Una domenica Bestia-le. Di passaggio, di cerchi che si chiudono, di un cielo azzurro che, dall’alto, guarda e illumina il suo simbolo a due ruote, dal numero 23
Stavo facendo quattro chiacchiere con un truciolo di gomma. È stato scaraventato, verso metà gara, in curva uno, e da lì si è goduto la restante parte dello spettacolo. Abbozzava un fiero sorriso: la sua madrepatria era una gomma di Bastianini. Era contento di aver contribuito a qualcosa di tanto importante; così come lo era di aver evitato, clamorosamente, di essere sotterrato da un’infinità di altri suoi simili. Il potente impianto di illuminazione, però, ne rivelava uno strato di malinconia e dubbio sulla funzione della sua esistenza: giaceva lì inerte, nel suo ricordo di velocità; conscio, dell’inconsapevolezza pendente sul suo destino; del suo impotente trasudare ipocrisia. Pareva uno specchio: rifletteva me, rifletteva l’umanità tutta.
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