Una Ferrari che deve imparare a lottare contro se stessa. Che ruolo ha Sainz se si preferisce rallentare Leclerc?

BlogSeven
Tempo di lettura: 4 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
3 Luglio 2022 - 22:42
Home  »  BlogSeven

Nel giorno in cui la Red Bull è vulnerabile, con il campione in carica Verstappen azzoppato da un problema alla sua RB18, la Ferrari riesce nella più tragicomica delle tafazzate: consegnarle le chiavi del mondiale.

Sembra assurdo, ma è andata praticamente così. Era già successo a Barcellona, ma allora era stata la stessa F1-75 a fermare la cavalcata di Leclerc. Poi è arrivata Monaco: una strategia forse rivedibile (anche se parzialmente giustificabile) ed anche lì punti persi per chi, in teoria, doveva lottare per il titolo. Ma oggi? Beh, oggi ci sarebbe poco da dire se quanto visto e sentito durante il GP di Gran Bretagna non fosse davvero fuori luogo, a tratti incomprensibile.

Giro 29: “Free to fight”. Cosa? Ma sul serio? Non so che faccia ho fatto quando ho sentito questa comunicazione, ma non è stata sicuramente di comprensione per quello che stava succedendo in pista. Nonostante le parole di Mattia Binotto le critiche alla Ferrari si concentrano soprattutto sul doppio pit stop mancato che ha lasciato Leclerc in braghe di tela, con gomme dure contro le soft di chi gli si è lanciato addosso come una preda malconcia. Eppure non è la cosa più grave successa durante il GP. Perché se il doppio pit poteva essere rischioso, e proprio a Montecarlo se ne erano visti gli effetti, la realtà è ben peggiore.

Perché, e lo dico molto onestamente, la sensazione avuta è che questa gara in qualsiasi caso dovesse finire nelle mani di Sainz. Qualsiasi team radio, sin dal primo giro, è andato in questa direzione, volta a tenere al suo posto Leclerc nonostante fosse più veloce dello spagnolo (anche con un’ala danneggiata) e a tranquillizzare Sainz. Da qui abbiamo assistito ai continui team radio del monegasco che chiedeva, quasi sbigottito, come doveva comportarsi mentre Hamilton rientrava sulle Ferrari e cosa doveva fare dopo il pit.

Con un Verstappen in difficoltà l’obiettivo minimo doveva essere quello di lasciare strada a Leclerc da subito, per metterlo al riparo da qualsiasi rischio anche in caso di Safety Car, come poi successo puntualmente. Il mancato doppio pit è arrivato quando ormai la situazione era già precaria e ricorda, in parte, quanto successo ad Abu Dhabi l’anno scorso, con la Mercedes che non ha rischiato di far perdere la posizione a Hamilton subito per poi perderla dopo.

La giustificazione di Binotto è comunque in parte carente. Perché anche se si fosse optato per un doppio pit con Sainz a rimetterci la posizione su Hamilton, avrebbe avuto tutte le carte in regola per riprendersela. Ma, come dicevo appunto prima, la sensazione è che si sia voluto evitare a prescindere un dispiacere a Carlos nel giorno in cui poteva ottenere la prima vittoria.

A questo punto mi chiedo qual è il ruolo di Sainz all’interno della Ferrari, o per meglio dire il suo obiettivo. O dovrei dire il suo contratto? Perché se fino a due settimane fa pareva dovesse mettersi a disposizione di Charles nella lotta per il mondiale, ora con 11 punti di differenza in classifica piloti sembra di avere una situazione in cui a Maranello non sanno (o non vogliono) gestire una ipotetica prima e seconda guida. Ed il “free to fight”, con Verstappen annaspante ai margini della zona punti, è un segnale decisamente preoccupante quando siamo a metà campionato. Se la Ferrari pensa di potersi giocare qualcosa con due punte ha sicuramente sbagliato idea, perché con questa Red Bull sarebbe già difficile farlo essendo perfetti. Così, però, sembra si voglia agevolare la pratica con una monoposto, la F1-75, che non ha nulla da invidiare alla RB18. Anzi.

Quanto successo oggi mi ricorda due episodi. Il primo è Hockenheim 2010, il famoso “Fernando is faster than you” lanciato a Massa in mondovisione. A quel tempo, per quello che aveva passato Felipe con l’incidente di Budapest, pensavo fosse giusto lasciargli la vittoria per recuperarlo anche psicologicamente al 100% e permettergli, magari, di essere più attivo nel resto della stagione, anche in aiuto al compagno. Era una situazione forse diversa da oggi. E infatti, da lì in poi, la stagione di Felipe è andata in calando ancor di più. Oggi invece non c’è giustificazione, onestamente.

Un altro episodio che mi è venuto in mente è quello di Austria 2002, dove la Ferrari venne accusata di troppo cinismo per aver obbligato Barrichello a far passare Schumacher a fine gara. Lì la critica era opposta a quella di oggi: perché? Forse perché si era consapevoli della forza della Rossa? Probabile. A maggior ragione, però, si dovrebbe essere cinici anche oggi. A meno che non ci siano questioni che non conosciamo. Intanto la classifica piange, un’altra volta. E con una macchina che va forte. Un gran peccato.

Immagine: Media Ferrari

Leggi anche

Tutte le ultime News di P300.it

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

LE ULTIME DI CATEGORIA

I Commenti sono chiusi.

COLLABORIAMO CON

P300.it SOSTIENE

MENU UTENTE

REGISTRATI

CONDIVIDI L'ARTICOLO
RICEVI LA NEWSLETTER
Iscriviti per rimanere sempre aggiornato
(puoi sempre iscriverti in seguito)