Tra Kimi e Charles… nessuno dei due?

BlogSeven
Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
8 Settembre 2018 - 22:01
Home  »  BlogSeven

Ci sono due grandi temi che hanno caratterizzato questa settimana post Gran Premio d’Italia. Uno sono gli errori di Sebastian Vettel, l’altro il futuro proprietario della seconda Ferrari dal 2019 in poi.

Del primo si è detto tantissimo e tre cose sono certe:

1) gli errori potrebbero costargli il mondiale.
2) ad appesantire la situazione ci sono un sacco di avvoltoi.
3) alla prima vittoria una percentuale che non so quantificare, dopo averlo coperto di insulti, tornerà ad amarlo come se nulla fosse.

Il secondo tema è quello sul quale invece mi voglio soffermare dopo aver letto, ascoltato, atteso durante tutta la settimana un annuncio che poi non è ancora arrivato. Tendenzialmente Charles Leclerc dovrebbe essere la nuova scelta della Ferrari. Mi tengo un condizionale d’obbligo nel taschino perché, ormai dovreste saperlo, fino a quando non vedo i comunicati ufficiali non mi muovo e, sinceramente, chi se ne frega del “chi arriva prima”. 

Faccio una premessa. Ho seguito la storia della petizione online per chiedere di mantenere Kimi in rosso. Ovviamente non sortirà effetto alcuno sulla decisione della Scuderia, sia questa già avvenuta o meno. Ciò che voglio sottolineare è però l’affetto che la gente, gli appassionati, i tifosi provano ancora per questo ragazzo di quasi 40 anni che dal 2001, pause a parte, fa parte di questo mondo a modo suo. Da protagonista ma senza protagonismi, a dispetto di una carriera che forse sarebbe potuta essere più preziosa in termini di bacheca, Kimi è sempre stato amatissimo per il suo anticonformismo che l’ha reso sempre unico ma, soprattutto, sincero. Ed è questo che la gente ancora, fortunatamente, apprezza: la sincerità. 

Detto questo, tra Raikkonen e Leclerc il mio ragionamento va al di là di questi due nomi. Vale a dire che per il 2019 io non sceglierei né uno né l’altro e vi spiego il perché. Avere due piloti forti crea disagi se si punta al titolo mondiale. Se si ha la possibilità di vincerlo, poi, peggio ancora a meno che la supremazia non sia talmente accentuata da permettere comunque ai due piloti di giungere primo e secondo in campionato nonostante sportellate, battibecchi, occhiatacce. Ogni riferimento a Nico Rosberg e Lewis Hamilton, anno 2016, è volutamente – non – casuale. Ed in Mercedes, proprio per questo, il ritiro del campione 2016 ha portato una boccata d’ossigeno all’interno del team, con la scelta di Valtteri Bottas come sostituto del tedesco in modo da rendere la vita più tranquilla ad Hamilton, con i risultati che abbiamo visto a più riprese in queste due stagioni. Quando necessario il finlandese si è rivelato aiuto prezioso per l’inglese: per alcuni in modo assurdo e quasi snaturante, ma questo fa assolutamente parte delle corse e dei team in cui ci sono un numero uno ed un numero due praticamente dichiarati. Succedeva anche in Ferrari con Barrichello, ma mi pare di ricordare poche lamentele a riguardo; Austria 2002 a parte, ovviamente (e vorrei ben vedere).

La questione Ferrari è decisamente più complicata. Sebastian Vettel è sempre stato indiziato del ruolo di numero uno ma poi, quando Raikkonen si è trovato nella posizione di poter far bene trovandosi davanti al tedesco, i musi dopo averlo fatto passare sono stati tesi e lunghi. Certo, con l’andare delle ultime due stagioni il campionato si è sviluppato in modo tale da rendere automaticamente Vettel il punto di riferimento per il titolo, ma non si è mai parlato dichiaratamente dell’uno come prima guida e dell’altro come scudiero. Anche perché non puoi chiamare così l’ultimo titolato. Il caso di Monza è indicativo ed è quello che mi ha portato a questa riflessione. Kimi ha difeso la posizione sia alla prima variante che alla Roggia. Questo non è stato sicuramente il motivo scatenante del testacoda di Vettel ma ha contribuito a creare una situazione (mista al caos del sabato) dalla quale il tedesco non è riuscito ad uscire indenne. 

Se da una parte, come si è sentito a più riprese, Kimi è stato congedato durante il weekend monzese ed ora si sente libero di correre senza dover “servire” il team, siamo sicuri che un Leclerc al suo posto, trovandosi magari a pari prestazioni con Vettel, farebbe il secondo a testa bassa alla Bottas? In questo bisogna inquadrare la situazione dello stesso Vettel. Perché se i dubbi su di lui iniziano ad essere corposi anche all’interno del team la scelta del monegasco diventa una premessa alla sua uscita a fine 2019, con Charles libero di agire in barba a qualsiasi team order alla Hamilton 2007 per poi divenire prima guida dal 2020. Se invece il tedesco è ancora il numero uno in seno alla squadra, il pilota con cui la Ferrari vuole puntare al benedetto mondiale, a mio modo di vedere piazzargli a fianco un potenziale fenomeno può solo creare un nuovo disagio. Per capirci intendo un qualcosa di simile a quello del 2014 in cui, ormai avviato all’uscita da Red Bull, Ricciardo lo ha messo sotto senza troppi complimenti.

Dipende tutto dalla considerazione che un Vettel falloso come quello di quest’anno ha all’interno del team. Se il rapporto si sta incrinando la scelta di Leclerc subito può anche essere accettata, pena il rischio di buttare anche il 2019 se Mercedes continua con questa politica tra i suoi piloti. Se invece Vettel gode ancora dei favori della squadra forse, secondo me, converrebbe far fare uno step intermedio a Charles (magari in Haas) affiancando al tedesco un altro pilota, magari sempre dalla FDA, che non possa impensierirlo troppo muovendosi alla Bottas e da mantenere poi in vista di una sostituzione dello stesso Vettel col monegasco, a quel punto prima guida diretta.

Si tratta di una visione diversa elaborata in questi giorni. Forse fantasiosa, per carità. Vedremo tra qualche giorno, a questo punto, cosa succederà.

Leggi anche

Tutte le ultime News di P300.it

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

LE ULTIME DI CATEGORIA
Un Commento su “Tra Kimi e Charles… nessuno dei due?”
Lucifero Regazzoni dice:

Scrivo a decisione presa. Ormai sappiano che sarà Leclerc il compagno di Vettel l’anno prossimo. Onestamente, da estimatore del finlandese, speravo lo parcheggiassero ancora un anno da qualche parte. Invece no, Kimi ha perso il sedile della rossa e finirà la carriera in Sauber. La cosa mi rattrista abbastanza, perché temo abbia scelto di infilarsi in un finale di carriera in stile Alonso.
Per carità, non mi permetto di criticare le sue scelte, fa benissimo a continuare a correre se è quello che vuole… Non mi stupisce affatto il suo mancato ritiro, perché di lui ho sempre avuto la visione romantica di un pilota che ama gareggiare, la velocità e le corse. Non necessariamente un campione dall’insaziabile appetito di vittoria. Kimi per me è sempre stato sempre un ottimo pilota, forse poco aiutato dalla fortuna, ma credo che il suo orientamento del preferire il correre al vincere, gli abbia fatto pagare un prezzo in costanza prestazionale. Tant’è che, anche i raikkoniani come me, sapevano bene che nel dream team Kimi-Sebastian, era il numero 5 quello che ragionevolmente avrebbe potuto portare a casa il titolo in questi ultimi anni.
L’arrivo di Leclerc lo definisco, emotivamente, una scelta errata. Forse è giusto ammettere che la mia motivazione sia dovuta al fatto d’aver rubato il volante al mio beniamino, infatti sul monegasco ho pochi dubbi: pare un predestinato. Eppure è proprio la grande considerazione che ho per Charles, che alimenta in me il disagio di assistere a qualcosa di sbagliato e di potenzialmente dannoso. Perché un pilota ambizioso non accetterebbe mai di andare a far da scudiero da qualche parte. Non mi immagino un Senna o uno Schumacher che non si giocano le proprie carte, accettando di andare in una grande scuderia a far la matricola, e accompagnando il compagno verso il titolo…
Detto ciò, c’è anche il rischio di bruciare il monegasco, nel caso incontrasse qualche difficoltà iniziale. Sappiamo bene, e lo sa anche Vettel, che la pressione con la tuta rossa è diversa. Per questo vedevo in Kimi la spalla perfetta per Seb: un pilota ancora veloce e competitivo, di esperienza, su cui puoi fare affidamento e che, per caratteristiche caratteriali, non innescherà mai spirali di rivalità disturbante nei box.
Parliamoci chiaro, è bello avere piloti forti e una scuderia che li lascia competere liberamente, ma se il titolo manca da anni, e c’è un’ansia generale nell’inseguirlo, qualsiasi opzione che destabilizzi e danneggi la tranquillità della squadra, è come minimo poco assennata. In buona sostanza, se Leclerc fosse competitivo fin da subito, potrebbe rubare punti preziosi a Vettel. Se non lo fosse, non lo aiuterebbe rubandone agli avversari. Se non si dimostrasse un pilota valido dall’inizio, partirebbero i cori mediatici sul fatto che non era pronto. Oppure, nel caso contrario, potrebbe innescare la situazione classica dei due galli in un pollaio. Cosa che Seb non pare gradire, se pensiamo a Ricciardo. E di cui non ha affatto bisogno, se vuole mantenere la calma e la concentrazione necessarie per riportare l’alloro mondiale a Maranello.
Leclerc in rosso è un’incognita! Potrebbe perfino vincerlo lui il titolo… Villeneuve quasi lo rubò a Hill il primo anno di Williams. Hamilton quasi vinse al debutto McLaren, con Alonso al fianco. Charles ha già un anno di formula uno alle spalle, ci spero quasi che vinca, perché sarebbe l’unico scenario che mi viene in mente in cui il suo arrivo non faccia danno.

Lascia un commento

Devi essere collegato per pubblicare un commento.

COLLABORIAMO CON

P300.it SOSTIENE

MENU UTENTE

REGISTRATI

CONDIVIDI L'ARTICOLO