Quello che resta di questo Gran Premio di Russia, a parte il nulla cosmico di una pista indecente, è il fatto che a fronte di tante belle parole improntate alla diplomazia la situazione Ferrari e la gestione dei piloti inizia ormai a scappare di mano, non da ora, non da Singapore. Quanto successo a Sochi in partenza è direttamente collegato a Monza, Q3, ultimo minuto. Con Vettel che, tipo avvocato d’ultimo grido, sfrutta il cavillo nella frase “prendere la scia” per infilare non solo la Mercedes di Hamilton, sverniciata dopo centimetri quindici, ma pure la Ferrari di Leclerc. Il quale, ingenuamente – come era stato ingenuo Vettel a non mettersi in scia a Sainz in Italia – ha lasciato strada convinto che “ok, tanto mi fa passare subito”.
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