Verstappen, il primo nemico di Liberty Media

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
23 Luglio 2023 - 18:55
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Il mondiale 2023 è già chiuso, Verstappen e Red Bull vincono tutto. Lo scenario peggiore per chi guida il Circus

Max Verstappen è ufficialmente il primo nemico di Liberty Media. Dopo undici GP il mondiale di F1 2023 è chiuso a quattro mandate, Red Bull ha vinto tutte le gare e lui, da solo, ne ha portate a casa nove su undici. Inoltre, a Budapest è arrivato anche il sigillo del record di gare vinte consecutivamente, 12, strappato alla gloriosa McLaren del 1988, rimasta ferma a 11.

Red Bull non lascia spazio agli avversari praticamente da un anno. Dal 24 luglio 2022, GP di Francia, il team di Horner ha vinto 21 gare delle 22 disputate, con l’unica eccezione del GP del Brasile vinto da George Russell con la Mercedes.

Sono percentuali bulgare che ricordano, staccano e in parte stracciano anche quelle viste da parte di Mercedes all’inizio dell’era ibrida, Ferrari ad inizio millennio, Red Bull oltre una decade fa. Le regole 2022, unite al Budget Cap, dovevano accorpare la griglia e permettere gare più combattute. Dopo un anno e mezzo, non si sa più dove sbattere la testa perché è successo esattamente l’opposto.

Dal punto di vista sportivo il dominio Red Bull è inattaccabile. Dal punto di vista manageriale ed imprenditoriale, guardando il tutto dal lato di chi il Circus lo gestisce, questo è lo scenario peggiore che Liberty Media potesse immaginare. Quello Red Bull è un monopolio che non si può toccare, a meno di stravolgere ancora i regolamenti in corsa (e non servono formati particolari di Sprint o qualifiche) e rappresenta il più grande pericolo per la credibilità dello Sport. Nel momento in cui la F1 diventa un business, dettaglio sul quale Liberty sta spingendo fortemente, deve promettere certi risultati: avere un team che domina in lungo e in largo si configura come una vera e propria minaccia.

Quale interesse può suscitare, soprattutto nelle nuove generazioni, una categoria dove si conosce già il nome del team che vincerà e, al 90%, anche quello del pilota? I nuovi regolamenti hanno fallito, gli avversari di Red Bull non sono capaci neanche di copiare con un senso le intuizioni geniali di Adrian Newey. In questo 2023 Aston sembrava poter essere una sorpresa ma sta facendo il gambero lungo la strada degli sviluppi. McLaren è tornata su, ma è quinta nel Costruttori e, al massimo, potrà puntare la Ferrari. Appunto, la Ferrari che si dà le pacche sulle spalle per gli aggiornamenti e poi, come a Budapest, termina ad oltre un minuto di ritardo.

Il risultato del GP d’Ungheria è devastante, con una Red Bull che è stata indicata come in difficoltà e che, per l’ennesima volta, aveva semplicemente pensato a settare la RB19 per la gara invece che per la qualifica. La Pole di Hamilton ha risvegliato gli occhi lucidi dei tifosi del sette volte iridato, ma era chiaro sin dall’inizio che la gara avrebbe potuto prendere una piega diversa; lo aveva detto lo stesso Lewis. Quello che non era previsto era il distacco a fine gara, apprezzabile finalmente dopo una corsa senza interruzioni e distacchi annullati.

Red Bull è inavvicinabile, Verstappen guida come la RB19 come un guanto. La macchina fa la differenza, lui anche e soprattutto su un Pérez andato in crisi mistica dopo Miami. Più Max vince, più costituisce un problema: un’altra mezza stagione così rischia di creare un buco nell’immagine della F1. Cosa fare allora? O meglio, sarebbe giusto fare qualcosa adesso? Certo che no. Non è colpa di Red Bull se vince, ma è evidente che tutti i provvedimenti presi nell’ultimo anno e mezzo, finalizzati allo spettacolo, non siano serviti a nulla e, anzi, abbiano ancora di più bloccato il vantaggio di chi lavora a Milton Keynes; il tutto in una F1 dove si gira sempre di meno e ci si affida al simulatore con i risultati che vediamo.

Un po’ per la serie “chi si loda si imbroda”, ora Liberty ha le mani legate, almeno fino alla fine dell’anno. Chissà che non si prenda spunto dal 2005…

Immagine: Media Red Bull

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