WEC | 6 ore di Imola 2024: Cronaca di un trionfo Toyota e di un disastro Ferrari

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Tempo di lettura: 14 minuti
di Francesco Gritti @franz_house_vg
25 Aprile 2024 - 09:00
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La Toyota #7, guidata da Mike Conway, Kamui Kobayashi e Nyck de Vries, conquista un successo in grado di lanciarla in lotta per il titolo. BMW fa doppietta in GT3. Porsche competitiva in entrambe le classi.

da Imola

Il WEC è uno dei campionati più incredibili a cui si possa assistere. La possibilità che la classifica sia rivoluzionata da una serie immensa di fattori rende ogni secondo di gara interessante. Ogni scelta ha una sua importanza. Lo sa Ferrari, che ha perso una situazione di possibile dominio con una strategia erronea all’arrivo della pioggia. Lo sa Toyota, che si è ritrovata nel finale a gestire nonostante un inseguimento. Lo sa Porsche, che, a causa di errore, non ha potuto replicare il successo del Qatar. Il WEC si dimostra gara dopo gara sempre più elettrizzante.

Il FIA World Endurance Championship inizia il suo viaggio europeo in una sede inedita. Difatti, la 6 ore di Imola, il secondo appuntamento della massima serie di gare di durata, non è mai apparsa nel calendario prima di questa stagione. Le curve sinuose, che seguono l’andamento dei colli, e la carreggiata stretta rendono molto difficili i sorpassi in pista, soprattutto se si tratta di doppiaggi. Tutti si aspettano una corsa tranquilla, in cui la strategia la farà da padrone.

L’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari, situato a Imola, nasce come pista semipermanente nel lontano 1953. Il circuito ha poi espanso moltissimo il numero e il rango delle attività ospitate grazie a una serie di ammodernamenti avvenuti nel corso dei numerosi anni di attività, l’ultimo dei quali nel 2009. Il tracciato, caratterizzato da molti cambi altimetrici e brevi rettilinei, è composto da 19 curve, 10 a sinistra e 9 a destra, e presenta una lunghezza di 4,909 km. La 6 ore di Imola non è mai apparsa nel calendario del WEC.

La lineup piloti resta pressoché invariata rispetto a quanto visto un mese e mezzo fa in Qatar. Un infortunio durante un test ha reso indisponibile almeno per questo round Ferdinand Habsburg. Jules Gounon, che corre a tempo pieno nel GTWC con Mercedes-AMG di GetSpeed, lo sostituirà sulla Alpine #35 fino a quando non si sarà ripreso. L’unico altro cambio in Hypercar riguarda Cadillac. La vettura americana utilizzerà solamente due piloti, in quanto Sébastien Bourdais è a Long Beach per il terzo appuntamento dell’IMSA. Non si verificano variazioni nella griglia LMGT3.

La gara – Hypercar

Le Ferrari si impongono subito sugli avversari. La #50 è autrice di uno scatto perfetto, così come la #51, immediatamente alle sue spalle. Leggermente più staccata la privata #83 di AF Corse, che, comunque, si trova davanti a tutte le rivali dopo la partenza.

Già al Tamburello si assiste al primo incidente di giornata. La Alpine #36, guidata nelle prime fasi da Vaxivière, si scompone in frenata, causando una carambola che coinvolge anche Isotta Fraschini, Peugeot #94 e BMW #15. Tutte le vetture subiscono danni abbastanza gravi. Quella guidata da Wittmann, addirittura, deve rimanere nel box quasi un’ora. La A424 verrà sanzionata con un minuto di stop & go.

Al termine di un periodo molto rapido passato dietro la safety car, si ritorna a correre a pieno regime, anche se solo per pochi minuti: dei detriti provenienti da una GT3 al Tamburello causano la prima di una lunga serie di FCY.

Attorno all’ora si svolge, come di consueto, il giro di soste. La Alpine #35 e la Cadillac aprono le danze, mentre tutti gli altri, ad eccezione delle due Jota, svolgono il proprio pit entro le 14.05. Le gerarchie si muovono leggermente: la #51 guarda il gruppone dall’alto. La Porsche #6 e la Toyota #7 la seguono a distanza più o meno ravvicinata. Lontana la #50. La vettura guidata da Nielsen, a differenza degli avversari, cambia delle gomme, rimanendo attardata.

La seconda ora è condizionata principalmente dalla presenza di alcune penalità. La Ferrari AF Corse #83 e la Porsche #99 di Proton devono svolgere un drive through, la prima per un’infrazione sotto FCY, la seconda per eccessive escursioni oltre i limiti del tracciato.

Il terzo stint si apre con Isotta Fraschini in difficoltà. Bennett, appena salito sulla Tipo 6-C, va in testacoda prima alle Acque Minerali e poi alla Rivazza nel corso dei primi due passaggi a bordo del prototipo della casa milanese. Anche Ilott pare non trovarsi a proprio agio su un asfalto sempre più freddo giro dopo giro. L’inglese va lungo alla Tosa e deve essere rimesso in pista dalla gru. FCY.

Ferrari guida la classifica al giro di boa. La #51 e la #50 (rapida nelle soste) guidano con margine lo schieramento di prototipi. Le Toyota, però, sembrano riuscire a recuperare terreno sulle vetture del marchio di Maranello, le quali non sembrano particolarmente impensierite dalla possibile risalita dei propri acerrimi rivali. Difatti, un piccola rimonta della vettura guidata in quel momento da Molina ha fatto sudare freddo Calado, la cui leadership sembrava pronta a terminare dopo un tentativo di sorpasso particolarmente aggressivo.

Dopo 3 ore e mezza dal via, però, arriva l’imprevisto che tutti i piloti temono, nessuno escluso: la pioggia. Un testacoda apparentemente innocuo della Isotta Fraschini alla Variante Gresini fa sbarrare gli occhi a tutti i meccanici ed ingegneri presenti nei vari box. Una perturbazione sta cominciando a manifestarsi lievemente nel settore finale, lasciando qua e là zone di bassa aderenza. FCY per permettere alla gru di rimettere dentro le linee bianche la Tipo 6-C.

Al restart il pubblico assiste ad una delle azioni più spettacolari dell’intera gara. La Toyota #7 scatta perfettamente a differenza della Ferrari #50 e la supera immediatamente, prendendo di forza la seconda posizione all’ingresso della Rivazza.

Si torna in regime di FCY entro qualche minuto. Una foratura improvvisa alla gomma anteriore sinistra causa danni al parafango della Peugeot #94, i cui resti vengono sparpagliati all’ingresso del Tamburello. Inoltre, la Jota #12 torna nella gravel trap alla Tosa dopo aver toccato una chiazza umida in frenata. Verrà nuovamente aiutata a tornare in gara dai mezzi di soccorso.

L’arrivo della pioggia in tutto il circuito obbliga i direttori di prova a richiedere l’intervento della safety car, che andrà a ricompattare il gruppo dopo una sosta generale. La classifica al restart viene ampiamente modificata dalla neutralizzazione dei distacchi: ora Toyota precede Ferrari, con la #7 davanti alla #50. Terza posizione per Porsche #6.

Le vetture ripartono con gomme da asciutto e fredde su tracciato lievemente bagnato. Kobayashi non si trova immediatamente a suo agio in condizioni così difficili. L’alfiere della Toyota #7 sbaglia l’uscita della Villeneuve, lasciando strada libera a Molina, che porta la Ferrari #50 in prima posizione. Questo sorpasso, all’apparenza trionfale, segna, in realtà, l’ultimo acuto della casa di Maranello sulla pista di casa.

Al termine del primo giro quasi tutti si fermano per mettere le gomme da bagnato. Le condizioni dell’asfalto non sono adatte all’utilizzo delle slick. Gli unici a rimanere in pista sono le tre Ferrari e la Porsche #5, che, comunque, si adatterà entro qualche minuto alle condizioni degli avversari.

La strategia Ferrari appare immediatamente disastrosa. Le vetture di Maranello sono veloci come le GT3 e perdono diversi secondi al giro sulle avversarie, dalle quali non hanno speranza di potersi difendere. Le condizioni dell’asfalto non migliorano nel tempo e, per questo motivo, le tre 499P vengono richiamate al pit. Rientreranno con ampio distacco dalla leadership, oramai saldamente in mano ai costruttori rivali.

Il quinto stint si apre con davanti a tutti la Toyota #7, seguita a breve distanza dalla Porsche #6 e dalla #8. Questo periodo è caratterizzato da numerose FCY: la BMW #15, la Porsche di Proton Competition e la Alpine #35 si insabbiano, obbligando la direzione gara a intervenire per permettere l’ingresso in pista degli steward e dei mezzi di soccorso.

Si arriva così all’ultima ora. Il meteo è tornato clemente e già si nota una traiettoria asciutta. Tutte le vetture montano gomme slick durante l’ultimo pit stop. Andlauer apre lo stint finale con un testacoda alla Variante Alta, che causa una FCY. Il francese in forza a Proton opta per il rientro nei box. Si assiste anche a un drive through della BMW #20 a causa di un’infrazione al precedente pit.

Negli ultimi minuti Toyota rischia molto. La #7 è in crisi con il carburante e sta venendo recuperata dal duo Porsche Penske, mentre la #8, guidata da Hartley, perde molto tempo a causa delle continue imprecisioni alla guida compiute dal neozelandese.

La vettura giapponese in prima posizione viene recuperata dalla tedesca #6. Estre è velocissimo, molto più di Kobayashi, ma non gli basta prendere la posizione per poter ottenere la vittoria. A causa di un sorpasso sotto safety car, la vettura vincitrice della 1812km del Qatar necessita di staccare la rivale di 5 secondi per poter ottenere il secondo successo consecutivo.

Il francese, però, viene ostacolato da alcuni doppiaggi e da un errore alla Villeneuve quando mancano appena 6 minuti al termine della corsa. Non avviene neanche un tentativo di sorpasso. Diversa la situazione per la gemella arretrata. Un lungo al Tamburello dell’ultimo giro spalanca la porta a Fuoco, che riesce a superare Hartley e prendere la quarta posizione.

La Toyota #7 di Mike Conway, Nyck de Vries e Kamui Kobayashi vince la 6 ore di Imola. La seguono sul podio le due Porsche Penske, la #6 di Estre, Lotterer e Laurens Vanthoor e la #5 di Campbell, Christensen e Makowiecki. Ferrari #50, Toyota #8, BMW #20, Ferrari #51, AF, Peugeot #93 e Cadillac completano la top 10. Il podio dei privati continua con le due Jota: la #38 chiude la gara in undicesima posizione, la #12 in tredicesima. Squalificata la BMW #15.

Toyota è tornata e nessuno la fermerà più. Il nuovo equipaggio, già rapido in Qatar nonostante le prestazioni limitate dal BoP, sembra essere in grado di poter lottare davvero per il titolo, anche se è presto per stabilire i veri valori in campo. Oggi Mike Conway ha raggiunto la sua ventiduesima vittoria (diciottesima in top class e decima in Hypercar), avvicinandosi sempre di più allo status di leggenda in attività del WEC. Non vanno dimenticati Kamui Kobayashi, giunto al diciassettesimo trionfo (decimo in Hypercar), e Nyck de Vries, al primo successo in top class (e secondo nella serie). Il campionato è lungo, ma una cosa è certa: il costruttore giapponese non sarà facile da battere.

La gara – LMGT3

Il primo incidente avviene prima che le vetture raggiungano il Tamburello. La Lamborghini #85 viene tamponata dalla Porsche #91 sul rettilineo di partenza. Shahin deve scontare uno stop & go di un minuto a causa del contatto. L’auto delle Iron Dames rallenta dopo pochi minuti e deve rientrare nei box.

Lo scorrere del tempo non rende meno caotica la prova della classe inferiore. La Ford #88 perde pezzi dal posteriore a causa di un diffusore non attaccato correttamente. Gli steward obbligano la Mustang di Barker, Robichon e Hardwick a un pit per sostituire la componente incriminata.

Passa mezz’ora e la direzione gara chiama la FCY. Flohr ha perso il controllo della sua Ferrari al Tamburello. Visto che la #54 è bloccata nella via di fuga, è necessario l’intervento della gru per riportare la sua 296 con le quattro ruote sull’asfalto.

Il primo giro di soste si apre a causa di una coincidenza sfortunata. La McLaren #59 si ferma dopo 50 minuti per via di una foratura alla gomma posteriore destra. Le Corvette scelgono di anticipare il pit di qualche minuto rispetto alle avversarie, che rientrano praticamente tutte assieme.

La seconda ora definisce le gerarchie di testa. La Porsche #92 rende ancora più solida la sua leadership, mentre le due BMW inseguono a debita distanza. Leung comincia a sentire la stanchezza e perde terreno, venendo superato dalla Ferrari #55 di Heriau al Tamburello poco prima della metà dello stint.

La terza ora non inizia nel migliore dei modi per la Aston Martin #27, la Lexus #87 e la Ford #88. Le tre vetture, a causa di un’infrazione in regime di FCY, devono scontare un drive through. L’auto gestita da D’station Racing, inoltre, viene penalizzata una seconda volta. Il team battente bandiera giapponese non potrà toccare la propria Vantage per 10 secondi nel corso del pit successivo per non aver svolto correttamente la seconda sosta del giorno.

La gara della Ford nera è un crescendo continuo di difficoltà e problemi. Parte del dissuasore posteriore si stacca pochi giri dopo il cambio pilota, innescando una reazione a catena estremamente pericolosa. Il pezzo di carbonio, ora penzolante, tocca la gomma posteriore destra in diverse occasioni, obbligando Pedersen al rientro nei box. Nonostante il lavoro dei meccanici Proton, la #88 è costretta a lasciare la corsa con diverse ore di anticipo.

Il termine della prima metà della sessione è un periodo florido per le attività della direzione gara. Vengono assegnati dei drive through ulteriori alla Ford #77 (abuso dei limiti del tracciato), alla Lamborghini #60 e alla Porsche #91 (entrambe per aver ignorato la bandiera blu).

Comincia a piovigginare al termine della quarta ora. La VSC e la successiva safety car ricompattano il gruppo e danno la possibilità ai piloti di staccare l’attenzione dalla pista e di concentrarsi sulla strategia. Le Chevrolet, le Aston Martin, le Porsche e l’unica Ford rimasta decidono di montare gomme da bagnato, mentre gli avversari continuano a utilizzare pneumatici slick.

L’azzardo delle vetture con una sosta in meno viene ripagato. Nonostante le condizioni siano a loro favore, le auto su gomma wet riescono a recuperare solo qualche decimo al giro sugli avversari, che, grazie anche all’elettronica delle GT3, riescono comunque a tenere in pista il proprio mezzo, anche se con molta difficoltà.

Le BMW, quindi, si trovano ora ampiamente davanti alla Porsche #92, vettura dominante nella prima parte di gara. La distanza fra i due marchi tedeschi rimane ampia anche grazie alle continue FCY. La #31, però, è più veloce della #46. Questo permette a Farfus di superare con stile il compagno di squadra Martin alle Acque Minerali nella seconda metà dello stint su bagnato.

Al pit stop successivo tutti ritornano su slick. Da questo momento in poi l’azione in pista è abbastanza fossilizzata. Verranno di seguito riportate solo le penalità. Verranno sommati 5 secondi sul tempo di gara alla Chevrolet #81 e all’Aston Martin #777 per sorpasso durante la procedura di safety car e irregolarità al pit.

La stessa vettura inglese (assieme alla Lamborghini #60) verrà sanzionata anche con un drive through per mancato rispetto della bandiera blu. Anche se per motivi diversi, in questo caso infrazione delle procedure di FCY, la BMW #46 ed entrambe le Ferrari dovranno passare dalla pit lane senza fermarsi alla propria piazzola.

La BMW #31, guidata da Augusto Farfus, Sean Gelael e Darren Leung, vince la 6 ore di Imola in classe LMGT3. Il podio è formato per intero da costruttori tedeschi: la casa dell’elica fa doppietta, visto che la #46 di Martin, Rossi e Al Harthy chiude al secondo posto. Terza posizione per la Porsche #92 di Bachler, Sturm e Malykhin, che allunga in campionato. Ferrari #55, Aston Martin #27, McLaren #95, Chevrolet #81 e #82, Ford #77 e Aston Martin #777 completano la zona punti.

BMW conquista la sua prima vittoria nel WEC, e lo fa con tre piloti che si sono conosciuti in pista di recente. Solo Sean Gelael ha già ottenuto dei successi di classe nel campionato (ben 3 in LMP2). Gli altri, invece, non hanno mai concluso in prima posizione una singola gara nella serie. Oggi il costruttore bavarese ha dimostrato come la M4 GT3 sia una vettura molto competitiva nelle diverse condizioni. Bisognerà attendere i prossimi mesi per capire se ci sarà la possibilità effettiva di competere per il titolo.

I risultati della gara

I risultati della 6 ore di Imola

La classifica generale

La classifica del WEC al termine della 6 ore di Imola

Nonostante il secondo posto di oggi, l’equipaggio della Porsche #6, formato da Kévin Estre, André Lotterer e Laurens Vanthoor continua a guidare il campionato con 56 punti, 16 in più della Toyota #7 di Conway, Kobayashi e de Vries. La vettura giapponese si ritrova con una sola lunghezza di vantaggio sulla #5, guidata quest’anno da Campbell, Christensen e Makowiecki. La casa di Stoccarda guida anche la classifica costruttori (+9 su Toyota) e quella destinata ai privati (con Jota #12 appena a +1 su AF #83).

Il terzo posto a Imola permette all’equipaggio della Porsche #92, composto da Klaus Bachler, Joel Sturm e Alex Malykhin di mantenere inalterata la propria posizione in classifica. Il team battente bandiera lituana (54), per il momento ha 17 punti di vantaggio sui principali inseguitori, la BMW #31, di Farfus, Gelael e Leung, e la Aston Martin #27, di Riberas, Mancinelli e James.

I prossimi appuntamenti

Il paddock del WEC è pronto a fare le valigie. La massima serie di durata tornerà in pista l’11 Maggio per la 6 ore di Spa-Francorchamps. Le categorie di contorno dell’appuntamento belga saranno Porsche Carrera Cup Benelux e Lamborghini Super Trofeo Europe.

Media: Riccardo Righetti

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