La Ferrari #50, guidata da Fuoco, Molina e Nielsen, vince la 1812km del Qatar. La #83 e la #51 completano il podio. Successo in LMGT3 per la Chevrolet #33.
Il FIA World Endurance Championship 2025 è entrato nel vivo dell’azione. Il primo round della serie, la 1812km del Qatar al Lusail International Circuit, è uno dei più complessi di tutto il calendario, sia perché si corre su una pista dove il consumo delle gomme è particolarmente elevato, sia per la sua durata, di circa 10 ore.
Il Lusail International Circuit nasce dalla volontà del governo del Qatar di creare un impianto in grado di ospitare gli eventi motosportivi più importanti al mondo. Partendo da questo presupposto viene costruito, nel 2004, un tracciato lungo 5,400 km composto da 16 curve, 10 a destra e 6 a sinistra. Il suo layout principale è rimasto praticamente immutato dall’anno di costruzione. Sono state compiute, difatti, solo modifiche minori nel 2021 e nel 2023.
La 1812 km del Qatar è una gara di recente istituzione. Il Lusail International Circuit ha ospitato la prima edizione di questa corsa solo nel 2024. Le vetture iscritte all’evento sono le 36 che partecipano all’intera stagione del WEC.
La gara – Hypercar
Al via le due Ferrari sono subito incredibilmente competitive. La #51 scatta benissimo, mentre la #50, partita in seconda fila, riesce immediatamente a superare la BMW #15 grazie ad una manovra aggressiva in curva 1.
Al giro 10 Bamber sbaglia a prendere le misure e urta la McLaren #95 (LMGT3) mentre la sta doppiando in uscita da curva 1. L’errore del neozelandese manda la Cadillac #38 in testacoda. Una foratura costringe la Porsche #5 a svolgere il primo pit stop al termine del quattordicesimo passaggio.
Dei detriti costringono la direzione gara a neutralizzare la corsa in regime di FCY al giro 23. Al termine di questa breve pausa Magnussen, probabilmente a causa di un comando sbagliato, riparte a pieno regime con qualche secondo di ritardo. Pochi chilometri più tardi, la BMW #15 del danese urterà contro la #31, vettura compagna di marca in classe LMGT3, in curva 14.
Al giro 27 inizia la prima serie di soste, inaugurata dalla Toyota #8. La vettura giapponese sarà seguita, tre passaggi più tardi, dalle Aston Martin e quattro dalla BMW #15. Su una delle Valkyrie, però, si verifica un problema poco dopo il pit stop.
La portiera destra della Aston Martin #009 resta aperta. I tentativi del pilota di far tornare alla normalità “l’appendice areodinamica” della vettura sono vani, visto che il pezzo incriminato si stacca all’altezza di curva 14. La Valkyrie in questione rientra nei box per delle riparazioni.
Nel corso del giro 33 si fermano al pit Alpine #35, Toyota #7 e Proton. Le seguiranno appena cinque chilometri più tardi Ferrari #50, Alpine #36, Peugeot #94 e Porsche #6, che, a loro volta, verranno imitate solo un passaggio dopo da Ferrari #51, BMW #20, Peugeot #93 e Cadillac #12.
La Cadillac #38 guadagna così la leadership della gara, anche se per solo un passaggio. La vettura americana, difatti, dovrà indietreggiare al termine del giro 36 a causa della propria sosta. Al termine della girandola dei pit stop le Ferrari #51 e #50 sono in testa alla corsa. Le segue, un po’ a sorpresa, la Porsche #5. La posizione della vettura di Stoccarda, in realtà, non è realistica, visto che sta seguendo una strategia diversa rispetto a quella del resto del gruppo.
Dopo 38 giri dalla partenza la direzione gara decide di fare rallentare le vetture per permettere ai commissari di rimuovere la portiera della Aston Martin in sicurezza. Un’infrazione in regime di FCY obbligherà la Peugeot #93 a svolgere un drive through.
Attorno all’ora e mezza di gara il pubblico assiste a due fatti degni di nota. La Aston Martin #009 rientra in pista dopo diversi minuti passati nel box. La Porsche #5, invece, svolge il secondo pit stop durante il giro 49, cedendo così il gradino più basso del podio alla Cadillac #38.
La Ferrari di AF Corse apre il giro di soste. La vettura di Hanson, Kubica e Ye, difatti, decide di fermarsi nella propria piazzola solo durante il cinquantanovesimo passaggio. La vettura italiana sarà seguita, 5 tornate più tardi, dalla Toyota #8.
Contemporaneamente si assiste al testacoda della gemella #7, causato da una traiettoria sbagliata. La Toyota di Conway, Kobayashi e de Vries, difatti, perde trazione dopo aver toccato la sabbia posta al largo di curva 5. La Peugeot #94 e la BMW #15 decidono di sostare nel corso del giro 60. La Toyota #7 li seguirà una decina di chilometri più tardi.
Le altre vetture svolgeranno il secondo pit stop un po’ più tardi. Al giro 66 è la volta di Proton e Alpine #36. Le seguiranno, appena un passaggio più tardi, BMW #20 e Aston Martin #009. Ferrari #50 e Porsche #6 animano la pit lane nel corso della tornata numero 68, mentre saranno Porsche #6 e Ferrari #50 a farlo durante la 69.
Un incidente di una vettura di classe LMGT3 blocca le danze nel corso del giro 69. La direzione gara decide di portare la corsa in regime di VSC, nel corso del quale sostano Alpine #35, Toyota #8, Ferrari #50, entrambe le Cadillac, le due Porsche di Penske e le Aston Martin.
L’ingresso in pista della safety car, avvenuto nel corso del giro 71, rende chiari i rapporti di forza presenti in pista in quel momento. Al termine della seconda ora le due Cadillac, la #38 e la #12, si trovano in testa al gruppo. La Ferrari #51 segue le due vetture americane a distanza ravvicinata.
Le gerarchie costituite si sfaldano in ripartenza. La Cadillac #38, guidata da Button, rallenta all’ingresso di curva 15 e viene centrata dalla #12 di Lynn. Lo scontro causa grossi danni ad entrambe le V-Series.R, che sono costrette a rientrare in pit lane.
L’incidente shock fra le due Cadillac porta tutte e tre le Ferrari sul podio. La #51, la #50 e la #83 di AF Corse guidano il gruppo nel momento in cui, nel giro 76, torna in pista la safety car, necessaria per permettere ai marshall di rimuovere i detriti in curva 15.
Nel corso della terza ora si assiste al drive through della Cadillac #12, dovuto all’incidente in ripartenza, e al pit stop anticipato della Aston Martin #007, avvenuto al giro 86. Oltretutto le due V-Series.R devono subire delle ulteriori riparazioni.
La terza serie di soste si apre ufficialmente al giro 95 con il pit stop della BMW #15 e della Cadillac #12. Le segue, un passaggio più tardi, la Alpine #35. Durante questo periodo avviene un incidente in grado di cambiare le posizioni di alta classifica.
Sempre al giro 96, difatti, la BMW #15 tocca la Ferrari #50 in curva 6. La Rossa di Maranello, mandata in testacoda dalla vettura teutonica, riparte alle spalle della #83 di AF Corse e della BMW #20. Fortunatamente, l’auto di Fuoco, Nielsen e Molina, non riporta danni nell’impatto. La classifica vede anche le tre Ferrari in testa alla classifica al termine della terza ora.
La quarta ora di gara per le Ferrari inizia in maniera rocambolesca. Si verifica infatti il contatto tra la BMW #15 di Vanthoor, doppiato, che tampona leggermente la Ferrari #50 di Fuoco. Il pilota italiano va in testacoda e rientra in gara al quinto posto, mentre la direzione gara assegna una drive through di penalità a Vanthoor.
Poco dopo alla Ferrari #51 di Giovinazzi, leader della gara, viene assegnata una penalità: drive through per non aver rispettato il regime di VSC. In testa sale dunque la Ferrari AF Corse #83 di Ye seguita da Fuoco. Tutte e tre le Ferrari rientrano dunque progressivamente ai box tra il giro 106 e 107 per rifornire.
Dopo un nuovo periodo di FCY, durato circa dieci giri, per ripulire la pista in seguito a un contatto tra l’Alpine #35 e alcune LMGT3, al giro 120 la classifica vede ancora le due Ferrari #83 e #50 nelle stesse posizioni. Nel frattempo, le Toyota #8 di Hartley e #7 di Kobayashi sono risalite rispettivamente in terza e quarta posizione, approfittando degli errori degli avversari ma anche grazie a un ritmo costante e a una condotta di gara priva di incidenti.
E’ ormai scesa la sera sul circuito e Giovinazzi cerca di rimontare, prendendosi rischi. Il passo gara della Ferrari #51 è evidentemente superiore a quello degli avversari e Antonio al 135mo giro è già quinto.
Al giro 138 inizia una nuova serie di soste per le vetture di Maranello. Giovinazzi, Fuoco e Ye rientrano per rifornimento e cambio gomme per lasciare il volante rispettivamente ai compagni Pier Guidi, Molina e Hanson.
Al giro successivo si ferma anche la Porsche #5 sulla quale sale Christensen. La vettura tedesca è risalita nelle prime posizioni dopo la foratura di inizio gara. La vettura tedesca però, non potrà fare nulla contro il ritmo altissimo di Pier Guidi, che poco dopo li supererà. Il pilota Ferrari ottiene da una parte il giro veloce e dall’altra una penalità di 5 secondi e un drive through per eccesso di velocità in pit lane, commesso da Giovinazzi in fase di rientro.
Al passaggio 158 la Porsche Proton #99 finisce larga su un cordolo danneggiando la vettura e spargendo pezzi di carrozzeria in pista. La direzione gara istituisce una fase di VSC, ed approfittarne è la Toyota #8 che entra ai box per effettuare una sosta per prima, seguita poi dagli altri avversari.
La Safety Car entrerà in pista rapidamente per ben due volte in questo frangente: una per permettere di pulire i detriti della Proton, e l’altra per permettere di risolvere l’incendio verificatosi sulla Ford Mustang #77 al giro 165.
Cinque giri più tardi viene riaperta la pit lane, con Safety Car ancora in pista, ed a tentare l’azzardo è la Porsche che rientra con la #5 e #6 per un cambio gomme e un rifornimento veloce. Al giro successivo si riparte, con i piloti messi alla prova dalle temperature basse della pista (19,8°C) e dalle gomme fredde causate dall’interruzione della gara.
Hanson su Ferrari #83 tiene la testa seguito da Molina sulla Ferrari #50. Le vetture del cavallino sono braccate dalle due Toyota e dalla BMW #20.
Al giro 177 Molina rompe gli indugi e porta la sua Ferrari #50 in testa alla gara superando la Ferrari #83 sul rettilineo principale.
Al giro 195 inizia nuovamente la danza dei pit-stop. Rientrano la Toyota #7 e la Ferrari #51 di Pier Guidi, che sconta anche una penalità di dieci secondi precedentemente assegnatale, seguita dalla Ferrari #50 che opera il cambio di pilota a favore di Nielsen e dalla Ferrari #83. Si ferma anche la Toyota #8 di Hirakawa per rifornire.
In questa fase, le due Ferrari al comando mantengono un ritmo superiore rispetto alle Toyota, che perdono gradualmente terreno rispetto alle vetture italiane. In quinta posizione si trova la BMW di Rast, seguita dalla Cadillac di Nato e dalla Ferrari di Pier Guidi, insolitamente meno competitiva rispetto alle altre Ferrari di testa. Dopo sette ore di gara, arriva il primo ritiro definitivo in classe Hypercar: l’Aston Martin 007 è costretta ad alzare bandiera bianca dopo una lunga sosta ai box.
La Ferrari #83 apre una nuova serie di pit-stop, con Hanson che cede il volante a Kubica. Sulla #51, invece, Pier Guidi lascia il posto a Calado. Nel frattempo, dalla pit wall arriva l’ordine a Nielsen di spingere, e il danese risponde aumentando il ritmo, riducendo il distacco dalla #83 a soli otto secondi. La BMW #20 recupera terreno e si porta in terza posizione, mentre la Ferrari #51 risale al quinto posto, inserendosi tra le due Toyota.
La classifica resta stabile e, al giro 257, è ancora la Ferrari #83 la prima tra le vetture di testa a rientrare per il rifornimento, seguita dalla Toyota #7, dalla BMW #20, dalla Ferrari #51, dalla Toyota #8 e infine dalla Ferrari #50, sulla quale sale Fuoco. Tuttavia, il pit stop della #50 si rivela più lungo del previsto a causa di un problema di fissaggio della ruota anteriore destra. Di conseguenza, Fuoco torna in pista con gomme fredde e, alla fine del rettilineo principale, viene raggiunto e superato da Kubica, quando manca un’ora e mezza al termine della gara.
Al giro 264, completata la sequenza di rifornimenti, le tre Ferrari continuano a occupare le prime tre posizioni con la #83 al comando, seguita dalla #50 e dalla #51. Le Toyota mantengono saldamente la quarta e la quinta posizione, ma senza riuscire a impensierire le Ferrari, che girano con un ritmo irraggiungibile per gli avversari. Più indietro, le BMW si trovano in sesta e settima posizione, con un distacco di trenta secondi dalla testa della corsa.
Alla chiusura della nona ora di gara, le tre Ferrari continuano a dominare, facendo gara a sé nelle prime tre posizioni. In testa c’è la “giallona” di Kubica sulla #83, ma il suo vantaggio è minimo: Antonio Fuoco, con la #50, è incollato a meno di un secondo, pronto a dare battaglia fino alla fine.
A 53 minuti dalla fine Kubica rientra al box per l’ultimo rifornimento e non cambia gli pneumatici per A 53 minuti dal termine, Kubica rientra ai box per l’ultimo rifornimento, senza cambiare gli pneumatici per ridurre al minimo il tempo di sosta.
Poco dopo, anche la Toyota #7 effettua il pit stop, rifornendo e sostituendo le gomme sul lato sinistro. Segue la Ferrari #51, che oltre al rifornimento e al cambio delle gomme sinistre, effettua anche un cambio pilota: Pier Guidi sale a bordo, pronto a tentare uno dei suoi spettacolari recuperi.
Anche la Toyota #8 effettua il suo pit stop per rifornire e cambiare gli pneumatici. Infine, a meno di 45 minuti dal termine, si ferma anche la Ferrari #50 di Fuoco. Solo rifornimento per il pilota italiano, che resta al volante con l’obiettivo di conquistare la testa della gara. Rientra in pista con un margine di quasi otto secondi su Kubica, determinato a difendere la sua posizione fino alla bandiera a scacchi.
Ad otto minuti dal termine, Pier Guidi raggiunge Kubica ed inizia a studiare una possibile e delicata manovra di sorpasso. Dal muretto arriva però la comunicazione di mantenere le posizioni e di non prendere rischi. La gara si chiude così con le Ferrari ai primi tre posti, con la #50 prima sotto la bandiera a scacchi.

La gara – LMGT3
Le McLaren (#95 e #59) riescono a tenere la testa della corsa al termine del primo giro. Le due auto inglesi si mettono alle spalle, anche se per poco tempo, la Lexus #78, che, nonostante sia partita più indietro, è più rapida delle avversarie.
Robin, infatti, riesce a superare la #59 nel corso del secondo passaggio e la #95 alla prima curva del quarto giro. Nel box Lexus si gioisce a metà, visto che la #87, gemella della #78, colpisce la Ferrari #21 alla sesta curva della sesta tornata. La vettura guidata da Umbrarescu subisce gravi danni al fondo, che la costringono a fermarsi nei box.
Al termine del giro 29, pochi minuti dopo la FCY, inizia la prima serie di soste, che viene inaugurata da Chevrolet #33 e Ford #77. McLaren #59, Chevrolet #81, BMW #31, Ford #88, Ferrari #21, le Porsche e la Mercedes-AMG #61 si fermano nel corso del passaggio numero 31.
Cinque chilometri più tardi è la volta della sosta per BMW #46, Aston Martin #27, McLaren #95, Ferrari #54 e Mercedes-AMG #60 (penalizzata con un drive through per un’infrazione sotto FCY). Le McLaren (#59 e #95) e la Lexus #78 si trovano sul podio al termine della serie di soste.
Un problema tecnico causa il ritiro della Chevrolet #81 durante il periodo di FCY, iniziato nel corso del giro 38. La Lexus #78, a fine della seconda ora, riesce a superare sia la #95 che la #59, tornando in prima posizione.
Tra il giro 70 e 71 tutte le vetture svolgono la propria seconda sosta di giornata. Durante questo periodo si assiste anche a un errore in uscita da curva 9 compiuto da Ried, che porta nella ghiaia la Mercedes-AMG #61.
La manovra dell’amatore tedesco causa l’ingresso in pista della safety car e il ritiro di una delle due auto di Iron Lynx. Durante questo periodo si assiste anche al ritorno in pista, seppur momentaneo, della Lexus #87. Le vettura nipponica rientrerà nei box dopo pochi minuti, questa volta per spegnere il motore.
La top 3 è formata da Lexus #78, BMW #46 e McLaren #59 anche al giro 76, in cui i detriti sparsi dalle Cadillac Hypercar costringono la safety car a tornare in pista. Le tre vetture resteranno in queste posizioni fino agli ultimi minuti della terza ora.
La serie di soste viene anticipata al giro 86 dalla Porsche #92. Anche la Mercedes-AMG #60 si ferma presto, nel corso del passaggio numero 92. Proprio nel corso di questa fase di gara si assiste a un cambio di gerarchie in alta classifica.
La McLaren #59, riesce, difatti, a superare la BMW #46 grazie a un attacco ben costruito concluso in uscita dalla seconda curva del novantaduesimo giro. La compagine tedesca, però, dovrà difendersi anche dalla riscossa di un’altra rivale.
La Ford #77 è in grande spolvero. L’auto di Barker, Tuck e Sousa riesce a superare prima la BMW #46 e poi la McLaren #59 nel corso del giro numero 96. La vettura americana si recherà in pit lane appena 3 passaggi più tardi.
La sosta sarà eseguita dopo un giro da Ferrari #21 e Aston Martin #27, dopo due da McLaren #59, Chevrolet #33 e McLaren #95 e dopo tre dalle due BMW. La Lexus #78 resta in testa al termine della serie di soste. La seguono a ruota la McLaren #59 e la Ford #77.
In classe GT3 a circa metà gara troviamo in testa la McLaren #95 di Gelael, seguito a soli cinque secondi dall’Aston Martin #27 e la Corvette #33 sul virtuale podio basso. Al giro 158 la Porsche Proton #99 finisce larga su un cordolo danneggiando al vettura e spargendo pezzi di carrozzeria in pista. La direzione gara istituisce una fase di VSC, ed approfittarne è la Toyota #8 che entra ai box per prima una sosta, seguita poi dagli altri avversari.
La pit lane viene quindi chiusa e la Safety Car entra in pista per consentire le operazioni di pulizia del tracciato e rientra al giro 165 per un problema alla Ford Mustang #77 che si ferma a bordo pista per un principio di incendio.
Troviamo in testa la Lexus #78, seguita da vicino dalla Ferrari #21 e dalla McLaren #95 a trenta secondi però dal leader di classe. Valentino rossi sta facendo il suo secondo stint sulla sua BMW ma è solo settimo, a quasi un minuto dalla Lexus.
La Lexus #78, con Barnicoat al volante, subisce una penalità per un’infrazione tecnica legata al livello di potenza utilizzato. Questo permette alla Corvette #33 di Juncadella di salire al comando, seguita dalla McLaren #59 e dalla Ferrari #21.
A venti minuti dal termine, la battaglia è accesissima tra la Corvette #33 di Juncadella e la McLaren #59 di Saucy, in lotta per il secondo posto provvisorio. Tuttavia, questa posizione equivale virtualmente alla testa della gara, poiché la BMW #31, attualmente al comando, dovrà ancora effettuare un ultimo rifornimento prima della fine.
A dieci minuti dal termine Juncadella sale al primo posto di categoria ma Saucy non molla l’osso e prova ad affiancarlo più volte, in un testa a testa che durerà il resto della gara. A spuntarla quindi è la Corvette #33 di Juncadella-Edgar-Keating del team TF Sport, davanti alla McLaren #59 di Cottingham-Caud-Saucy del team United Autosport.

I risultati della gara
I risultati della 1812km del Qatar
La classifica generale
La classifica del WEC al termine della 1812km del Qatar
I piloti della Ferrari #50, ossia Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen, guidano il campionato a loro riservato in classe Hypercar con 38 punti. Li seguono a breve distanza Hanson, Kubica e Ye (27) e Calado, Giovinazzi e Pier Guidi (24). Ferrari, a quota 66, domina la classifica costruttori. AF Corse (38) si trova in testa al campionato team. La vittoria in Qatar permette Daniel Juncadella, Jonny Edgar e Ben Keating, piloti della Chevrolet #33, di prendere la testa del campionato piloti e team in classe LMGT3.
I prossimi appuntamenti
Il WEC tornerà in pista all’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola per la 6 Ore di Imola, che si terrà nel weekend compreso tra il 18 e il 20 Aprile. Il mondiale endurance condividerà la pista con diverse classi di supporto, ossia Porsche Sixt Carrera Cup Deutschland, GT4 Italy, GTM Italy, SuperSport GT e Lotus Cup Italia.
Media: DPPI / WEC Images
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