Una storia può essere raccontata in mille modi diversi. Per arrivare allo stesso punto di arrivo si possono prendere strade diverse ma quello che conta alla fine, almeno nei motori, è sempre il risultato.
Quando si parla di Ferrari c’è sempre quel sentimento popolare che cerca di mitigare risultati negativi ed esaltare – anche all’eccesso – quelli positivi. Possiamo definirlo normale visto che si parla del team di casa nostra – insieme ad AlphaTauri – ma non bisogna mai perdere la lucidità.
Quello del Gran Premio di Stiria è un risultato che rispecchia il valore attuale della Ferrari. E non possiamo parlare né di una grande Ferrari né di un team in crescita rispetto a questa o quest’altra gara. Tolte Mercedes e Red Bull, che fanno oggettivamente un altro mestiere, l’area di competenza di questa Rossa è la lotta con la McLaren per il terzo posto nel mondiale costruttori; lotta nella quale, oggi, ha recuperato quattro punti.
Ma non cerchiamo di più perché sarebbe totalmente fuori luogo. Esaltare la rimonta di Leclerc ci sta se, però, non dimentichiamo che è stata frutto di un altro errore del monegasco; che, al quarto anno di Formula 1, deve ormai avere l’esperienza per limitare le sbavature. La classifica costruttori parla, oltretutto, chiaramente. Ferrari e McLaren sono a sé rispetto agli altri sei team, quindi una rimonta per scavalcare Haas, Williams, Alfa Romeo, Aston Martin, Alpine e AlphaTauri è quanto meno auspicabile anche se ci si trova ultimi ad inizio gara.
Non va nemmeno dimenticato che parliamo di una corsa terminata con il doppiaggio di entrambe le vetture e con la più veloce, quella di Sainz, giunta con un ritardo di oltre un minuto e dieci alla fine del penultimo passaggio. E qui la posizione di partenza conta relativamente: perché, anche quando si è scattati al via nelle prime file per una magia in qualifica, poi in gara si è faticato, tornando al livello di competenza.
Quando per soli 4 giri su 71 una monoposto gira più veloce di un’altra non ci sono molte argomentazioni da chiamare in causa, siano queste trenini o altri impedimenti. Quindi no: non è il caso di giudicare positivamente una gara in cui si viene doppiati, perché il doppiaggio è sempre e comunque un’onta per un team di Formula 1; soprattutto quando il suo nome è altisonante.
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