Un malinteso che costò un punto. E un titolo mondiale

di Francesco Ferrandino
Pubblicato il 22 Marzo 2019 - 17:30
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Un malinteso che costò un punto. E un titolo mondiale
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“HAW REC”. Dai box della Vanwall uscì un cartello con questa scritta. Il destinatario era Stirling Moss, impegnato a dominare sul circuito di Oporto il Gran Premio del Portogallo 1958. Era il 24 agosto, si correva la terz’ultima gara del Campionato del Mondo, il primo senza Fangio: il campionissimo argentino si era infatti ritirato dalle competizioni prima di metà stagione, e adesso a giocarsi la successione al trono erano due giovani inglesi. Moss doveva vedersela col ferrarista Mike Hawthorn, e se Stirling stava per ottenere il suo terzo successo stagionale, l’altro era comunque davanti in classifica pur con una sola vittoria: maggior numero di piazzamenti, certo, ma anche un bel po’ di giri più veloci in gara, che in quegli anni valevano un punto.

E il cartello in questione voleva proprio segnalare a Moss che Hawthorn aveva segnato il record (REC) sul giro: un modo per spronarlo a tentare a sua volta di strappargli il primato della tornata più veloce e guadagnare un punto, importantissimo in una lotta serrata come quella che in Classifica Mondiale stava caratterizzando la stagione.

Ma il grande Stirling Moss, che in pista raramente faceva errori, equivocò invece nella comprensione del cartello: invece di REC, credette di leggere REG, pensò cioè che Hawthorn girasse in tempi “regolari”. E quindi non si impegnò più nella ricerca della prestazione pura, andando a vincere il GP, mentre Mike sulla Ferrari ottenne comunque il secondo posto, e col punto del giro veloce concesse solo una lunghezza al connazionale.

Nelle ultime due corse, Hawthorn centrò altri due secondi posti, mentre a Moss non bastò vincere il GP decisivo, in Marocco, dove fece anche il record sul giro: era la sua quarta vittoria stagionale contro l’unica di Mike, ma quest’ultimo aveva assommato la bellezza di cinque secondi posti, e cinque giri più veloci (contro i tre di Stirling). Alla fine il tabellone segnava 42 punti per Hawthorn contro i 41 di Moss.

Moss sportivissimo ammise la sconfitta, e ripensando alla stagione appena finita disse: «In Portogallo ho letto male quel cartello, credevo che dopo la fermata ai box di Mike non ci fosse più alcuna necessità di spingere. Con quell’equivoco mi sono praticamente giocato il Campionato del Mondo». In sostanza, una lettera, una consonante su un pannello aveva probabilmente deciso un titolo mondiale. Titolo che Moss non fece mai suo, ma anche questo fa parte della Storia.

Immagine | web (per segnalare il copyright info@passionea300allora.it)

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