Mi viene sinceramente da ridere: perché se già ieri e oggi è stato difficile per me parlare di Rossi, visto che mi sento leggermente di parte, anche il calendario del sito si impegna a rendermi l’inizio settimana difficile.
Il 26 ottobre, infatti, è l’anniversario di un altro gesto che ha minato un’immagine importante, ovvero quella di Schumi a Jerez 1997 quando, sbagliando a premere qualche tasto sul volante, ha spento il cervello tentando di far fuori Jacques Villeneuve consegnandogli, invece, il mondiale in mano.
La ricorrenza (per me triste) arriva proprio nel momento in cui quell’episodio viene accostato a quanto successo ieri tra Rossi e Marquez. A fagiolo, proprio, con quanta mia somma gioia potete solo immaginarlo.
Detto questo, seppur i due avvenimenti possano essere superficialmente accostati, sono a mio modo di vedere piuttosto diversi tra loro.
Premetto: ai tempi, avessi avuto davanti Michael, gli avrei tirato una cinquina. Perché quella gara l’avrebbe comunque persa così come il mondiale, ma con onore. Con quella botta di testa, ha macchiato una stagione fantastica. Fortunatamente, poi, si sarebbe ripreso con gli interessi.
Ma veniamo a noi. Per come la vedo io, in comune tra queste due situazioni c’è solo l’aver commesso un errore da parte di uno dei protagonisti.
Prima cosa: il gesto del 1997 è stato assolutamente istintivo, non provocato, non previsto, completamente gratuito. E’ l’errore più grande che Michael abbia commesso, per quanto mi riguarda, nella sua carriera. Molto più di altri, perchè l’intenzione di creare un danno una volta trovatosi con le spalle al muro è stata chiara. Sanzione giusta, sacrosanta, senza alcuna attenuante. Quello di ieri di Valentino è comunque un errore grave (meglio sottolinearlo), ma giunto “per sfinimento” come lui stesso ha ammesso. MM (Marc Marquez) per molti ha corso esclusivamente la sua gara, peccato che l’abbia fatta esclusivamente su Rossi, lasciando Lorenzo andar via “regalandogli” anche la posizione senza lottare nemmeno per un secondo. Se anche la commissione ha riconosciuto le manovre di disturbo, comunque ritenute non oltre i limiti, non c’è altro da dire. Valentino c’è cascato con tuta, stivali e casco e ha sbagliato. Ma le due circostanze, per quanto mi riguarda, sono molto diverse. Una cosa, però: basta con la storia del calcio, per favore. Rossi è stato punito per aver allargato e rallentato volontariamente accompagnando MM all’esterno, guardandolo tre volte in segno di ‘sfida’. Il calcio, mettiamocelo in testa, non c’entra nulla benchè MM lo usi come scusante.
Seconda cosa: a Jerez Michael ha lottato prima e sbagliato poi contro chi gli stava portando via il Mondiale, contro il rivale diretto, il ‘nemico sportivo’ di una stagione intera. Valentino non ha avuto la possibilità di lottare con Lorenzo, perché ha dovuto far fronte ad un intermediario (concordato o meno non mi importa, probabilmente no) che ha deciso di ‘far pagare’ alcuni episodi accaduti durante l’anno (principalmente l’Argentina e Assen), applicando una sorta di legge del taglione: “Non vinco io (il mondiale), non vinci neanche tu”. Al netto del fatto che i due errori sono comunque ingiustificabili, anche qui vedo due situazioni diverse. E ora, per quanto sia difficile (quasi impossibile) per Rossi vincere il titolo a Valencia, lo spagnolo dovrà stare molto attento alla sua condotta di gara, data la valutazione della Race Direction, che non l’ha punito in Malesia ma lo osserverà con 20 occhi. Per dimostrare che Valentino non aveva ragione nell’accusarlo di quello che poi abbiamo visto, dovrà fare di tutto per mettersi davanti a Lorenzo nell’ultima occasione. Anche se la testa gli dice evidentemente altro.
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