WEC | Intervista a Matt Campbell: “Penso che il motorsport australiano sia molto sottovalutato rispetto a quello di altre parti del mondo”

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Francesco Gritti @franz_house_vg
29 Aprile 2024 - 14:45
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P300.it ha intervistato Matt Campbell, pilota Porsche Penske nel WEC, durante la 6 ore di Imola. Ecco come ha risposto alle nostre domande.

Da Imola – P300.it si è recata nell’hospitality Porsche Penske per intervistare Matt Campbell, pilota della 963 #5 iscritta nel WEC classe Hypercar. Riportiamo di seguito le sue risposte alle nostre domande.

L’intervista, doppiata in italiano, verrà pubblicata prossimamente su Parc Fermé.

Ciao Matt, grazie per averci dedicato qualche minuto del tuo tempo. Da dove è nata la tua passione per i motori?

“La mia famiglia era molto importante nell’ambiente del circuito della mia zona, in Australia, e grazie a questo sono stato subito esposto all’aria dei motori. A 14 anni ho preso la mia licenza sportiva ed ho cominciato a gareggiare. A differenza della maggior parte dei miei avversari non provengo dal karting, ma ho iniziato a competere su delle macchine poco potenti nei tracciati vicino a casa.”

Il motorsport australiano è molto particolare. Ti va di raccontarci i tuoi pensieri, magari aggiungendo qualche aneddoto?

“Penso che il motorsport australiano sia molto sottovalutato rispetto a quello di altre parti del mondo. Il livello è altissimo, soprattutto nel V8 Supercars, il campionato di punta della zona dalla quale provengo. Inoltre, è difficile uscire dai nostri confini e attuare una transizione verso il modello di corse americano, in particolare l’IMSA, o europeo, nei vari campionati presenti. Per fortuna sono disponibili diversi programmi per giovani piloti, tra cui quello Porsche, di cui ho fatto parte in passato. Senza di loro non sarei qui!”

Hai corso anche alcune gare nel Supercars. Ci potresti spiegare le sensazioni di guida di quell’auto?

“Guidare una vettura del Supercars è un’esperienza decisamente appagante! L’auto è difficile da controllare, visto che presenta una grande potenza, un’aerodinamica limitata e un peso notevole. A livello meccanico non è molto complessa, meno di una GT o una Carrera Cup. Lo stile di guida è unico e serve un po’ di conoscenza per ambire a un buon piazzamento. Nonostante tutto è un mezzo davvero divertente da portare in pista! Potessi tornare indietro, farei qualche gara in più sulle V8!”

Sei un pilota ufficiale Porsche da diversi anni. Puoi raccontarci quando e come lo sei diventato?

“La mia storia con Porsche inizia nel Junior Programme, grazie al quale ho partecipato nella Supercup prima di diventare Young Professional l’anno successivo. Da qui ho avuto la possibilità di correre nei migliori team clienti di diversi campionati di altissimo livello e di provare diverse vetture sperimentali. Ricopro la mia posizione attuale dal 2020, anno da cui ho preso parte a diversi programmi prima di entrare in uno completamente gestito dalla casa madre nel 2023. Sono davvero felicissimo di poter guidare un prototipo Porsche quest’anno.”

Hai vinto delle endurance assurde in piste incredibili, tra cui Le Mans, Bathurst e Daytona. Quale è stata la tua gara preferita?

“Ognuna di queste gare è un’esperienza completamente a sé stante. Forse la mia gara preferita è la 12 ore di Bathurst 2019, nella quale ero in auto nell’ultimo stint. Le più impattanti a livello emotivo sono, invece, la ultime due vittorie a Daytona. Si sono avverati tanti sogni nel cassetto grazie ai successi in altrettante categorie, ma spero comunque di poter ottenere altri risultati simili in futuro.”

Nel 2024 guidi a tempo pieno un prototipo per la prima volta. Quali sono le principali differenze tra questo tipo di vetture e le GT che sei abituato ad utilizzare?

“Sono vetture molto diverse. Da quando è presente la classe Hypercar, la transizione da GT a prototipo è stata più semplice del previsto per un gran numero di piloti, e questo è un bene, perché rende chiaro a tutti che, per i piloti che provengono dalle Gran Turismo, è possibile adattarsi a una nuova tipologia di vetture o, comunque, progredire nella propria carriera. In poche parole, la nostra transizione è possibile e lo abbiamo dimostrato anche con degli ottimi tempi qui a Imola. La Hypercar è una vettura molto diversa dalla GT, ma, da quando è questa la massima classe dei prototipi il cambio di categoria è stato reso sicuramente più semplice. L’auto, nonostante sia comunque abbastanza pesante, ha molta più downforce di una GT. La 963 è piacevole da guidare, ma, allo stesso tempo, è molto complessa, visto che devi gestire i sistemi e comunicare con gli ingegneri di Porsche Penske in continuazione.”

Condividi l’abitacolo con altri due piloti nel corso del campionato. Puoi raccontarci il tuo rapporto con loro?

“Il rapporto con Makowiecki e Christensen è molto buono. Li conosco entrambi da molto tempo, ma ho condiviso la macchina solo con Fred, in IMSA nel 2020 in classe GTLM. Non ho mai corso assieme a Michael prima di questa stagione. Ci troviamo molto bene insieme e riusciamo a lavorare come un gruppo, che è una cosa molto importante nelle gare di durata. Inoltre, abbiamo fiducia nelle nostre capacità e in quelle dei nostri compagni. Nonostante siamo un nuovo equipaggio, posso dire che lavoriamo molto bene insieme.”

Hai provato la Formula E nelle FP0 a Misano. Ci puoi raccontare le tue impressioni alla guida della monoposto elettrica?

“La Formula E è una vettura dallo stile di guida unico. Quella di Misano è stata la mia prima vera uscita sulla Porsche 99X, quindi ho dovuto imparare molte cose in pochissimo tempo. Inoltre la vettura era già settata per Antonio e Pascal, visto che eravamo in un weekend di gara, ed ho apprezzato l’opportunità. Quando ho la possibilità di provare una nuova macchina o di essere coinvolto in un nuovo programma, di solito accetto perché penso sia un’ottima possibilità per imparare e migliorare come pilota. Ho partecipato alle FP0 per cercare di portare qualche miglioria al programma LMDh. L’auto è completamente diversa rispetto a qualsiasi altra abbia mai guidato, ma sono riuscito ad adattarmi al mezzo abbastanza in fretta.”

Passiamo al presente. Qual è il tuo obiettivo principale per il 2024?

“L’obiettivo principale è quello di raggiungere i migliori risultati possibili! Sono già riuscito a vincere a Daytona e a prendere il podio in Qatar. Noi di Porsche Penske vogliamo puntare alla conquista del titolo costruttori, che è il centro principale delle attenzioni di tutti, oltre, ovviamente, a quello piloti. Capiremo meglio la nostra situazione dopo Le Mans, pista nella quale Porsche e Penske spingono molto per la ventesima vittoria. Quella di quest’anno sarà la mia prima Le Mans su un prototipo: avendoci corso diverse volte, ho molta esperienza e conosco bene il tracciato, ma sono con una classe diversa da tutte le altre con cui partecipato precedentemente. Ovviamente punterò al primo posto. Penso che questi siano i miei obiettivi per il 2024.”

Abbiamo finito le domande. Vuoi ringraziare qualcuno in particolare prima di concludere l’intervista?

“Devo ringraziare tutti i membri della squadra. L’inizio dell’anno è stato fantastico e spero che possiamo continuare così!

Ringraziamo Matt Campbell per la disponibilità e Rebecca di Porsche per aver organizzato il nostro incontro con il pilota.

Media: Porsche Press Services

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