Un paese di avvoltoi

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
1 Ottobre 2020 - 01:11
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La Gregoraci sproloquia su Schumi il 24 settembre. Ma solo ieri qualcuno si è svegliato

L’altro giorno ragionavo sulle decine di siti che hanno fatto visite a pacchi sostenendo che Raikkonen ha prolungato il contratto con Alfa Romeo, quando non c’è nessun comunicato ufficiale in merito e, anzi, pare che le cose stiano all’esatto contrario. Ecco, ormai vale tutto. La qualità non esiste più e non è richiesta. Una notizia falsa è una notizia falsa, indipendentemente da tutto. E mi chiedevo “miseria, ma davvero si deve iniziare a scrivere fake news per andare avanti?”

Poi è arrivato il colpo di genio. Questa volta devo dire che tutto il marcio del nostro sistema informativo si è mostrato nel suo splendore. Il mese di settembre si distinguerà, almeno personalmente, per un paio di episodi giornalistici di tutto rispetto che rispecchiano pienamente il nostro modo di fare informazione. Il primo è quello di Suarez, sul quale evito di pronunciarmi perché qui – per fortuna – non si parla di calcio. Il secondo è quello della signorina Gregoraci che, nel salotto del Grande Fratello VIP – che mi tocca sentire… – si mette a sproloquiare sulle condizioni di Schumi raccontando nei dettagli condizioni fisiche, domicilio ed altre informazioni varie.

Nel merito della questione, va da sé che le non notizie da quasi sette anni a questa parte costituiscono comunque una notizia. Se Michael stesse bene, se ci fossero dei miglioramenti, lo sapremmo dai diretti interessati. Detto questo, che la signorina in questione faccia uso di uno dei programmi sorprendentemente più visti ed idioti della televisione per parlare di un argomento simile è di per sé imbarazzante. Come se non sapesse quanto la famiglia abbia cercato e cerchi ancora di mantenere un minimo di privacy su tutto.

C’è anche da dire un’altra cosa. Considerato il tenore culturale ed intellettuale del programma in questione, non darei per scontato quanto svelato. E qui si presentano due alternative:

– La Gregoraci ha svelato informazioni vere. In questo caso qualcuno (la famiglia, ovviamente) potrebbe prendersela parecchio visto lo sforzo di questi anni per mantenere la privacy di Michael.

– La Gregoraci ha svelato informazioni false. In questo caso sempre qualcuno potrebbe prendersela per la divulgazione di notizie non veritiere riguardo la salute di Michael.

Qualunque sia l’alternativa corretta, c’è da prendersela eccome: Ma questo, eventualmente, è un problema di chi certe informazioni – vere o false che siano – le ha divulgate dimenticandosi (?) che su tutta questa storia c’è il massimo riserbo dal giorno 1.

Il tutto senza tralasciare che la Gregoraci è anche una madre. E dall’altra parte c’è un figlio, Mick, che vive una situazione tremenda a cui deve far fronte ogni volta che torna a casa. Ma la sensibilità, lo sappiamo, non è di casa in certi ambienti.

Tutta la questione, comunque, non è distante dal finto prete di Grenoble o dagli avvoltoi in formato drone mandati a sorvolare la residenza svizzera di Michael a caccia di foto inedite. Roba disgustosa per non usare altri termini.

A proposito di avvoltoi. Andando a ritroso si scopre che le famose informazioni sono state divulgate dalla Gregoraci il 24 settembre, sette giorni fa. Eppure solo da ieri è scoppiato il finimondo. Insomma ci è voluto qualche giorno affinché gli avvoltoi del web scoprissero l’esistenza di un contenuto dall’alto tasso di click facili ed iniziassero a scrivere, copiarsi e ricopiarsi ancora riempiendo il web in sole 24 ore quando la notizia risale ad una settimana fa. È bastato che un primo sito importante riportasse la notizia e via a catena tutti quanti, come tanti piccoli pappagallini fastidiosi che ripetono il concetto.

Ecco, al di là del fatto in sé è questo uno dei motivi per i quali il giornalismo sta fallendo clamorosamente nel suo obiettivo. Non è la prima volta che si lucra o si rimpinzano i contatori sulle condizioni di Schumi e presumibilmente sarà così per sempre. Ma vedere il web che si sveglia clamorosamente sei giorni dopo e decide “Sì, pubblichiamo questa cosa, così ci copriamo la giornata” mette una tristezza infinita.

Si dovrebbe provare anche un po’ di vergogna – parlo dei diretti interessati – ma non è questo il mondo in cui questo può succedere. E, mentre tu riporti solo notizie ufficiali, a farla franca sono i furbi: quelli dei “si dice”, “forse”, “sicuro” senza niente in mano. Grazie anche a chi li sostiene.

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