Un weekend a due facce

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
4 Settembre 2016 - 20:20
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Sta per finire un weekend che definire fuori come un balcone è ancora un complimento.

Formula 1, GP2, GP3, il Motomondiale. E ancora il WEC, il WTCC, la Indy appunto. Tutto condensato in tre giorni. Credo sia il weekend con in assoluto più eventi dell’anno, proprio in concomitanza con Monza.

Sono stato indeciso fino all’ultimo sul cosa fare, ovvero se trascorrere tutti e quattro i giorni in autodromo o restare a casa a coprire il sito. Alla fine ho scelto la soluzione ibrida: due giorni in autodromo, due a casa. Venerdì ci ho provato, col portatile (gli articoli delle libere sono stati pubblicati dall’Autodromo), ma ho capito che senza un punto di appoggio mi sarebbe stato impossibile, ieri ed oggi, coprire tutto quello che c’era da coprire.

I ragazzi mi hanno consigliato di godermi l’autodromo e non pensare al sito, ma c’era veramente troppo per caricare sulle loro spalle anche gli eventi di cui solitamente mi occupo io. Pertanto, senza rimpianti, alla fine sono contento di com’è andata. D’altronde a noi blogger non sono (giustamente) dedicate sale stampa o media center (tra l’altro ho letto che niente meno che a Sutton sono state rubate delle attrezzature fotografiche proprio lì…), e andare in giro con un portatile nello zaino senza disponibilità di monitor e corrente, con 30 e passa gradi, è parecchio difficile.

I due giorni trascorsi in autodromo, comunque, mi sono bastati per respirare la solita aria fenomenale della pista. Mi piacerebbe andarci più spesso, ma come hobby mi sono scelto di scrivere e quindi, per i motivi di cui sopra, bisogna scegliere. E la scelta, il 95% delle volte, ricade sulla scrivania e la tastiera.

Giovedì ho conosciuto finalmente i ragazzi della CEA, Rossella e Patrizia, ai quali ho portato un paio di copie del libro. Mi hanno accolto in modo speciale e li voglio ringraziare anche da qui. Non ho volutamente assistito alla sessione autografi: mi sono bastati i lividi del 2010 e dopo sei anni non è cambiato nulla. Che l’organizzazione sia opera della FIA/FOM o dell’Autodromo, continuerò a pensare che è totalmente assurdo un carnaio del genere. Poi ho avuto il piacere di incontrare Charles Leclerc, che puntualmente retwitta i nostri articoli sulla GP3. Un ragazzo davvero gentile, educato e disponibile.

Venerdì ho avuto la fortuna di assistere alle libere del mattino da sopra i box, con il rischio di volare di sotto un paio di volte per scattare alcune delle foto pubblicate in questi giorni (e una è quella di Wehrlein in copertina). D’altronde l’altezza è quella che è e bisogna sporgersi un po’ per riuscire a riprendere le macchine…  Durante il Pit Walk sono riuscito a fare una foto con la Leggenda Sir Jackie Stewart. Non sono uno che va spesso alla ricerca della foto con qualcuno, sono piuttosto schiscio su questo genere di cose, ma non potevo lasciarmelo scappare. Curioso notare come, partendo dai box Mercedes e andando avanti piano piano fino alla Manor, la cortina di sicurezza fosse via via più blanda. Fino ad arrivare, appunto, in Manor, dove la ragazza che controllava il pubblico mi ha lasciato avvicinare fino alla linea rossa che delimita i box per fotografare le monoposto di Ocon e Wehrlein. Bellissimo essere così vicino alle vetture.

Al pomeriggio invece mi sono spostato all’uscita dell’Ascari: ho notato che, anche se non so da quando, sono in atto i lavori per coprirle e questo è stato sicuramente un toccasana visto il caldo delirante. Sempre al top lo speaker Vignando, che pronuncia i nomi dei piloti un po’ a modo suo (mitico “Roman Gross-Gian”), ma anche questo fa parte della tradizione di Monza e dopo un po’ ci si abitua. Proprio nel pomeriggio ho potuto apprezzare la precisione della Mercedes e della Red Bull in percorrenza dell’Ascari: non posso dire la stessa cosa della Ferrari. Sono rimasto impressionato, e scopro ovviamente l’acqua calda, dall’aggressività con cui guida Verstappen. Sembra un campione nel pieno della carriera. Altri tre o quattro anni e, se non avrà già vinto un titolo, sarà ancora più completo.

Per il resto Monza è sempre Monza, si respira storia guardando i vecchi muretti nascosti sotto le tribune, passeggiando per i viali e sulla sopraelevata. Ho sentito dall’autodromo le notizie sul ritiro di Felipe (ma di lui parlerò più avanti) e sul presunto rinnovo per altri tre anni. Dalla tribuna avevo capito che ci fosse stata effettivamente la firma, invece tanto casino per una semplice stretta di mano, che sui contratti non vuol dire assolutamente nulla. Se voleva essere una scena ad effetto, non è stato neanche quello. Sono esageratamente pessimista? Probabile, ma non ho mai amato le strette di mano, vogliono dire tutto e niente.

Ieri ed oggi ho vissuto l’altra faccia del weekend. Quella di chi cerca di raccontare tutto questo nel modo più limpido possibile da queste pagine. In due giorni sono stati pubblicati oltre trenta articoli, alcuni anche in piena notte come quelli del WEC e della INDY grazie a Federico e Andrea. Roba che per un sito in cui scrivono praticamente quattro/cinque persone non è proprio poco. Sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto in questi (quasi) quattro anni e credo, sinceramente e per quella che è la mia esperienza, che meriteremmo forse qualcosa di più in termini di considerazione. Ma non c’è fretta: continueremo a fare il nostro indipendentemente dal seguito, perché siamo fatti così e ci piace quello che facciamo.

Ora mi rilasso e mi godo la Indycar, che parte tra poco. Anche questa è andata.

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