WEC | 1812 km del Qatar 2024: Cronaca di un inaspettato doppio dominio Porsche

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Tempo di lettura: 13 minuti
di Francesco Gritti @franz_house_vg
4 Marzo 2024 - 09:00
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Porsche domina il podio in Hypercar, lasciando solo briciole agli avversari. Anche in LMGT3 la casa di Stoccarda si impone su tutti.

La nuova formula a due classi del WEC, nonostante fossero tante le perplessità di pubblico e addetti ai lavori, ha funzionato magnificamente. Meno caos, più pulizia di guida e interruzioni minime sono gli effetti di una decisione regolamentare drastica quanto, a conti fatti, valida. La stagione è appena cominciata, ma pare che Porsche si stia già indirizzando verso la conquista del titolo.

Il FIA World Endurance Championship apre il suo 2024 con una new entry nel calendario, la 1812 km del Qatar. L’evento, situato sul circuito di Losail, prevede, per la prima volta nella storia della serie, la presenza di sole due classi di vetture in pista: Hypercar e LMGT3. L’evento odierno sarà quindi un grande banco di prova per la nuova era del WEC.

Il Losail International Circuit nasce dalla volontà del governo del Qatar di creare un impianto in grado di ospitare gli eventi motosportivi più importanti al mondo. Partendo da questo presupposto viene costruito, nel 2004, un tracciato lungo 5,400 km, formato da 16 curve (10 a destra e 6 a sinistra). Il suo layout principale è rimasto immutato dall’anno di costruzione (salvo modifiche minori datate 2021 e 2023). La 1812 km del Qatar è una gara nuova. Difatti, prima della stagione 2024 del WEC, non si è mai tenuta una endurance su questo tracciato.

La lineup della prima gara dell’anno conta 37 iscritti, 19 in Hypercar e 18 in LMGT3. Per quanto riguarda la classe maggiore, l’alternanza in Cadillac riporta nel campionato Sébastien Bourdais, assente in ogni appuntamento della scorsa stagione. Nelle Gran Turismo, invece, si notano due bronze che, molto probabilmente, non correranno per tutto il 2024. Essi sono Josh Caygill, sulla McLaren #95 e Clément Mateu, sulla Aston Martin #777.

La gara – Hypercar

La prima procedura di partenza del 2024 è decisamente caotica. In curva 1 si assiste al sorpasso all’esterno della Ferrari #50 sulla Porsche #5. Segue la Peugeot #93, decisamente più fortunata della sorella. La #94, difatti, deve accodarsi al gruppo a causa di un errore della Cadillac, che ha percorso una traiettoria troppo larga nella prima piega del tracciato. Questa incomprensione da parte della #2 causa un contatto che manda in testacoda la vettura guidata, nel corso del primo stint, da di Resta.

Nel corso della prima ora la Peugeot #93 sembra infermabile. La vettura francese senza ala posteriore (che, probabilmente, perderà questa sua caratteristica unica a Imola), sfrutta i problemi di doppiaggio da parte delle vetture antecedenti per recuperare terreno. La #5 viene superata in percorrenza di curva 11 nel corso del giro 9 proprio per via del blocco fisico imposto da parte della Lexus #87. Il trio Jensen-Muller-Vergne ruberà la leadership alla #50 grazie a un attacco alla prima staccata del sedicesimo passaggio.

Se la #93 si trova in un momento di gloria, non si può dire lo stesso per la #94, che, complice una foratura, deve fermarsi sulla piazzola già al giro 19. La prima delle tre auto di Maranello si trova in caduta libera nel finale della prima ora. Le Porsche Penske e Jota la raggiungono in pista e la superano definitivamente dopo la prima sosta. Oltre al danno, la beffa: la #50, una delle prime auto a svolgere il pit, viene sanzionata con un drive through per aver tagliato la linea di delimitazione della corsia box.

Il secondo stint vede il podio virtuale formato da Peugeot #93 e Porsche #6 e #5. La 963 in seconda posizione è più veloce della 9X8 e la recupera in fretta. Più problematico, invece, il sorpasso. La vettura francese viene bloccata in curva 1 da una McLaren GT3 doppiata, che la costringe ad uscire dai limiti del tracciato. Ne approfitta così la vettura di Roger Penske, che utilizza la traiettoria ideale per muoversi fisicamente davanti alla rivale all’inizio del giro 54.

La seconda serie di soste viene anticipata da una FCY. Un contatto in fase di doppiaggio tra la Ferrari #51 e la McLaren #59 (GT3) ha causato la perdita dell’alettone posteriore della Rossa. Il detrito, posizionato perfettamente in mezzo alla traiettoria normalmente percorsa in uscita da curva 15, rende necessario l’intervento dei marshall. A pista ripulita, le 37 auto tornano a spingere a pieno regime.

Dall’inizio del terzo stint in poi la situazione in pista è piuttosto calma. Le posizioni ai lati del podio vengono occupate quasi costantemente dalle due Porsche Penske, mentre quella centrale dalla Peugeot #93. Le Ferrari, a causa degli intoppi in cui sono incorse dopo il primo pit, si ritrovano nella seconda metà dello schieramento, conclusa da una Isotta Fraschini in estrema difficoltà. Solo la #83, in costante lotta strategica con Cadillac e Toyota #7, si mantiene ai margini della top 5.

Detriti in curva 5 causano, per la seconda e ultima volta, l’ingresso in regime di FCY nel corso del giro 152. Pochi chilometri dopo si assiste al primo ritiro di giornata, quello della Isotta Fraschini. La vettura italiana rientra in pit lane al termine del passaggio numero 157 con la gomma anteriore destra visibilmente fuori asse. I meccanici si disperano per trovare il modo di riparare il mezzo, ma devono alzare bandiera bianca. Si conclude così il debutto della Tipo 6-C. Per la settima volta nella storia del Mondiale Endurance, la prima dal 2018, un’auto della top class non conclude la sua prima gara.

Quasi in contemporanea alla vettura prodotta da Michelotto si ferma nel box anche la Peugeot #94. I meccanici controllano da cima a fondo la 9X8 durante la mezz’ora abbondante che passa ferma al coperto, sostituendo la batteria. Riuscirà poi a ripartire, anche se, sicuramente, non potrà lottare per i punti.

Nella seconda metà della corsa, la P3 viene scambiata più volte tra la Penske #5 e la Jota #12. Le due 963, complice una strategia diversa (la vettura del team con sede centrale negli USA si ferma circa alla mezz’ora, a differenza della rivale), si rubano il gradino più basso del podio a vicenda ad ogni sosta dell’avversaria.

L’azione si riaccende nell’ultima ora. La Jota #38 rientra in pit lane per compiere l’ultima sosta al termine del giro 309. La 963 del team inglese, però, presenta problemi elettrici, che rendono impossibile l’intervento dei meccanici. Ritiro.

Anche la Ferrari #51 si fa notare in questa fase di gara. La vettura di Maranello riceve un drive through a causa di una difesa aggressiva sulla Porsche di Proton, che viene quasi spinta contro la barriera divisoria posta tra il rettilineo di partenza e la corsia box. La direzione gara sanziona il trio Calado-Giovinazzi-Pier Guidi per comportamento pericoloso.

La leadership della Porsche #6, stabile per oltre 250 giri, tentenna. Un contatto con una Lexus (GT3) in fase di doppiaggio arreca un danno aerodinamico sul lato sinistro dell’auto guidata da Estre, Lotterer e Vanthoor. Il vero problema, però, non riguarda direttamente il carbonio scheggiato, quanto più la natura formale dell’impatto. Difatti, l’adesivo con il numero di gara, che deve essere obbligatoriamente esposto a lato vettura, si è staccato. La prima delle 963 in pista deve compiere una sosta supplementare per incollare nuovamente il portanumero.

La #6 rientra in pista davanti alla Peugeot #93 e alle compagne di marca #12 e #5. La seconda Porsche Penske, guidata da Campbell negli ultimissimi giri, comincia a spingere per recuperare ed, eventualmente, superare, la Jota. “L’uomo che sussurra ai canguri”, nonostante la presenza lungo la via di numerosi doppiati, riesce ad avvicinarsi molto sia alla vettura del team inglese che a quella francese.

Le sorprese non sono ancora finite. All’inizio del giro 334, a meno di 10 km dal termine della corsa, la Peugeot #93 rallenta vistosamente fino a fermarsi: benzina finita. La 9X8 si ritrova sbalzata fuori da un podio che aveva saldamente in mano fin dall’inizio. Vergne è riuscito a tagliare il traguardo con l’ausilio del solo motore elettrico e non ha portato la sua auto al parco chiuso. La direzione gara punisce il comportamento del pilota con una squalifica, provvedimento utilizzato l’ultima volta nella 24 ore di Le Mans 2020.

La Porsche #6, guidata quest’oggi da Kévin Estre, André Lotterer e Laurens Vanthoor, vince la 1812 km del Qatar, conclusa prima dello scoccare delle 10 ore. Il podio è dominato dalle 963. La Jota #12, con a bordo Ilott, Nato e Stevens, si difende fino all’ultimo metro e non si fa superare dalla Penske #5 di Campbell, Christensen e Makowiecki, che termina la corsa sul gradino più basso del podio. Cadillac, AF, Toyota #7, Ferrari #50, Alpine #35, Toyota #8 e Proton chiudono la zona punti.

Porsche torna alla vittoria nella classe regina del WEC per la prima volta dal 2017, mentre Penske, addirittura, riagguanta il gradino più alto del Mondiale Endurance (nelle sue varie incarnazioni) dopo un’assenza lunga 55 anni. Per tutti e tre i membri dell’equipaggio, quello odierno è il primo successo in Hypercar, ma non il primo in assoluto nel WEC. Estre raggiunge quota 9 vittorie (8 in LMGTE Pro), Lotterer va a 11 (tutti le precedenti in LMP1) e Vanthoor raddoppia (solo un trionfo alla 24 ore di Le Mans 2018 in LMGTE Pro per lui). Si è appianato il distacco fra LMH e LMDh. Basterà questo per permettere alla casa di Stoccarda di tornare campione nella massima categoria delle corse di durata?

La gara – LMGT3

Lo start vede la Chevrolet #81 imporsi immediatamente sul gruppo, lasciandosi alle spalle Porsche #92 e Aston Martin #777. Già alla quarta curva si assiste al primo contatto, che coinvolge la Lamborghini #85 e la McLaren #59. Le Dames colpiscono la vettura debuttante e la spediscono nella gravel trap. Costa, nel momento del misfatto al volante dell’auto gestita da United Autosports, si getta immediatamente nei box. Tornerà in gara dopo oltre mezz’ora.

Prima penalità al giro 7. La Lexus #78 impatta in modo brusco contro la Ford #88 in curva 1. Robin manda largo Roda, facendogli perdere diversi secondi, fondamentali nella primissima fase di una gara endurance. La Proton non subisce particolari danni.

La leadership della Corvette dura molto poco. La Porsche #92 attacca e supera la rivale in curva 4 nel giro 9. Due passaggi più tardi, nel punto di sorpasso successivo a quello appena nominato, si assiste anche allo scambio di posizione tra la già citata #81 e la Aston Martin di D’station Racing. La Chevrolet di Andrade, Eastwood e van Rompuy si ritroverà, addirittura, fuori dal podio prima del pit stop. Il sorpasso, ad opera della #27, avviene alla sesta piega della ventisettesima tornata.

Al termine del primo giro di soste la classifica recita, in ordine, Porsche #92, Aston Martin #27 e Ferrari #54. La seconda ora non sorride a Ford. La #77 va in testacoda in curva 7 appena uscita dalla pit lane, mentre la #88 viene punita con un drive through per multiple violazioni dei limiti del tracciato.

All’inizio della terza ora Porsche domina in entrambe le classi: la #92 e la #91 guidano il gruppo delle GT3, seguite a distanza di sicurezza dalle Aston Martin e dalle Ferrari. Le gerarchie si delineano senza lasciare spazio alla Chevrolet #81, crollata in classifica e, addirittura, finita in testacoda nel corso dell’ottantesimo giro.

La quarta e la quinta ora non regalano grossa azione. La Lexus #87 prende 10 secondi di penalità da scontare al pit per aver superato oltre la linea bianca di curva 16 la Lamborghini di Iron Dames. La RC F appena citata verrà anche punita con un drive through a causa di una violazione delle procedure di FCY. La stessa sanzione verrà somministrata a entrambe le Chevrolet e alla McLaren #95 pochi minuti dopo, anche se il motivo è diverso: multiple infrazioni dei track limits.

Anche all’inizio della seconda metà della gara la situazione non cambia molto nelle posizioni avanzate. Si possono citare, però, diverse infrazioni. La Porsche #91 viene penalizzata con un drive through per un contatto con la Ferrari #83 Hypercar. Entrambe le Lexus subiscono la stessa sorte per infrazione delle procedure in FCY. Circa mezz’ora dopo l’ultima neutralizzazione, la McLaren #95 viene portata nei box. Ritornerà in pista a pieno regime dopo una manciata di minuti. Anche la #91 già citata soffre di problemi simili e deve sostare nella struttura coperta, perdendo qualche posizione.

Una volta superato il giro 200, l’alta classifica premia Aston Martin #27 e Porsche #92, le uniche due vetture davvero in lotta per la vittoria. Il gradino più basso del podio se lo giocano la D’station #777 e la BMW #46, in forte ascesa grazie agli stint rasenti la perfezione di Martin e Rossi. In questo frangente si assiste al primo ritiro di giornata, quello della Chevrolet #81. La Ferrari #55, complici un’uscita di pista in curva 7 e un drive through per track limits, perde diverse posizioni, ritrovandosi dietro alla gemella e alla seconda vettura di Monaco di Baviera, la #31, in rimonta costante.

Il finale, in realtà, non registra mutamenti particolari. Degne di nota sono solo le penalità assegnate nel corso dell’ultima ora a diverse vetture. La Ford #77, la Chevrolet #82 e la McLaren #95 devono effettuare un drive through per eccessive violazioni dei limiti del tracciato, mentre la Lexus #87 deve scontare uno stop & go di 10 secondi per aver ostacolato durante un doppiaggio la vettura leader in categoria Hypercar. La compagna #78 si ritira nei box a pochi minuti dalla fine.

La Porsche #92, guidata da Klaus Bachler, Joel Sturm e Alex Malykhin, vince la 1812 km del Qatar nella classe LMGT3. La seguono sul podio le due Aston Martin, la #27 gestita da Heart of Racing, di James, Mancinelli e Riberas, e la #777 portata in gara da D’station Racing, oggi alternata fra Bastard, Mateu e Sorensen. BMW #46, Ferrari #54, BMW #31, Ferrari #55, Lamborghini #85, Ford #88 e Chevrolet #82 completano la zona punti.

L’equipaggio che ha vinto oggi ha dimostrato che l’esperienza non è tutto. Nessuno dei tre piloti della Porsche #92 di Manthey PureRxcing ha mai partecipato a una stagione completa del WEC. Malykhin e Sturm si sono aggiudicati la loro prima gara in assoluto nella serie. Anche per Bachler quello odierno è il primo successo in carriera: nonostante abbia corso una decina di eventi in LMGTE Am, l’austriaco non era mai apparso sul gradino più alto del podio nella massima serie endurance. La stagione è lunga, ma, si sa, chi ben comincia è a metà dell’opera.

I risultati della gara

I risultati della 1812 km del Qatar

La classifica generale

A seguito del punteggio maggiorato della prova odierna, Kévin Estre, André Lotterer e Laurens Vanthoor, vincitori in Hypercar, guadagnano 38 punti. Li seguono in classifica Ilott, Nato e Stevens (27) e Campbell, Christensen e Makowiecki (24). Porsche (39), si trova ampiamente davanti a Cadillac (23) e Toyota (18) nel campionato costruttori. La classifica destinata ai privati è guidata da Jota #12 (38). Seguono AF (27) e Proton (23).

In LMGT3 sono Klaus Bachler, Joel Sturm e Alex Malykhin a guidare il campionato piloti con 38 punti. Alle loro spalle si trovano James, Mancinelli e Riberas (27) e Bastard, Mateu e Sorensen (23). Le loro vetture, rispettivamente, Porsche #92 e Aston Martin #27 e #777, compongono le prime tre posizioni della classifica team con il medesimo punteggio.

I prossimi appuntamenti

Il programma a Losail è ufficialmente terminato, ma non per questo il pubblico dell’endurance rimarrà a digiuno per molto. Il 21 Aprile si terrà la 6 Ore di Imola, secondo appuntamento della serie, che sarà supportato da Lamborghini Super Trofeo Europe e Porsche Carrera Cup Deutschland.

Media: DPPI

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