Un sorpasso amaro per il campionato

di Alyoska Costantino
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Pubblicato il 17 Luglio 2017 - 10:34
Tempo di lettura: 4 minuti
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Un sorpasso amaro per il campionato

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Siamo al giro di boa estivo, la prima metà di campionato è andata per la Formula 1 e prima delle meritate vacanze estive di agosto c’è ancora il Gran Premio d’Ungheria d’affrontare per piloti e squadre. Tappa difficile e ben diversa dalle ultime gare svolte, su tracciati ben più veloci come Zeltweg o persino Baku. Tappa in cui la Rossa di Maranello deve ritornare sulla retta via, nella speranza di riagguantare una leadership solida in testa al campionato piloti.

Venti punti, nel giro di un solo GP, sono volati via come fossero cumuli di sabbia al vento per Sebastian Vettel, che ora si ritrova con un solo punto di vantaggio sul grande rivale Lewis Hamilton; situazione di certo inaspettata e improvvisamente più complessa, causata dallo scoppio dello pneumatico ad appena due tornate dalla fine, fattore che può davvero costare il mondiale al tedesco quest’anno. E poiché siamo in Inghilterra, chiedere al “Leone” Nigel Mansell conferme, visto che per una cosa simile ha perso un mondiale già vinto poco più di trent’anni fa ad Adelaide.

Ma se qualcuno pensa che tutto il vantaggio di Vettel sia sfumato solo per la Pirelli anteriore sinistra dechappata, si sta sbagliando di grosso: la SF70-H oggi è tornata sul podio grazie a Kimi Raikkonen, anche lui vittima dello stesso guaio, ma la vettura ha ottenuto due podi nelle ultime quattro gare in totale, contro i sei della rivale tedesca. Bottino magrissimo per una vettura che si sta giocando i due titoli (anche se quello costruttori, con Bottas ringalluzzito, sembra sempre più lontano). Quindi, inutile nascondersi troppo: la W08 della Stella a Tre Punte è ora ben più avanti della Ferrari, forse grazie a uno sviluppo migliore. Al netto degli eventi (compresa l’idiozia di Seb a Baku, perché non c’è altro modo per chiamarla) e delle sfortune, nelle ultime quattro gare solo una volta la Ferrari ha potuto accarezzare il sogno della vittoria: in Austria sette giorni fa, con la vittoria sfuggita al quattro volte campione per appena 6 decimi.

Ma l’inferiorità si è fatta palese tra i rettilinei e i curvoni di Silverstone, e non tanto nel risultato finale ma in un preciso avvenimento: quello del 43° giro, in cui la #77 di Bottas ha strappato gli adesivi della Santander dalla vettura di Vettel, sverniciandola sull’Hangar Straight. Le scusanti sono tantissime: l’usura gomme a cui doveva far fronte il tedesco, il malefico DRS che ha aiutato Valtteri, forse anche il bottoncino magico della Mercedes… ma vedendo quel sorpasso in diretta il mio pensiero in automatico è stato “da qui in poi, quest’anno sarà dura”. Certo, senza il ritorno delle non tanto care e vecchie Bubble-gomme Pirelli la Ferrari sarebbe giunta comodamente (ma non tanto) seconda, ma in quel determinato duello la differenza che si è vista è stata nettissima. E comunque, diciamocelo: nel vecchio aeroporto inglese si sapeva chi avrebbe vinto a meno di colpi di scena e, infatti, Lewis è stato lì davanti a vincere e a eguagliare Clark e Prost.

Il mondiale 2017 ci sta fornendo una delle annate più emozionanti e coinvolgenti non solo dell’era ibrida, ma dell’intera storia del campionato, tra il duello Ferrari-Mercedes e l’inserimento ogni tanto dell’outsider Red Bull, ma la possibilità che le cose cambino da qui in poi è alta: in Ungheria, nel tortuoso Hungaroring, la Ferrari ha la chance di ribaltare il pronostico che non la vede vincitrice da ben quattro gare per tornare a ottenere l’alloro, ma il ring ungherese è anche un tracciato che a Hamilton piace moltissimo, dall’alto delle sue cinque vittorie. Seb ne ha ottenuta una sola due anni fa sempre con la tuta rossa, e ha il dovere assoluto di rimediare alla scemenza di Baku e di riconsolidare la sua leadership. Altrimenti, prepariamoci al ritorno del monologo Mercedes.

Due settimane di tempo ora per le squadre e per la Scuderia Ferrari per raffreddare gli animi e ricaricare le batterie. L’impresa è ostica, quella di dover tornare a combattere per vincere e non per limitare i danni, ma non è insormontabile. Quest’attimo di défaillance è già costato carissimo e la scuderia italiana, insieme a Vettel, deve impedire che prosegua. Solo il tempo ci dirà se la situazione migliorerà o se la Ferrari perderà ulteriore terreno giocandosi, forse definitivamente, il mondiale.

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