WEC | 6h di Imola 2025: Cronaca di un trionfo Ferrari nella gara di casa

Autore: Francesco Gritti
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Pubblicato il 22 Aprile 2025 - 13:00
Tempo di lettura: 16 minuti
WEC | 6h di Imola 2025: Cronaca di un trionfo Ferrari nella gara di casa
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La Ferrari #51 di Calado, Giovinazzi e Pier Guidi vince la 6 Ore di Imola 2025. La Porsche #92 batte la BMW #46 in LMGT3

da Imola – La 6 Ore di Imola ha regalato grandi emozioni al pubblico di casa. La vittoria a dir poco turbolenta della Ferrari #51, la prima della casa del cavallino in una endurance italiana dopo oltre 50 anni, ha permesso ai Tifosi di esprimere tutta la propria gioia sotto al podio.

La sessione più importante del secondo round del FIA World Endurance Championship 2025 sta per cominciare. La 6 Ore di Imola, che si tiene all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, metterà a dura prova i piloti, che dovranno affrontare una pista tortuosa, in cui sono difficili sia i sorpassi che i doppiaggi.

L’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari, situato a Imola, nasce come pista semipermanente nel lontano 1953. Il circuito ha poi espanso il numero e il rango delle attività ospitate grazie a una serie di ammodernamenti avvenuti nel corso dei numerosi anni di attività, l’ultimo dei quali risale al 2009. Il tracciato, caratterizzato da molti cambi altimetrici e brevi rettilinei, è composto da 21 curve, 11 a sinistra e 10 a destra, e presenta una lunghezza di 4,909 km. La 6 ore di Imola, inizialmente concepita nel 2011 come tappa della Le Mans Series, non è mai apparsa nel calendario del WEC prima del 2024.

Sono 36 gli iscritti all’evento. Aston Martin decide di schierare solo due piloti sule due Hypercar, lasciando quindi a riposo Gunn e De Angelis. Un infortunio in allenamento non permette a Barnicoat di partecipare alla corsa. L’inglese della Lexus #78, che partecipa nella classe LMGT3, sarà sostituito da Esteban Masson, attualmente secondo nell’ELMS, campionato a cui partecipa in classe LMP2, e iscritto alla Super Formula Lights.

La gara – Hypercar

La Ferrari #51 inizia la corsa nel migliore dei modi. Anche la BMW #15 scatta bene, ma non riesce a superare la 499P di AF Corse alla prima staccata. La Porsche #5, a causa di un’infrazione della procedura di partenza, deve scontare 5 secondi di penalità nella prima sosta di giornata.

Dopo 35 minuti dal via, un incidente in LMGT3 obbliga la direzione gara a chiamare il regime di FCY. La Cadillac #12 e la Alpine #35 sono costrette a svolgere un drive through per un’infrazione commessa durante la neutralizzazione.

A 48 minuti dal via la Peugeot #94 si rende protagonista di un paio di manovre decisamente aggressive alle Acque Minerali. La vettura francese prima spinge la Cadillac #12 nella via di fuga esterna alla chicane e poi, in uscita, manda la Porsche #5 con due ruote sull’erba. Il primo contatto costringerà la 9X8 a restare ferma sulla piazzola davanti al box per 10 secondi prima dell’inizio del pit stop.

La serie di soste viene inaugurata dalla Ferrari #50, in rimonta dal fondo, e dalla Aston Martin #009 dopo 56 minuti. Le due auto sono seguite al passaggio successivo dalla Toyota #7 e dalla #007 e a quello dopo ancora dalla BMW #15, dalla Toyota #8, da entrambe le Alpine e dalla Porsche di Proton Competition.

All’ora piena è la volta di Porsche #6, Peugeot #94, Cadillac #12 e della Ferrari di AF Corse, che sono seguite, a loro volta, da Ferrari #51, BMW #20, Porsche #5 e Cadillac #38. Alla fine della serie di soste il podio virtuale è composto dalla #51, dalla #83 e dalla #15.

Il secondo stint è abbastanza povero di azione. L’unico fatto degno di nota è il testacoda della Peugeot #93 alla Tosa, causato da un tamponamento della Cadillac #38 guidata da Bamber, dopo un’ora e 28 minuti di gara. Poco dopo, un incidente tra vetture di classe LMGT3 porta in pista la safety car.

La Ferrari #50, nel frattempo salita in alta classifica, apre il valzer dei pit stop dopo un’ora e 57 minuti. Contemporaneamente un fatto insolito compromette la strategia di una delle possibili protagoniste della corsa.

Un contatto alla Variante Alta tra la BMW #20 e la Toyota #7 causa dei danni alla parte posteriore destra della scocca della vettura tedesca, che si staccherà una volta raggiunto il rettilineo di partenza. Dopo l’identificazione del detrito, la direzione gara richiama il regime di FCY.

La Toyota #8, guidata alla fine della seconda ora da Hartley, entra in pit lane pochi secondi dopo l’ingresso del regime di velocità limitata. La penalità per questa infrazione è un drive through, che costringerà la GR010 a ricostruire la sua corsa daccapo.

La Ferrari #51 resta in cima al gruppo anche all’inizio della terza ora, nella quale l’azione non la fa da padrona. Durante questo periodo la 499P di Calado, Giovinazzi e Pier Guidi rimane stabilmente davanti alla sorella #83 e alla BMW #15.

La presenza di diverse strategie rimescola le posizioni nel momento in cui si entra nella seconda metà della corsa. Un pit stop rapidissimo permette alla Porsche #6 e alla BMW #20 di salire in prima e terza posizione. Il cambio gomme obbliga la Ferrari #51, nel frattempo scesa seconda, a una piccola rimonta.

Quando mancano poco più di due ore e mezza al termine della gara, la M Hybrid citata nel paragrafo precedente viene attaccata con successo dalla Toyota di de Vries, che conquista alla Variante Alta la medaglia di bronzo. Quasi in contemporanea inizia la lotta per la prima posizione.

Le gomme fresche permettono alla Ferrari #51 di recuperare facilmente la Porsche #6. La 963, però, è guidata da Campbell, un pilota estremamente abile in difesa. Nonostante ciò, la Rossa di Maranello riesce a superare agilmente la rivale a causa di un bloccaggio dell’australiano alla Rivazza quando manca circa mezz’ora alla sosta successiva.

La velocità della BMW #15, finora sempre rimasta nelle prime posizioni, non è un fuoco di paglia. La dimostrazione di ciò avviene dopo 3 ore e 40 minuti dall’inizio. Marciello, in questo frangente, riesce difatti a strappare dal collo di de Vries la medaglia di bronzo grazie ad un sorpasso ben studiato al Tamburello.

Un incidente fra vetture della categoria più lenta obbliga i commissari a chiamare il regime di VSC, che poi diventerà di safety car, a 2 ore e 16 minuti dal termine. Durante questo periodo, in cui qualche goccia tocca il tracciato romagnolo, tutte le vetture sfruttano il momento propizio per preparare la quinta ora di gara.

Il possibile arrivo di una perturbazione allarma la Ferrari #50, che decide di svolgere una sosta addizionale dopo meno di un quarto d’ora dal restart. La strategia della Rossa viene seguita anche dalla Toyota #8 e dalla Porsche di Proton Competition.

La pioggia, però, non arriverà mai in quantità cospicua sul tracciato. Bisogna dire, però, che l’anticipazione delle soste data dalla VSC obbliga tutti i rivali a svolgere il proprio pit stop prima del termine della quinta ora di gara, lasciando di fatto in mano alle due LMH più quotate la lotta per la prima posizione in pista.

La Ferrari #50 e la Toyota #8, difatti, danno vita ad una lotta serratissima prima del loro ultimo viaggio in pit lane. Durante questo periodo, Fuoco, autore di una serie di attacchi, non riesce mai a mettere i piedi in testa ad un Buemi in modalità ultra difensiva.

La loro sosta, avvenuta a 50 minuti dall’esposizione della bandiera a scacchi, lascia spazio alla BMW #20, che, per la prima volta quest’oggi, conquista lo scettro della competizione. La Ferrari #51 e la Alpine #36 seguono l’auto teutonica a debita distanza.

Nonostante il rifornimento, la Toyota #8 e la Ferrari #50 restano vicine. La battaglia fra le due vetture prosegue senza sosta fino al minuto numero 263, in cui un attacco ottimista della 499P al Tamburello spedisce entrambi i contendenti nella sabbia. Ad avere la peggio è la Rossa, che sarà costretta a svolgere un pit stop supplementare a causa di una foratura alla gomma posteriore sinistra.

Il serbatoio della M Hybrid di Frijns, Rast e Sheldon van der Linde, però, si svuota quando manca mezz’ora alla fine della corsa. L’auto tedesca si aggiunge così a una lista abbastanza folta di vetture che svolgono il proprio ultimo pit stop nelle fasi finali della competizione.

Anche la Ferrari #51, nel frattempo tornata in cima al gruppo, sarà costretta a cedere la corona, almeno momentaneamente, a 13 minuti dal termine. La sorella gestita direttamente da AF Corse eredita così la leadership, che terrà solamente per un paio di tornate. La sosta finale della “Giallona”, difatti, riconsegna la testa della corsa alla dominatrice della giornata.

La Ferrari #51, guidata da James Calado, Antonio Giovinazzi e Alessandro Pier Guidi, vince la 6 Ore di Imola. L’auto italiana è seguita sul podio dalla BMW #20 di Frijns, Rast e Sheldon van der Linde e dalla Alpine #36 di Gounon, Makowiecki e Schumacher. La Ferrari di AF Corse, prima nella classifica team, termina la gara solo in quarta posizione. Toyota #8, BMW #15, Toyota #7, Porsche #6, Peugeot #93 e Cadillac #12 completano la top 10.

James Calado, Antonio Giovinazzi e Alessandro Pier Guidi hanno ottenuto la loro seconda vittoria in Hypercar, la prima dalla 24 Ore di Le Mans 2023. Per l’inglese e per il piemontese, entrambi piloti di lunga esperienza nel WEC, si tratta, rispettivamente, della quattordicesima e della tredicesima affermazione di classe, mentre per il pugliese si tratta del secondo trionfo in assoluto. La Ferrari #51 si è dimostrata molto più veloce della #50 quest’oggi. Nonostante ciò, la cavalcata verso il titolo è ancora lunghissima.

La gara – LMGT3

La BMW #46 mantiene senza problemi la prima posizione al via. La vettura di Monaco è seguita a ruota dalla Ferrari #21 e dalla Lexus #87. Un’infrazione nella procedura di partenza costringe la #21, la #87, la BMW #31, la Chevrolet #81, la McLaren #95 ed entrambe le Ford ad allungare la propria prima sosta di 5 secondi.

Il primo incidente avviene dopo 32 minuti. Keating, pilota della Chevrolet #33, viene toccato da Célia Martin, a bordo della Porsche di Iron Dames, mentre cerca di difendere la posizione all’ingresso del Tamburello. L’attacco aggressivo della francese manda in testacoda l’americano, che, in fase di rientro in pista, cosparge di sabbia la traiettoria ideale.

La direzione gara chiama la FCY per permettere ai marshall di ripulire la zona interessata. Il lavoro dei commissari, però, non si ferma, visto che, per l’incidente sopracitato, costringono la Porsche incriminata a svolgere un drive through.

Il restart regala la prima sorpresa di giornata. Heriau, pilota della Ferrari #21, sfrutta il pessimo stacco di frizione di Al Harthy per guadagnare la testa della corsa grazie ad un sorpasso al Tamburello. La direzione gara punisce con un drive through la Ford #88, rea di aver infranto le procedure di FCY.

Sarà la Mustang #77 ad aprire le soste. La vettura americana, che ha svolto il primo pit stop dopo solo 51 minuti, verrà seguita al passaggio successivo dalla Ferrari #21, che cede così la testa della corsa alla BMW #46. La prima fermata di Al Harthy permette alla Lexus #87 di stare sotto le luci della ribalta per qualche minuto.

All’inizio della seconda ora la classifica è molto chiara. La BMW #46, grazie al suo overcut, è riuscita a tornare fisicamente davanti alla Ferrari #21, scesa nel frattempo in seconda posizione. La Lexus #87, invece, mantiene stabilmente la medaglia di bronzo.

Passano pochi minuti e la Ford #88 perde numerose posizioni. La causa è un contatto alla Variante Alta fra Gattuso e Flohr. La direzione gara giudica colpevole la Ferrari #54 guidata dallo svizzero, che verrà sanzionata con 10 secondi di penalità, i quali verranno scontati durante la sosta successiva.

La gara è partita da un’ora e 32 minuti nel momento in cui avviene il primo grosso incidente della competizione. All’ingresso della Rivazza la BMW #31, guidata in quel momento da Shahin, tampona la Aston Martin di Heart of Racing, in mano a James, la quale viene spedita con irruenza contro le barriere.

Per rimuovere la Vantage viene disposto l’ingresso in pista della safety car. La manovra dell’australiano verrà punita dalla direzione gara con uno stop and go, che è stato comunicato alla squadra due ore dopo i fatti incriminati.

Poco dopo la ripartenza, tutte le vetture della classe inferiore si fermano per svolgere il secondo pit stop di giornata. La sosta tardiva penalizza la BMW #46, che viene superata grazie alla strategia dalla Lexus #87. La gemella #31, invece, sfrutta un errore del poleman alla Villeneuve per prendere il gradino centrale del podio.

Rossi, però, è molto veloce e riesce a recuperare senza problemi la medaglia d’argento grazie ad un attacco al Tamburello dopo 2 ore e 12 minuti dal via. Boguslavskiy, che è salito sulla #31 all’inizio del terzo stint, verrà poi passato da Mann, pilota della Ferrari #21, poco prima della sosta.

Un pit stop prolungato da parte della Lexus #87 permette alla BMW #46 di recuperare la leadership a 3 ore abbondanti dalla fine della corsa. La Ferrari #21, invece, riesce a mantenere la posizione presa sul campo ai danni della #31.

La vettura giapponese, inoltre, è molto lenta. La #21 e la #31, che hanno recuperato la RC F senza troppa difficoltà, riescono a superare insieme l’auto di Akkodis all’altezza della Villeneuve. Oltre il danno, la beffa per la Lexus #87, che verrà penalizzata con uno stop and go di 25 secondi per uno speeding commesso da Schmid, che ha superato di ben 15 km/h il limite di velocità previsto in pit lane.

A due ore e mezza dal termine è di nuovo giunto il momento della sosta. Le gerarchie cambiano, visto che la Ferrari #21 si ritrova a guidare il gruppo davanti alla BMW #46 e alla Ford #77 dopo 3 ore e 35 minuti di gara.

Appena terminato il valzer dei pit stop, si assiste a un incidente al Tamburello fra la Aston Martin #10, guidata in quel momento da Barrichello, e la BMW #31, condotta dal connazionale Farfus, al termine del quale la M4 va in testacoda. Nel rientrare in pista, però, l’auto gestita da WRT va ad ostacolare una delle Corvette, che stava sopraggiungendo in quel frangente. La manovra appena descritta verrà sanzionata con un drive through.

La lotta per la prima posizione si fa subito ricolma di azione. Rossi, complici le gomme nuove, riesce a recuperare Mann e a metterlo sotto pressione. Il “Dottore”, però, si fa prendere troppo dall’entusiasmo e commette un errore importante, in grado di cambiare il risultato finale del suo equipaggio.

Quando mancano 2 ore e 16 minuti al termine della corsa, Mann sbaglia la staccata della Rivazza e va leggermente lungo. Rossi così si infila all’interno e prova il sorpasso in uscita di curva, ma la Ferrari gli chiude la traiettoria. Ad avere la peggio nel contatto è la #21, che terminerà la propria corsa nella gravel trap.

I piloti sfruttano il regime di VSC, poi tramutato in safety car, per svolgere una sosta supplementare. Durante questo periodo cade sul tracciato una lieve pioggerella, che, però, non influenzerà in alcun modo la strategia di gara.

Alla ripartenza la BMW #46 è ancora davanti a tutti. La vettura di Kelvin van der Linde, Rossi e Al Harthy viene seguita a ruota dalla Lexus #78 e dalla Porsche #92 fino ad una comunicazione da parte della direzione gara, che costringe la M4 a svolgere uno stop and go per via del contatto con la Ferrari avvenuto in precedenza. Anche la Ford #77 e la McLaren #95 vengono penalizzate, ma con un drive through, per aver infranto il regolamento durante il regime di VSC.

La Lexus #78 recupera così la testa della classifica. La RC F GT3 viene seguita dalla Porsche #92 e dalla Corvette #81, in grado di superare la gemella della leader, la #87, all’altezza del Tamburello. La #46, a causa della penalità, perde diverse posizioni.

Sarà proprio la #78 a fermarsi per prima quando mancano un’ora e 22 minuti all’esposizione della bandiera a scacchi. La #46, invece, è l’ultima delle 16 LMGT3 ancora in gara a svolgere il penultimo pit stop di giornata.

Il settimo stint si apre nel segno della Porsche #92, che prende inaspettatamente la prima posizione. La BMW #46, grazie ad una performance incredibile di van der Linde, sale addirittura seconda, mentre la Lexus #87 scende in terza posizione.

Le gerarchie restano stabili durante tutto il periodo passato tra una sosta e l’altra, che, per molte vetture, è decisamente breve. La Lexus #87, difatti, prova a recuperare terreno grazie ad un pit anticipato, arrivato quando mancano addirittura 47 minuti alla fine della corsa. Le altre vetture di alta classifica, invece, svolgono l’ultima visita ai box mezz’ora prima dell’esposizione della bandiera a scacchi.

La strategia dei giapponesi non paga e la Lexus #87 viene superata dalla gemella #78, che manterrà la terza posizione fino alla fine. Saranno, difatti, la Porsche #92 e la BMW #46 a giocarsi la vittoria. Durante questo periodo si assiste ad un drive through della McLaren #59 per un sorpasso svolto sotto bandiera gialla e all’esposizione della bandiera nera con cerchio arancione per la BMW #31, che ha danneggiato l’alettone posteriore.

La lotta per la vittoria si accende quando mancano due giri al termine della corsa. Nonostante sia più veloce del rivale, van der Linde, a bordo della BMW #46, non riesce in alcun modo a recuperare la prima posizione. La Porsche #92 guidata da Lietz, difatti, non lascia nemmeno uno spiraglio al sudafricano, che non avrà in nessuna occasione la possibilità mettere il cofano della sua M4 a fianco di quello della 911.

La Porsche #92, guidata da Richard Lietz, Riccardo Pera e Ryan Hardwick, vince la 6 Ore di Imola in classe LMGT3. La vettura teutonica è seguita sul podio dalla BMW #46 di Kelvin van der Linde, Rossi e Al Harthy e dalla Lexus #78 di Masson, Gehrsitz e Robin. Lexus #87, Ferrari #54, Corvette #81 e #33, Porsche #85, McLaren #95 e Ford #77 completano la zona punti.

Quello della Porsche #92 di Manthey 1st Phorm è un trionfo inaspettato e, al contempo, di pregiata fattura. Il tredicesimo successo nel WEC, terzo in LMGT3, di Richard Lietz è forse uno dei più importanti per il quarantunenne austriaco. Riccardo Pera conquista la seconda vittoria nel campionato, la prima dalla 6 Ore di Spa-Francorchamps 2019, mentre per Ryan Hardwick questa è la prima affermazione in carriera.

I risultati della gara

I risultati della 6 Ore di Imola

La classifica generale

La classifica del WEC al termine della 6 Ore di Imola

La vittoria odierna permette all’equipaggio della Ferrari #51, formato da James Calado, Antonio Giovinazzi e Alessandro Pier Guidi, di prendere la testa della classifica piloti in Hypercar grazie ai 50 punti conquistati finora. I piloti appena citati hanno, rispettivamente, 11 e 12 lunghezze di vantaggio su Hanson, Kubica e Ye, portacolori della #83 di AF Corse (leader della classifica team con 63 punti), e sui compagni Fuoco, Molina e Nielsen. Ferrari, a quota 92, domina il campionato costruttori.

La settima posizione odierna non frena Daniel Juncadella, Jonny Edgar e Ben Keating, piloti della Corvette #33, che guidano ancora il mondiale con 44 punti. I principali rivali, Gehrsitz e Robin, parte dell’equipaggio della Lexus #78, distano già 11 lunghezze dai leader del campionato.

I prossimi appuntamenti

Il WEC tornerà a solcare la pista dall’8 al 10 Maggio, le date in cui si svolgerà il weekend della 6 Ore di Spa-Francorchamps, terzo appuntamento dell’anno. Il mondiale endurance dividerà il tracciato con Porsche Carrera Cup Benelux e Porsche Sixt Carrera Cup Deutschland.

Media: Bonora Agency

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