, le sento molto di più.”
Al termine del Gran Premio di Macau 2023 si è interrotto il tuo legame con Mercedes. Come mai hai preso questa decisione?
“Dopo sette anni con loro il mio contratto è andato in scadenza. Non ho rotto, perché per farlo devi ‘uscire’ dagli accordi, cosa che non ho fatto. Dopo molte stagioni con un costruttore, in cui è andata molto bene, visto che non ho niente da dire verso di loro, vuoi provare altre esperienze, vincere con altri marchi e far vedere che non sei lì davanti solo per la macchina, ma anche perché sei bravo, un po’ come quando Valentino Rossi è passato alla Ducati. Ecco perché ho preso questa scelta. Con BMW ho avuto l’opportunità di correre in Hypercar nel WEC, che è una cosa che Mercedes non mi poteva dare, come nemmeno fare il WEC in classe GT3. Ovviamente c’è un pro e un contro per tutto, ma va bene così.”
La tua avventura con BMW è appena cominciata. Come ti trovi? Quali sono le principali differenze nel metodo di lavoro?
“Come ho già detto, in tutte le cose ci sono pro e contro. Mercedes si affida a team privati e programmi Customer Racing, quindi non lavori mai direttamente con il costruttore. Sei sempre con la squadra e con l’ingegnere. In BMW, visto che sei in un team ufficiale, sei sempre a contatto con gli ingegneri della Casa madre, sia in Hypercar, sia in GT. Questo può essere un bene ma anche un male, perché devi parlare con un’azienda molto grossa e non un team. Questa è una grossa differenza. La GT3 non è così diversa dalla Mercedes, visto che ha sempre il motore davanti, anche se è turbo. Ci sono degli elementi che cambiano un po’. WRT, inoltre, è molto forte, così come ROWE in GT3 e Schubert nel DTM. Penso che siamo coperti pure con i team.”
Quest’anno corri sia con la Hypercar che con la GT3. Quali sono le principali differenza a livello di guida?
“Le due auto sono diverse, ma non così tanto come si può pensare. Le Hypercar di adesso non sono delle LMP1. Mi pare che a Le Mans siano più lente di dieci secondi circa. Posso dire che quest’auto è una grossa GT. Ovviamente devi adattarti alla frenata, al carico e alla potenza, ma è meno difficile di quanto sembri.”
Restiamo sempre in tema. Come riesci a conciliare due vetture che hanno uno stile di guida e una velocità nel tempo sul giro diversa?
“L’Hypercar è quasi una GT, anche se più potente e più veloce. Come stile di guida tieni lo stesso, anche perché per un pilota è difficile cambiarlo completamente, al massimo può smussarlo un po’. Devi adattarti, ma abbiamo tante prove libere e test, quindi, quando conosci il comportamento della macchina, puoi saltare da una all’altra senza grossi problemi.”
Il tuo 2024 è molto pieno, visto che corri nel WEC, nel GTWC e nel British GT. Pensi sia stressante per un pilota avere un programma di gare così intenso?
“Stressante no, perché correvo più meno lo stesso numero di weekend anche in Mercedes, visto che, bene o male, erano gli stessi campionati. Il numero perfetto per me è attorno alle 20 gare. Quest’anno ne farò 27 o 28, il che è forse un pelino troppo. È andata così perché non avevo in piano di fare il British GT, ma il pilota bronze ha comprato la macchina apposta per correre con me, quindi, come favore, ho deciso di partecipare con lui nel British. L’anno prossimo cercherò di non farlo più e concentrarmi su 20 o 22 gare, che come numero va bene.”
Parliamo un attimo dei tuoi compagni di squadra. Ti trovi bene con loro?
“Bene o male sono tutti piloti che conoscevo già. Ad esempio, io e Dries (Vanthoor, ndr) abbiamo fatto sette anni di battaglie! Il paddock è piccolo, quindi conosci tutti. Mi trovo bene, visto che abbiamo un bel gruppo di piloti ufficiali e ci divertiamo, anche quando non va così bene in pista.”
Ti pongo un’ultima domanda. Il 2024 è già iniziato. Che obiettivi ti sei posto?
“Con le GT mi piacerebbe vincere prima o poi al Nordschleife, visto che ho fatto solo secondo o terzo. Anche Spa è molto importante. L’ho già vinta, ma riuscirci di nuovo non sarebbe male! Poi mi piacerebbe conquistare di nuovo Macau a fine anno. Questi sarebbero gli obiettivi principali in GT. In Hypercar siamo un po’ indietro in confronto agli altri costruttori, ma cerchiamo di migliorare, visto che è un progetto a lungo termine. L’obiettivo, in futuro, è ovviamente vincere a Le Mans. La strada è lunga e tortuosa, ma essendo, come ho già detto, un progetto a lungo termine, ci impegneremo e cercheremo di fare bene.”
Ringraziamo Raffaele per la disponibilità e il nostro Andrea Ettori per averci permesso di svolgere l’intervista.
Media: Press BMW Group
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