A un anno dalla fine di un’era

BlogParola di Corsaro
Tempo di lettura: 3 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
28 Gennaio 2018 - 11:00

Quest’anno il campionato mondiale Superbike compirà trent’anni. Trenta candeline da spegnere sulla torta figurativa del mondiale delle derivate di serie. Una vita. E’ stato il sogno di molti raggiungere questo livello prestigioso di competizione, per altri la chance di rifarsi, per altri ancora un luogo dove consacrare ancora di più la propria leggenda oppure una rampa di lancio per un futuro ancora più prosperoso nel mondo delle due ruote. Ma la Superbike non sarà l’unica a compiere trent’anni nel 2018… assieme a lei anche la Ducati compirà trent’anni, vista la sua partecipazione al campionato iniziata sin dagli albori.

Un numero spropositato di campioni è salito in sella alle bicilindriche sportive di Borgo Panigale in questi tre decenni, capaci di grandi risultati o addirittura di ottenere corone iridate: Marco Lucchinelli, Raymond Roche, Carl Fogarty, Pierfrancesco Chili, Troy Corser, Troy Bayliss, Neil Hodgson, Noriyuki Haga, Carlos Checa, fino a raggiungere i giorni nostri con la coppia Chaz Davies-Marco Melandri. Trentuno i titoli mondiali conquistati (quattordici piloti e diciassette costruttori), ottenuti sfidando gara per gara, anno per anno, avversari di tutto rispetto: Merkel, Kocinski, Slight, Edwards, Vermeulen, Toseland, Biaggi, Spies, Laverty, Haslam, Rea, solo per citarne alcuni. Senza contare poi i costruttori che hanno conteso, e a volte anche strappato, gioie alla squadra bolognese, provenienti sia dall’Italia sia dal resto del mondo: Aprilia, Kawasaki, Honda, Yamaha, Suzuki.

Mondiali vinti con largo margine, altri persi sul filo del rasoio. Convivenze difficili controbilanciate da veri e propri matrimoni felici, e persino ritiri in forma ufficiale che nonostante tutto non hanno minato la competitività delle moto italiane (il team Althea a riguardo ne sa qualcosa). Insomma, Ducati Corse nel campionato ne ha passate tante, tantissime, forse più di qualunque altro team, manager, pilota o scuderia.
E come sappiamo, ha vinto tanto rimanendo comunque fedele alla propria linea di pensiero: quella delle moto stradali a due cilindri. Una tradizione, un tabù quasi inviolabile. Con gli anni tutti i principali avversari (le giapponesi in particolare) hanno seguito la via più conveniente dei quattro cilindri, eppure Borgo Panigale ha saputo sempre tenere il passo magistralmente.

Però, si sa, il tempo cambia molte cose, a volte in meglio ma spesso in peggio: l’arrivo dell’epocale cambio di regolamento per il 2018 (che più passa il tempo più sono scettico che possa davvero cambiare le cose positivamente… ma va beh) non sembra per nulla a vantaggio della Ducati, la quale pare già pronta a soffrire quest’anno, in particolare contro il binomio inarrestabile Rea-Kawasaki. Le vecchie armi, in questo caso le Panigale a due cilindri, appaiono spuntate e oramai inadatte a permettere a Davies e a Melandri di vincere molto.
E così, come per la Superbike, anche la Ducati ha scelto di fare il grande salto: la fine dell’era bicilindrica e il debutto, nel 2019, della Panigale V4. Dopo, ripeto per ribadire il concetto, trent’anni pieni.

Quest’articolo non è una lamentela, né una critica e tantomeno un ragionamento mirato su un avvenimento “x”. Prendetelo come un tributo a una squadra leggendaria già di suo e che, chissà, dal prossimo anno potrebbe diventarlo ancora di più. Nel frattempo, un augurio anticipato a Ducati e anche al mondiale SBK, che volente o nolente è arrivata fino a qui nonostante le ultime, pesantissime difficoltà.
Che si spengano le candeline e che si esprima un desiderio: buona annata Superbike a tutti!

Fonte immagine: worldsbk.com

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