Blog | “Teppisti” da tastiera: in un mondo che vuole i binari, siate dei Max Verstappen

Autore: Andrea Ettori
AndreaEttori
Pubblicato il 28 Ottobre 2024 - 20:03
Tempo di lettura: 3 minuti
Blog | “Teppisti” da tastiera: in un mondo che vuole i binari, siate dei Max Verstappen
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Piccola premessa prima di scrivere le poche righe che leggerete qui sotto: questo è uno spazio di opinioni personali dove tutti sono liberi di commentare, anche in maniera dura ma senza cadere nella solita volgarità che ormai vive dietro a tante tastiere e in diverse camerette d’Italia.

Grazie ai fatti del Gran Premio di Città del Messico il vocabolario di insulti rivolti a Max Verstappen si è arricchito della parola “teppista”, che potete leggere dentro ad uno dei quotidiani sportivi più importanti a livello nazionale. Con questo nuovo aggettivo, la lista dal 2015 comprende termini come assassino, serial killer, bimbominkia, bullo, ladro, raccomandato e appunto teppista.

A Max è stato anche consigliato di cambiare stile di guida, oppure di rivolgersi a qualche professionista dello sport che si occupa della mente. Tutte parole o suggerimenti che sostanzialmente negli ultimi 10 anni sono usciti non solo dalle camerette d’Italia (soprattutto) ma anche da redazioni di giornali o trasmissioni sportive. Se, da una parte, queste cose sono (purtroppo) quasi naturali in un mondo ormai preda dei nickname piuttosto che di nomi e cognomi, quello che sorprende è leggere epiteti del genere da parte dei media.

Ecco: sarebbe molto interessante se i diretti interessati rivolgessero le loro opinioni direttamente a Max in conferenza stampa, soprattutto per vederne la reazione in una F1 che punta alla censura e ai lavori socialmente utili. Parole che ovviamente vanno ad alimentare una banda di scappati di casa che nelle loro camerette hanno tutti avuto un poster di Ayrton o Michael, per ricordare una F1 fatta di “uomini duri e veri” e non di “fighette” come quella odierna. Qui sta la contraddizione, perché lo sapete bene anche voi che se Michael o Ayrton avessero la possibilità di parlare sarebbero dalla parte di Max. Quello è il tipo di modo di correre che tutti vogliono vedere ma che fa tremendamente paura esaltare, perché è facile ricordare i bei tempi andati ma è difficile goderseli oggi quando i già citati media si permettono di offendere senza nessun tipo di vergogna.

Quando, tra poche gare, si andrà verso la standardizzazione del sorpasso e della difesa, non lamentatevi dei Norris oppure dei Leclerc che non attaccano i Sainz, o dei track limits: siete voi a chiedere a gran voce i binari in una categoria dove il più bravo è considerato un teppista. Perché, diciamocelo chiaramente, in pochi riescono a capire la grandezza di uno sportivo o di un pilota. Stranamente gli insulti che avete letto qui sopra sono stati rivolti anche ad un altro pilota che corre due ruote in meno: Marc Marquez. Perché è chiaro che, indipendentemente dalle azioni spesso aggressive (e nessuno dice il contrario), quando arriva un nuovo “capobranco” le antipatie aumentano. soprattutto se il capobranco in questione può essere già inserito nella top 3 all-times.

In un mondo sportivo fatto di 20 secondi assegnati in modo quasi gratuito, dove quelli che applaudono a questa decisione vorrebbero però vedere più lotta (oppure semplicemente il proprio pilota dominare, anche con arroganza), siate dei Max Verstappen o dei Marc Marquez: vi divertireste di più, come succedeva con altri 30-40 anni fa.

Immagine copertina: Oracle Red Bull Racing on X

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