WEC | Intervista a Jean-Karl Vernay: “Siamo negli anni d’oro dell’endurance. Probabilmente non ci saranno mai più così tanti costruttori”

WEC | Intervista a Jean-Karl Vernay: “Siamo negli anni d’oro dell’endurance. Probabilmente non ci saranno mai più così tanti costruttori”

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Francesco Gritti @franz_house_vg
23 Maggio 2024 - 13:00
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P300.it ha intervistato Jean-Karl Vernay, pilota di Isotta Fraschini nel WEC, nel corso del weekend della 6 ore di Imola. Ecco come ha risposto alle nostre domande

da Imola

P300.it si è recata da Isotta Fraschini per intervistare Jean-Karl Vernay, pilota del team nel WEC. Di seguito le risposte alle nostre domande.

L’intervista è già disponibile in formato video su Parc Fermé TV.

Ciao Jean, grazie per esserti reso disponibile per questa intervista. Come ti sei approcciato al motorsport?

“Ho iniziato a correre sul kart quando avevo 4 anni. Anche mio papà è stato pilota di karting, mentre mio nonno faceva le cronoscalate. Sono sempre stato appassionato al motorsport. Questo mi ha permesso di progredire dal karting alle formula e, poi, a correre come professionista. Lo stile di vita è molto bello. Sono fortunato a svolgere un lavoro che mi piace.”

Hai vinto molto nelle formula prima di passare alle GT. Come mai hai scelto di cambiare categoria?

“Anche se ho corso in Formula 3 e ho vinto l’Indy Lights, non mi è stato permesso di progredire verso la F1 o l’Indycar. Ho avuto la possibilità di tornare in Europa grazie a Peugeot, che mi ha dato l’opportunità di guidare una LMP1. Il programma è stato chiuso l’anno successivo e mi sono dovuto reinventare per continuare a fare il pilota come lavoro. In questi casi devi seguire un percorso che ti dia la possibilità di avere uno stipendio.”

Hai corso anche in Stock Car Brasil e Super GT. Come ti sei trovato a gareggiare in un campionato con auto così particolari?

“Mi è piaciuto molto correre in Stock Car Brasil e nel Super GT. In Giappone le vetture, le gomme e la tecnica erano di un livello pazzesco! In Brasile l’abilità dei piloti è veramente incredibile. Mi sono divertito alla guida di una macchina di concezione poco moderna. Questa esperienza mi ha dato la possibilità di conoscere anche un paese nuovo. La fortuna di noi piloti è che, grazie al nostro lavoro, possiamo viaggiare molto, cosa che, ovviamente, non è permessa a tutti quanti. Posso dire che vinciamo due volte, perché facciamo un lavoro bellissimo e viaggiamo!”

Il tuo nome è legato agli anni d’oro del TCR, in cui sei stato protagonista in diversi campionati. Come mai hai deciso di passare alle trazione anteriore? Come valuti quest’esperienza?

“Devo essere sincero, nella mia carriera non avrei mai pensato di correre con le turismo. L’esperienza è stata molto bella, perché, in 6 anni di WTCR, mi sono portato a casa un titolo, tre terzi posti e cinque piazzamenti in top 5. Sicuramente è stato utile per il mio CV! Anche il campionato in sé era pazzesco. La macchina non è veloce come un prototipo, ma la competizione era di alto livello, ed è questa la cosa più importante in una serie del genere. Ho corso con Volkswagen, Audi, Hyundai e Alfa Romeo, con cui ho chiuso terzo nel mondiale. Il WTCR mi ha dato grandi soddisfazioni!”

Hai corso anche nell’ETCR, il campionato turismo elettrico. Pensi che questa categoria avesse le carte in regola per durare nel tempo?

“La macchina era super divertente! Avere 750 cavalli a disposizione erogati da un propulsore elettrico è qualcosa di pazzesco. Discovery ha fatto un super lavoro a livello organizzativo. Il problema risiedeva nel fatto che eravamo troppo pochi. Ho concluso al secondo posto nel primo dei due anni in cui si è corso, prendendo solo 4 punti dal campione, Mattias Ekstrom. Posso dire che è stata un’esperienza piacevole, soprattutto perché ho guidato un’auto davvero divertente.”

Non hai mai corso nel TCR World Tour, la nuova idea di mondiale turismo nata dopo la fine del WTCR. Cosa pensi di questo campionato?

“Di certo non è bello come il WTCR. Non puoi dire di essere un campionato del mondo quando hai solo una decina di partecipanti fissi. Mi dispiace per Marcello Lotti e Nunzia, che hanno fatto molto per me, perché hanno sempre lavorato molto bene. Diciamo che si va a cicli. Anche il WEC tre anni fa era partito con 3 auto in Hypercar, mentre ora siamo in 19. Spero che la situazione si risolva, anche perché mi piacerebbe tornare tra qualche anno e trovare un campionato in salute.”

Quest’anno corri con Isotta Fraschini nel WEC. Come mai hai deciso di credere in questo progetto?

“La macchina assomiglia molto a una formula, tipologia di auto che ho guidato per molti anni, nello stile di guida. Inoltre ho già esperienza nei prototipi e ho corso anche a Le Mans una volta, vincendo in classe GT. Ho sempre pensato di essere più portato nell’endurance rispetto ad altri tipi di corse, come ad esempio le gare turismo. Ora ho 36 anni, non so per quanto ancora potrò gareggiare. Per questo motivo ho deciso di pormi l’obiettivo di partecipare una seconda volta a Le Mans, ma, questa volta, nella massima categoria possibile. Credo molto in questo progetto. Michelotto ha creato una macchina che va molto veloce, anche se dobbiamo ancora mettere a posto tutti i pezzi del puzzle per farla andare ancora meglio. Tra un po’ di tempo sono sicuro che, magari grazie a qualche test in più, riusciremo ad essere allo stesso livello dei nostri avversari.”

Isotta Fraschini, come ha già detto, è un progetto diverso rispetto a tutti gli altri presenti nella Hypercar. Che obiettivo ti poni nel breve termine? Che obiettivo si pone, invece, la squadra?

“Il mio obiettivo è sempre quello di andare il più veloce possibile. Sono il pilota con più esperienza del mio equipaggio, quindi punto a fare di tutto per portare la macchina nella posizione migliore possibile e mostrare tutto il potenziale del progetto, visto che siamo ancora in fase di sviluppo. Dobbiamo combattere contro aziende enormi che hanno dei top driver. Sicuramente non è un’impresa facile, ma siamo già migliorati rispetto al Qatar.”

Hai corso nel WEC a tempo pieno solo nel 2013, ben 11 anni fa. Quanto è cambiato il campionato rispetto a quel periodo?

“Il WEC era un bel campionato già nel 2013. Ora siamo negli anni d’oro dell’endurance, visto che non ci sono mai stati così tanti costruttori, e, probabilmente, non ce ne saranno mai più. Sono contentissimo di correre di nuovo nel WEC. Ora dobbiamo dimostrare la nostra competitività.”

Parliamo di futuro. Quali obiettivi vorresti raggiungere nei prossimi anni?

“Nei prossimi 2 o 3 anni vorrei combattere ad armi pari contro i top driver che affollano la griglia del WEC e partecipare alla Indy 500. Sono contento della mia carriera: non sarà la migliore della storia, ma di sicuro non è nemmeno terribile! Vediamo cosa ci riserverà il futuro.”

Siamo giunti ai saluti finali. Se vuoi ringraziare qualcuno è il tuo momento.

“Ringrazio Isotta Fraschini per tutto il supporto che mi sta fornendo. Speriamo di essere veloci!”

Ringraziamo Jean-Karl per la disponibilità e Fulvio di Isotta Fraschini per averci organizzato l’intervista.

Media: Isotta Fraschini

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