Un caloroso grazie al Parco Chiuso, una porcata che deve finire

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
2 Settembre 2017 - 19:00
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L’ignobile spettacolo prodotto dalla Formula 1 questo pomeriggio ha colpevoli ed origini ben lontane. Non è da oggi né da ieri che la situazione è questa in caso di pioggia. Già l’anno scorso, consci dell’introduzione di gomme più larghe per questa stagione, e nonostante lo sforzo di Pirelli nel costruire mescole da bagnato dalla maggiore capacità di evacuazione dell’acqua, si immaginava che con una pioggia pesante le monoposto sarebbero state ancora più in difficoltà. Oggi ne abbiamo avuto la prova, ma soprattutto abbiamo avuto la prova che dopo quasi quindici anni il Parco Chiuso è una malattia che va curata al più presto.

Le prime vittime di questo scempio sono i tifosi, che sugli spalti sono costretti ad attese infinite come quella di oggi (oltretutto con pioggia e temperatura autunnale, poco prevista) o addirittura a vedere le sessioni annullate o pesantemente azzoppate. In secondo luogo, con la FIA che lancia l’Halo e si professa portatrice di sicurezza, il Parco Chiuso non è altro che una mina all’incolumità dei piloti stessi: ricordiamoci che Grosjean, oggi, ha rischiato tantissimo. E poco importa che i piloti siano pagati in modo commisurato al loro mestiere: mandarli al massacro sull’equivalente del ghiaccio, perché questo è l’assetto da asciutto a 300 all’ora su un asfalto nuovo che non drena a sufficienza, è semplicemente ridicolo, dannoso, controproducente.

Il Parco Chiuso è una porcata introdotta per cercare di spettacolarizzare in modo artificiale le gare, al pari del DRS che sarebbe apparso anni dopo. Costringere team e piloti ad inventarsi un assetto da bagnato o asciutto per il giorno dopo non è sport, ma è roulette russa. Il vero spettacolo era poter metter mano agli assetti tra sabato e domenica, tentando di rimediare con l’intelligenza e non con il culo ad una qualifica negativa. Il warm up permetteva di tentare l’azzardo dell’ultimo secondo, qualora le condizioni cambiassero improvvisamente tra il sabato e la domenica.

I piloti passano per delle fighette che non hanno voglia di rischiare, ma quando nel 2014 Jules ci ha rimesso la vita i pareri non erano certo gli stessi. Semplicemente, molto semplicemente, queste monoposto non sono le stesse di vent’anni fa, per costruzione e per quanto il regolamento permetta modifiche. Una monoposto che sull’asciutto striscia continuamente a terra è destinata, con il bagnato, a giocarsi più jolly nello stesso giro anche sul dritto, e non è detto che servano come abbiamo potuto vedere oggi. E questo nonostante il diametro delle mescole da bagnato sia leggermente superiore a quello delle slick.

Se vogliamo davvero la sicurezza il Parco Chiuso deve essere eliminato al termine di questa stagione. Lo farei anche oggi, ma non sono per i cambi in corsa. Le monoposto devono poter essere riviste negli assetti: altezza da terra, incidenza delle ali, rigidità delle molle e degli ammortizzatori e tutti quegli aspetti che possano renderle più sicure e guidabili. Facile dire che venti, trenta, quarant’anni fa i piloti correvano lo stesso. Ma forse ci si dimentica che di gare sospese ce ne sono state anche ai tempi, basta fare un po’ di mente locale. Eppure, nonostante quelle monoposto fossero intrinsecamente più insicure di queste, potevano essere modificate negli assetti per renderle meno imprevedibili. Ad oggi, abbiamo delle tavole da surf pronte a scappare via come se nulla fosse, e questo non si chiama pilotare ma terno al lotto.

La colpa di tre lustri in questa condizione non è solo di chi questa assurdità l’ha ideata ed introdotta, ma anche di chi l’ha accettata e non si è mai opposto ovvero i team e, per quanto abbiano poca voce in capitolo, i piloti. Che Charlie Whiting, poi, da quell’ottobre 2014 si senta abbracciato da un’ombra quando piove, credo si sia capito. Oggi, però, si è toccato il fondo per questa specifica situazione.

Due ore e mezza di fermo per un’assurdità simile non sono accettabili, e mi auguro vivamente che Liberty Media e Ross Brawn abbiano preso nota.

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