Under pressure

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
30 Agosto 2018 - 17:09
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Se quella di Spa era una vittoria sperata e sognata, quella di Monza è praticamente obbligata.

Non c’è risulato alternativo che potrà essere ben accetto dai tifosi della Ferrari. Sebastian Vettel, nel GP di casa, dopo aver trionfato a Spa, ha praticamente una croce addosso. L’atmosfera che si respira ovunque sui social e sul web in generale, così come in quello che si è visto ieri a Milano è di quelle dimenticate da anni. Se non ce ne fosse già abbastanza, di pressione asfissiante, si è aggiunto proprio l’evento di Liberty Media ad infuocare le attese, ad avvicinare i tifosi della rossa ai piloti, a spingerli ancora di più per l’appuntamento di casa di questo weekend.

Il problema è che adesso tutta questa pressione va gestita, affrontata, incanalata nei giusti modi senza paura di sbagliare. Sembra facile, ma non lo è e non lo sarà per nulla. Perché se sei il primo pilota della Ferrari e ti stai giocando un mondiale arrivare a Monza con una monoposto capace di vincere è tanto positivo quando difficile. E, se hai vinto la gara precedente solo pochi giorni prima ci si aspetta il massimo, il bis in questo caso. 

Non vorrei essere nei panni di Sebastian. Perché al di là dei sorrisi e degli innumerevoli impegni stampa obbligati dagli sponsor non deve essere semplice gestire tutto questo, soprattutto in una stagione in cui l’errore si è fatto vivo quando meno ce lo si aspettava. Non è la prima volta che Monza è crocevia di un mondiale per la Ferrari. L’ultima vittoria risale a ben otto anni fa quando Fernando Alonso, dopo l’incidente di Spa, si prese la vittoria ai danni di Jenson Button.

Le tre edizioni dall’attesa spasmodica che, in parte, si possono paragonare a quella odierna sono quelle del 2000, del 2003 e del 2006, andate poi come sappiamo. Un’estate torrida, quella del 2000, con punti dilapidati ed Hakkinen tornato prepotentemente in lotta per il titolo. Tre anni dopo la chicane della Roggia come momento più alto di tutto il mondiale. Schumi e Montoya appaiati dove due macchine, ancora, mi chiedo dove siano passate. Ancora tre anni, tuoni e fulmini di polemiche terminati nel motore in fumo della Renault e l’ultimo trionfo italiano di Michael. C’è però da ricordare una cosa: ai tempi Monza volgeva verso il termine della stagione. Qui ne mancano ancora otto e c’è tutto il tempo di recuperare.

Dopo tanti anni, però, mai come questa volta la sensazione è che la Ferrari alla fine ce la possa fare, ed è tutto nelle mani del tedesco sulla numero cinque. Che di tedesco, forse, ha meno di quanto ci si possa aspettare ed ogni tanto lo fa vedere, perdendosi in un bicchier d’acqua. Ma che qui, a Monza, davanti a tutti, dopo una vittoria come quella di Spa e con Hamilton a 17 punti non ha altra soluzione che la vittoria. 

Tutt’altro che facile. Ora sta a lui.

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