WEC / Formula E | Intervista ad André Lotterer: “Il programma Porsche procede, non abbiamo ancora trovato il setup giusto”

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Tempo di lettura: 9 minuti
di Francesco Gritti @franz_house_vg
14 Luglio 2023 - 09:00
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P300 è stata ospitata nell’hospitality Porsche Penske durante il weekend della 6 ore di Monza per intervistare il veterano André Lotterer, al momento impegnato nel World Endurance Championship e nel Formula E World Championship

P300.it è entrata nell’hospitality di Porsche Penske Motorsport durante il weekend della 6 ore di Monza per intervistare André Lotterer, al momento impegnato proprio con il team tedesco nel World Endurance Championship e con Avalanche Andretti Formula E nel Formula E World Championship.

L’intervista, svolta da Francesco Gritti assieme a Marie Alessia Koua N’zi, è disponibile anche sul canale YouTube Parc Fermé TV in via integrale.

Ciao André. Prima di parlare di futuro è necessario fare un “back to the past”. In Giappone hai avuto una carriera lunghissima e ricca di successi, tra cui un titolo in Formula Nippon e due in Super GT. Ce ne puoi parlare?

“Sono molto contento del percorso che ho intrapreso. Certo, quando cominciamo con il kart vogliamo tutti andare in Formula 1, ma non tutti ci riescono! Sono riuscito a fare il collaudatore con Jaguar quando avevo 19 o 20 anni, ma non sono riuscito a passare al ruolo di pilota, così sono andato in Giappone. Mi sono divertito molto là, perché le macchine sono molto veloci, i circuiti sono molto belli ed il mondo delle corse è molto professionale. Mi sono trovato un buon lavoro di là. Dopo ho avuto l’opportunità di tornare nello scenario internazionale grazie ad Audi, che mi ha portato a correre a Le Mans e nel WEC. Ho avuto la fortuna di avere una buona macchina, che mi ha permesso di vincere tante gare. Adesso sono qua! L’obiettivo è vincere di nuovo Le Mans con Porsche, che mi piace tanto. Corro anche in Formula E! Anche se manca ancora una vittoria, che non è facile da ottenere per me, spero arrivi al più presto possibile.”

Oggi siamo al WEC, serie in cui corri con Porsche. Qual è il tuo rapporto con la Casa tedesca e quali sono i tuoi obiettivi?

“Il mio rapporto con loro è iniziato nel 2017 come pilota ufficiale, ma il nostro è un rapporto che va avanti fin da quando ero piccolo. Sono cresciuto nella squadra corse di mio padre in Belgio, che aveva delle Porsche adattate per il rally o per il circuito. Sono cresciuto vedendo queste macchine e per me è sempre stato un piccolo sogno quello di correre per loro. Quando Audi è andata via dal WEC nel 2016, mi hanno preso subito. Potevamo vincere la 24 ore di Le Mans nel 2017, ma il motore si è rotto. Ho corso anche con loro in Formula E. Adesso siamo di nuovo nel WEC per sviluppare la macchina e provare a fare meglio. Non siamo contenti della potenza della macchina, dobbiamo imparare di più e il futuro è ancora incerto.”

Qual è il miglior pregio della Porsche? Com’è in confronto alle altre vetture in griglia e quelle che hai guidato in passato? A che punto si trova nello sviluppo?

“Anche se questa marca ha una grande esperienza nel mondo endurance, adesso è tutto nuovo. Parlare dei punti forti della macchina è difficile, visto che con questo regolamento e con il BoP tutti hanno più o meno la stessa potenza, la stessa aerodinamica e una risposta simile del motore. Non si può parlare di un vero e proprio sviluppo, visto che è tutto per contenere i costi. Prima, con le LMP1, c’era davvero una corsa allo sviluppo, adesso invece bisogna lavorare sul setup per rendere la macchina più competitiva. Quest’auto è diversa dalle LMP1, che erano molto più veloci e potenti. Sommando anche il motore elettrico, che si trovava davanti, arrivavano a quasi 1000 cavalli! La macchina era anche più leggera. Ora siamo tra i 6 e i 10 secondi più lenti. C’è meno tecnologia, è più semplice nella costruzione, ma è più difficile da guidare per i piloti, visto che c’è meno potenza aerodinamica. È più semplice per i piloti che arrivano dalle GT, visto che la macchina si muove di più. Sono abituato ad andare più veloce e ad avere più aerodinamica, quindi, per me, questa è una grande sfida.”

Hai anche un incarico parallelo in Formula E, serie in cui hai corso con vari team per 6 stagioni. Secondo te, è più difficile passare dalla vettura Formula E alla Hypercar o viceversa?

“Prima era più difficile correre in Formula E, visto che non c’era un vero aiuto aerodinamico e le gomme sono diverse. Ora però abbiamo sviluppato la vettura di Formula E e viene naturale da guidare. Per fare il tempo sai cosa devi fare. La vera parte difficile è la frenata, in cui conta molto l’elettrico e subentrano i dischi quando termina la potenza dell’elettrico. Sulla Hypercar la frenata è più facile perché premi subito il pedale fino in fondo. Guidare la macchina non è così naturale come prima! Non riesco a fare le curve come voglio, ma questo perché non abbiamo ancora trovato il setup giusto per la macchina. Entrambe sono auto difficili, ma oramai sono abituato a fare questo cambio.”

Quest’anno sei passato ad Andretti in Formula E, squadra cliente Porsche per la prima volta. C’è un motivo dietro a questo tuo cambio di casacca?

“Quando Porsche ha deciso di tornare nell’endurance mi ha chiesto se preferissi continuare in Formula E o tornare nell’endurance. Non è stata una decisione facile, visto che mi piace la Formula E come campionato. Alla fine ho deciso di tornare nell’endurance ed è per questo che ho lasciato la casa ufficiale in Formula E. Qualche mese dopo è arrivata l’offerta di Andretti per l’utilizzo del powertrain Porsche. Viste le circostanze, abbiamo parlato e abbiamo deciso che fosse un bene per me andare anche da Andretti per portare l’esperienza da pilota Porsche e la conoscenza dei sistemi assieme al mio ingegnere di pista.”

Visto il tuo doppio impegno, qual è il tuo rapporto con i compagni di squadra nei vari campionati?

“È sempre buono! Ho diviso per la prima volta un’auto nel 2003, nel Super GT ci sono sempre due piloti per auto, e da allora ho intrapreso la filosofia che dipinge il compagno di squadra come un amico. Sono stato molto amico con i miei compagni in Audi e lo sono stato anche con Jean-Eric Vergne quando sono arrivato in Formula E. Il rapporto con Pascal Wehrlein era più professionale, meno privato, mentre con Jake Dennis mi sto divertendo molto.”

La tua stagione in Formula E non è la migliore finora e stai mettendo molto impegno nel progetto Hypercar. Sono vere le voci che ti vedono fuori dal mondo elettrico?

“Adesso è difficile da dire. Mi piace ancora guidare e ho la motivazione per correre ancora, anche se ho 41 anni! Quest’anno la Formula E è difficile per me. In qualifica vado bene ma in gara, per ora, non ho ancora ottenuto buoni risultati. La macchina non è ancora a posto e bisogna vedere le varie opportunità. So di essere in buone mani qui da Porsche. Magari posso fare qualcosa con loro anche in futuro. La mia priorità è quella di correre ancora qualche anno, visto che mi sento bene e ho ancora la motivazione per andare avanti.”

Ci potresti dire quello che ritieni il momento migliore della tua carriera?

“Ce ne sarebbero tanti! Per correre così a lungo bisogna sempre provare cose nuove. Non sono mai rimasto per tanti anni nello stesso campionato. Il primo di questi momenti risale a quando ho vinto la prima gara internazionale sui kart, il Trofeo Margutti 1995. Lì è stata la volta in cui ho capito di poter essere un pilota di livello internazionale. Quell’anno ho vinto il mondiale, Fernando Alonso era terzo. Abbiamo la stessa età e anche lui adesso sta facendo una carriera bellissima! L’highlight della mia carriera è la 24 ore di Le Mans del 2011, una gara impressionante in cui ho mostrato al mondo cosa posso fare.”

C’è una domanda che tutti gli appassionati di Formula 1 vorrebbero porti. Come hai fatto a correre con la Catheram a Spa?

“Quella è stata una grande opportunità per me! Ho ricevuto la chiamata dal capo della squadra, che mi ha chiesto di fare questa gara perché stavano pensando di cambiare pilota e perché conosco bene Spa, essendo cresciuto in Belgio e avendo partecipato a molte gare. Ho avuto piacere a ricevere quella chiamata, però non avevo nessuna esperienza su una vettura di Formula 1 né l’opportunità di fare delle prove. Così mi sono chiesto cosa sarebbe potuto succedere, ma visto che avevo già un bel contratto con Audi ho deciso di provare. È andata bene! In qualifica sono stato davanti al mio compagno non avendo mai guidato quella macchina. Avevo solo fatto qualche ora al simulatore, però, avevo già capito come guidarla e come utilizzare i sistemi. In gara si è spenta la macchina dopo due giri.

Questa è la storia! È stato molto bello essere pilota di Formula 1 per un weekend. Tanti giornalisti sono venuti al motorhome a trascrivere la mia storia, che non pensavo potesse essere così importante. Pensavo che il mio debutto in Formula 1 sarebbe stato solo una piccola notizia, ma l’hospitality era piena di gente che voleva trattare questa storia. Catherham mi ha chiesto se volevo fare anche Monza. Ho detto che avrei partecipato solo se avessi avuto la possibilità di correre l’intero weekend. Loro volevano mettere un altro pilota nelle prove e così ho rifiutato la proposta. Così ho corso solamente a Spa. Mi hanno chiesto anche di fare Abu Dhabi, ma non mi interessava più di tanto. Avevo capito che non c’era un futuro per me con loro o in generale in Formula 1, vista la mia età. Ho corso una volta e mi va bene così!”

Ora siamo arrivati all’ultima domanda. Quali sono i tuoi obiettivi del 2023 o, comunque, del futuro prossimo?

“Nel 2023 vorrei finire la stagione di Formula E in modo positivo, con almeno un podio. La prossima gara è a Roma e lì sono sempre andato forte. Vorrei vincere! Nel WEC abbiamo avuto qualche problema, ma abbiamo ancora le gare di Monza (poi finita al settimo posto, ndr), Fuji, che per me è un po’ la gara di casa, e Bahrain. L’obiettivo sarebbe salire sul podio di nuovo come a Portimao. Il programma sta procedendo a rilento, ma abbiamo la motivazione sul lungo periodo! Dobbiamo fare le cose bene già ora per essere una top squadra l’anno prossimo o fra due anni.”

Un ringraziamento speciale va ad André per la sua disponibilità e la sua voglia di interfacciarsi ai nostri microfoni.

Media: WEC Twitter

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