Vittorio Brambilla, predestinato nel nome

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Tempo di lettura: 9 minuti
di Mauro Ravera
26 Maggio 2020 - 21:44
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Nascere a Monza e più precisamente a Lesmo è sicuramente un dato di fatto che “battezza” la carriera di un pilota. Vittorio Brambilla nasce proprio a Lesmo, un piccolo comune vicino alle due curve più famose del circuito di Monza, l’11 novembre del 1937.

Il fratello Tino è già un pilota sportivo e Vittorio segue le sue orme iniziando con il kart per passare poi a Formula 3, Formula 2 e approdare in Formula 1. La scuola italiana dei piloti sportivi negli anni ’60 e ’70 sforna fior fior di piloti, principalmente impegnati nelle categorie Sport e Turismo.

Ferrari e Alfa Romeo son un viatico perfetto per la scuola italiana. Nelle categorie sport primeggiano i nomi di Andrea De Adamich, Ignazio Giunti, Nino Vaccarella e proprio Vittorio Brambilla. Memorabili i trionfi nelle 1000 km, Targa Florio e nel campionato mondiale marche.

Il padre di Brambilla, Carlo, ha un’officina a Monza dove Tino e Vittorio hanno iniziato a sviluppare la loro passione per auto e moto. Proprio con le moto inizia la carriera di Vittorio: nel 1958 si impone nel campionato cadetti 175 cc. Nella sua carriera motociclistica Vittorio prende parte anche ad una gara del motomondiale, il Gran Premio delle Nazioni del 1969 dove, nella classe 500 cc., si classifica 12° in sella ad una Paton.

Vittorio e Tino si scambiano i ruoli di pilota e meccanico in varie categorie, si aiutano vicendevolmente. L’impegno economico necessario per far correre Tino in Formula 2 e Vittorio in Formula 3 è pesante, risparmiare è un diktat. Tino nel 1968 vince il campionato europeo di Formula 2 al volante della Ferrari Dino ufficiale.

La carriera di Vittorio con le vetture da corsa riceve il primo alloro ufficiale nel 1972, anno in cui vince il campionato italiano di Formula 3 alternandosi alla guida di una Brabham-Ford e di una Birel-Alfa Romeo.

Nel 1973 Vittorio inizia l’europeo di Formula 2 con la vecchia March 712 – del 1971 – usata dal fratello Tino: qui inizia il sodalizio del pilota brianzolo con la Beta Utensili che lo aiuta ad acquistare una March 732-BMW più competitiva.

Vittorio vince al Salzburgring e ad Albi, dove batte il neo campione europeo Jean Pierre Jarier a casa sua, in Francia. Senza il gioco degli scarti Vittorio finirebbe il campionato al secondo posto ma, dovendo scartare i 9 punti della vittoria in Austria, finisce ufficialmente quarto.

Il risultato straordinario tenendo conto che la forza lavoro del suo team, rigorosamente privato, è di due persone – un pilota e un solo meccanico – in un campionato tra i più prestigiosi del periodo. Alla fine dell’anno vince il casco d’oro di Autosprint.

Vittorio è un pilota a 360°, corre in diverse categorie. Nel 1973, nella sua Monza, si prende il lusso di battagliare, nella 4 ore Turismo, con Jackie Stewart a bordo della Ford Capri ufficiale e Niki Lauda sulla BMW ufficiale. Vittorio corre con una BMW 635 privata e ormai logora, ma Monza è casa sua.

A fine stagione Vittorio incontra Enzo Ferrari. L’italiano spera in un debutto in Formula 1 con la Rossa ma, pur lodando il talento del pilota brianzolo, Ferrari non lo assume. A Maranello, ormai, è partito il progetto Lauda-Regazzoni.

Vittorio riesce ad entrare nel circus della Formula 1 grazie ancora alla famiglia Ciceri, proprietaria della Beta Utensili, che diventa suo sponsor personale e gli permette di accasarsi presso la March. Il team di Robin Herd riceve una iniezione economica e Vittorio entra in un team ufficiale.

La Formula 1 cerca da anni un pilota italiano che possa vincere: le vittorie di Baghetti, Scarfiotti e Bandini negli anni ’60 sono ormai lontane.

Negli anni ’60 e ’70 diversi piloti italiani hanno lasciato il segno in Formula 1 senza mai vincere una gara. De Adamich, Merzario, Giunti ed anche il re della Targa Florio Nino Vaccarella partecipano ma non vincono.

Vittorio il nome giusto per puntare alla vittoria ce l’ha e, nel 1974, inizia la sua scalata alla gloria in Formula 1. La prima stagione è povera di successi: la March 741-Ford Cosworth non è competitiva ma, a Zeltweg, Brambilla conquista il suo primo punto iridato.

Nel 1975 Vittorio è ancora sulla March arancione: la 751-Ford Cosworth è una vettura derivata dalla 752 che stravince nella Formula 2, monta lo stesso impianto frenante non adatto, però, ad una Formula 1. Malgrado questo, Vittorio riesce a fornire splendide prestazioni in prova: in Svezia conquista la pole position, in Belgio comanda per diversi giri prima di vedere esplodere l’impianto frenante, sul bagnato si dimostra un mago lottando con i più forti che guidano macchine molto più performanti.

Proprio la combinazione perfetta di questi fattori avviene nel Gran Premio d’Austria a Zeltweg, che nel 1975 viene insignito per la prima volta del titolo di Gran Premio d’Europa.

Il sabato nelle prove piove. Nessuno riesce a migliorare i tempi del venerdì quindi Lauda si trova in pole davanti a Hunt con la Hesketh, Fittipaldi e Stuck con la prima March ufficiale. Brambilla parte ottavo al fianco di Patrick Depailler sulla Tyrrell.

Al mattino della domenica, durante il warm-up, il pilota statunitense Mark Donohue, al volante della Penske, perde il controllo della vettura per una foratura, esce violentemente di pista finendo sui cartelloni pubblicitari. Soccorso da Fittipaldi e Stuck viene estratto dall’abitacolo, portato all’ospedale di Graz in gravi condizioni. Morirà dopo tre giorni per i traumi alla testa patiti nell’incidente.

La Goodyear decide di ritirare la mescola n. 47 utilizzata da Donohue e impone la n. 26, più dura. Si effettua quindi una sessione extra di prove libere per testare la copertura.

Poco prima del via comincia a piovere. Si decide quindi di far cambiare le gomme a tutte le vetture. La pioggia lascia il posto ad un violento temporale sul circuito austriaco e si ritarda la partenza.

Tre quarti d’ora dopo l’ora prevista si parte: Lauda s’invola davanti a Hunt, Depailler – scattato benissimo dalla quarta fila – Fittipaldi, Stuck, Regazzoni, Carlos Pace e Brambilla. Vittorio trova le condizioni ideali per la sua guida veloce sul bagnato e inizia a scalare la classifica. Alla fine del sesto giro è terzo dopo aver superato nell’ordine Pace, Regazzoni, Stuck e Depailler. Davanti ci sono solo Lauda e Hunt.

Dietro al pilota brianzolo inizia un’ecatombe: uno per volta i piloti si girano, si scontrano e si ritirano. Il mago dell’acqua di Lesmo continua nella sua fase di avvicinamento ai due futuri campioni del modo al comando. Al 15° giro Hunt supera Lauda e nello stesso giro anche Brambilla passa l’austriaco, ora secondo mentre la pioggia continua ad aumentare di intensità.

Al 19° giro la rimonta di Brambilla è completa. Vittorio supera James Hunt, rallentato nella manovra di doppiaggio da Brett Lunger. In teoria una situazione di gara come questa non dovrebbe creare problemi ai freni della sua March, vero tallone d’Achille della vettura di Robin Herd.

Hunt supera Lunger solo dopo due giri, nel frattempo la March di Vittorio Brambilla ha guadagnato parecchio sul pilota inglese. La direzione di gara decide di interrompere la gara al giro 29: le condizioni della pista sono sempre peggiori e, quindi, il direttore di gara espone la bandiera a scacchi mentre passa Brambilla che, subito dopo l’arrivo, va in testacoda e colpisce le barriere. Riparte col musetto rotto ma la vittoria in tasca.

Finalmente un italiano sale sul gradino più alto del podio: è il primo dopo il trionfo di Ludovico Scarfiotti a Monza il 4 settembre del 1966.

Ecco quindi il giro d’onore con la vettura incidentata per il prode Vittorio, che riesce finalmente a vincere la sua prima gara in Formula 1. Non interessa se il punteggio è dimezzato o se le condizioni meteorologiche hanno condizionato la gara, Vittorio assapora la vittoria. Il musetto incidentato verrà issato come un trofeo nell’officina di famiglia a Monza.

Nella massima Formula questa rimane l’unica vittoria di Brambilla che, nel palmares, vanta anche una pole, un podio e un giro più veloce su 79 Gran Premi disputati e 15,5 punti conquistati.

Dopo un 1976 ancora con la March, nel 1977 Brambilla passa alla Surtees dove, sempre sotto la pioggi,a sfiora il podio in Belgio.

Nel frattempo la sua carriera di pilota a 360° lo porta a trionfare con l’Alfa Romeo nel Campionato Mondiale Sport Prototipi dove contribuisce, alla guida delle Alfa 33 affiancato da Merzario, Laffite, Mass, Bell, Vaccarella, Jarier e Pescarolo alla vittoria dei titoli Marche nel 1975 e 1977.

Nel 1978 Brambilla rimane vittima con Ronnie Peterson dell’incidente in partenza nel Gran Premio d’Italia, a Monza, che causa la morte del pilota svedese e parecchi danni fisici anche per lui. Ferite che, comunque, non mettono fine alla sua carriera.

Nel 1978 Vittorio testa l’Alfa Romeo 177. La scuderia del Portello, dopo anni vissuti come motorista nella massima Formula, prepara il suo ritorno ufficiale dai tempi dei mondiali di Farina e Fangio.

L’incidente accaduto a Monza a Brambilla rallenta i test della vettura di Arese. Viene assunto Bruno Giacomelli: la vettura, purtroppo, è vecchia ancora prima di debuttare con il pilota bresciano al Gran Premio del Belgio del 1979. Nel frattempo il team dell’Ing. Carlo Chiti sta già preparando la 179, vettura ad effetto suolo.

Nel Gran Premio d’Italia 1979 l’Alfa Romeo porta due vetture, una 179 per Giacomelli e la vecchia 177 per Vittorio Brambilla, che chiude 12° ad un giro dal vincitore Jody Scheckter. Brambilla partecipa anche ai Gran Premi di Canada e Stati Uniti chiudendo la sua carriera in Formula 1 con un ritiro ed una mancata qualificazione.

Nel 1980 l’Alfa Romeo mette Brambilla sotto contratto come terzo pilota. Contemporaneamente Vittorio corre il campionato mondiale sport prototipi con una Osella-BMW in coppia con Lella Lombardi, che fu sua teammate in March nelle stagioni ’75 e ’76, unica donna ad aver preso punti nel mondiale di Formula 1.

Dopo la morte di Patrick Depailler nei test ad Hockenheim sembra possibile un ritorno di Brambilla in Formula 1 ma, nelle ultime gare del mondiale, sull’Alfa Romeo sale il giovane Andrea De Cesaris.

Fuori dalle competizioni Vittorio inizia, meglio continua, l’attività di preparatore per vetture di Formula 3. La sua popolarità lo porta nel mondo del cinema: partecipa alle riprese della commedia “Io tigro, tu tigri, egli tigra” al fianco di Renato Pozzetto, nel quale interpreta se stesso impegnato in un cambio pilota in una gara “endurance” di motocarri con l’attore lombardo.

Vittorio Brambilla, predestinato dal suo nome, ci ha lasciati a 63 anni nel 2001. Nel 1998 ricevette l’Oscar dello Sport alla carriera con il fratello Tino.

Immagine di copertina: Wikipedia

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