WEC / DTM | Intervista a René Rast: “Penso che la mia esperienza aiuti molto nello sviluppo della BMW”

Autore: Francesco Gritti
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Pubblicato il 23 Aprile 2025 - 14:00
Tempo di lettura: 5 minuti
WEC / DTM | Intervista a René Rast: “Penso che la mia esperienza aiuti molto nello sviluppo della BMW”
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P300.it ha intervistato René Rast, pilota del BMW M Team WRT nel WEC e di Schubert Motorsport nel DTM, durante la 6 Ore di Imola. Ecco come ha risposto alle nostre domande.

da Imola – René Rast è una vera e propria leggenda vivente dell’automobilismo tedesco. Nella sua carriera ha vinto moltissimi campionati a ruote coperte, soprattutto nella nativa Germania, ma, nonostante ciò, ha stupito gli appassionati di tutto il mondo grazie a delle performance di pregevole fattura nelle tantissime categorie in cui ha competuto.

Ciao René, grazie di essere qui con noi. Per partire ti portiamo indietro nel tempo. Come ti sei appassionato al motorsport?

“Sono sempre stato affascinato dalla velocità pura. Quando avevo 6 anni già guidavo una minimoto nella boscaglia e un quad attorno a casa, quindi ho sempre avuto questa passione per l’adrenalina. Poi mio papà mi ha comprato un kart, e da lì è partita la mia carriera.”

Nella prima parte della tua carriera hai ottenuto grandi risultati nei campionati turismo e nei monomarca Porsche. Puoi raccontarci di più su quel periodo?

“Quel periodo è stato davvero emozionante. Come hai già detto, ho guidato per molto tempo, circa 6 anni, in Porsche Carrera Cup e in Porsche Supercup. Il mio sogno è sempre stato quello di diventare un pilota ufficiale, ma con Porsche non è mai andata per il verso giusto. In quegli anni mi sono messo alla prova per mostrare a tutti di essere in grado di vincere dei campionati. Ci sono riuscito per tre volte di fila in Porsche Supercup e due in Porsche Carrera Cup Germany. Nonostante ciò, nessuno ha voluto darmi una chance in un programma ufficiale fino all’arrivo di Audi, che mi ha permesso di dimostrare il mio valore nel ruolo di pilota factory. Il periodo in Porsche è stato veramente bello, anche perché ho imparato molte cose.”

Il tuo nome è legato anche ai grandi risultati che hai ottenuto alla fine della seconda era del DTM. Puoi raccontarci qualche aneddoto?

“Dopo gli anni in Porsche Supercup sono andato nel DTM. Nel 2017, che è stato il mio primo anno nel campionato, ho vinto il titolo. Questo risultato è stato un po’ sorprendente, visto che non me l’aspettavo. Negli anni successivi sono riuscito a impormi in altre due occasioni, diventando quindi 3 volte campione del DTM, cosa che, anche in questo caso, era inaspettata. Anche questo è stato un bel periodo della mia carriera, in cui ho imparato molto e in cui ho lavorato con molte persone meravigliose e con piloti forti. Quando ero giovane il mio sogno era diventare un pilota del DTM, quindi tutto ciò è stato magnifico.”

Da diversi anni il DTM è diventato un campionato che utilizza le GT3. Cosa ne pensi di questo cambio di formula?

“Penso che questo cambiamento sia stato necessario, perché le Class 1, per quanto siano state fantastiche, erano troppo costose e, per questo motivo, nessuno poteva più permettersele. Il DTM aveva bisogno di una svolta, che è arrivata con le GT3, le quali sono auto molto più economiche delle Class 1. In questo modo anche dei team privati possono partecipare al DTM. Penso che le gare siano comunque molto belle, visto che non ci sono mai stati così tanti costruttori e che la competizione è ancora serratissima ed emozionante. Ci sono ancora moltissime persone sulle tribune, che sembrano diventare sempre di più ogni anno. Inoltre il campionato viene mostrato in diretta televisiva. La serie in sé è ancora di livello altissimo. Certo, le auto sono più lente, diverse da guidare e, magari, un po’ meno eccitanti, ma, nonostante ciò, continuano a creare una bella competizione.”

Inoltre hai corso anche in Formula E. Qual è stata la scintilla che ti ha fatto unire al circus elettrico?

“Dopo che Audi aveva abbandonato il DTM per una questione economica, sono stato scelto dal costruttore per correre in Formula E. Ho accettato, perché la serie elettrica all’epoca era ancora in crescita, quindi ho partecipato per un anno con Audi. Quando il marchio si è ritirato dalla categoria ho scelto di proseguire con McLaren Racing, con cui ho passato dei bei momenti e con cui mi sono divertito molto. Alla fine ho scelto di percorrere una strada diversa perché la Formula E non è il mio tipo di competizione. Preferisco le gare di durata, quindi ho lasciato la Formula E e mi sono dedicato a tempo pieno al DTM e alle endurance con BMW.”

Oramai sei al secondo anno con BMW nel WEC. Come mai sei stato scelto per fare parte di questo programma? Come giudichi la crescita del marchio in questo campionato?

“Spero mi abbiano scelto perché ho molta esperienza. Conosco la vettura molto bene perché è simile alle vecchie Class 1 del DTM. Di solito non causo molti danni perché sono un pilota parsimonioso che cerca sempre di portare la macchina a casa. Inoltre posso fare dei buoni giri qua e là. Penso che la mia esperienza aiuti molto nello sviluppo della macchina, che è stato necessario all’inizio. Basti pensare a dove eravamo due anni fa, quando la macchina non era molto competitiva e aveva problemi di affidabilità, e dove siamo ora. Abbiamo fatto un grande progresso in questi anni, in cui il team è cresciuto molto. Finalmente ora stiamo lottando con i grandi per i podi!”

Come abbiamo già accennato, quest’anno correrai anche nel DTM con Schubert Motorsport. Per te è difficile saltare da un’auto all’altra?

“Sicuramente non è facile passare da una LMDh a una GT3 e viceversa! Hai bisogno di un po’ di tempo per abituarti del tutto. Oramai, però, lo faccio da diversi anni, quindi, per me, non è niente di nuovo.”

Ti faccio un’ultima domanda. Qual è l’auto più bella che tu abbia mai guidato?

“Probabilmente l’Audi R18 LMP1!”

Ringraziamo René per la sua disponibilità.

Media: BMW Group Press

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