Il resoconto di quello che è stato il 2025 dei principali protagonisti sulla griglia del TCR Italy
Inizia dicembre e con esso si arriva anche a conclusione della lunga stagione 2025 che ha caratterizzato il decimo anniversario dalla nascita delle TCR Series. A partire da oggi, ogni martedì di questo mese pubblicheremo un’analisi sulle annate del TCR Italy, TCR Europe, TCR World Tour e su tutte le altre serie in generale, andando a ripercorrere i precedenti dodici mesi, ma con un occhio più critico.
Come la passata stagione, anche quest’anno si andrà ad analizzare – tra i principali protagonisti sullo schieramento – chi ha mostrato prestazioni strabilianti, chi ha sorpreso positivamente e chi magari è rimandato al prossimo anno, senza voti né giudizi troppo severi.
Partiamo dunque dalla base della piramide, con il nostro campionato nazionale – il TCR Italy – che ha visto sventolare l’ultima bandiera a scacchi a metà ottobre in quel di Misano e che, per la seconda stagione consecutiva, ha portato Nicolas Taylor a ergersi al comando della classifica piloti, battendo ancora una volta Nicola Baldan.
Se la sfida tra i due era preannunciata ancor prima del semaforo verde inaugurale di maggio, meno scontata è stata invece la battaglia per il terzo posto, che ha portato in lotta fino all’ultimo Alex Ley, Pietro Alessi e Matteo Poloni, e che ha consegnato il terzo gradino del podio assoluto al britannico.
LA SFIDA PER IL TITOLO
Nicolas Taylor contro Nicola Baldan: una sfida che come detto ci si aspettava sin dalla scoperta della entry list del 2025 e che ha dato conferma dell’alto livello dei due piloti. Una contesa che è andata ben oltre la prestazione, ma che si è giocata sul minimo errore, sul singolo problema. I due sono arrivati a Misano con la classifica che parlava a vantaggio del canadese considerando gli scarti e dell’italiano senza questi ultimi.
NICOLAS TAYLOR – Il balzo in avanti fatto dal 2024, in cui era arrivato nel TCR Italy per apprendere il mondo delle vetture turismo e che alla fine lo ha incoronato campione, al 2025, che lo ha chiamato alla conferma, è stato netto e deciso. Forte anche del doppio impegno tra Italia ed Europa, la crescita lo ha reso quasi imbattibile all’interno dei confini nazionali, nonostante la costante zavorra caricata sulla sua Audi e il famoso BoP della discordia.
Cinque vittorie in dodici gare, due quinti posti come peggiori risultati e il ritiro di Monza per un problema meccanico – non imputabile al numero 1 – a macchiare il 2025. Per il resto al “Canadese Volante” non si può dire nulla. Aiutato inoltre da PMA Motorsport (squadra che a sua volta ha manifestato un’enorme crescita), che ha creato una simbiosi unica con il suo pupillo, il duo è stato a un passo dalla perfezione quest’anno.

NICOLA BALDAN – Esperienza e determinazione hanno reso il 43enne un “giovincello” in termini di prestazione in pista. Proprio l’anzianità in pista ha giocato un fattore decisivo nei momenti più difficili, tra un avvio di stagione in salita, a causa di nuove soluzioni sulla RS 3 LMS che hanno dato il grattacapo, e la seconda metà anche per lui caratterizzata dal fattore BoP Audi.
Nonostante ciò, non un singolo errore, la capacità di stare sempre in Top10 e soprattutto la tenacia di chi non si dà mai per vinto nemmeno quando ormai non c’è più nulla da fare (vedi le due rimonte di Misano II, tentando di rimandare quanto più possibile la chiusura dei giochi per il titolo) hanno incorniciato la sua come una stagione di primo livello, a discapito dell’epilogo.
Sicuramente il veneto ha confermato ancora una volta di essere un punto di riferimento, perché in un modo o nell’altro, i chilometri macinati nella sua carriera gli hanno permesso talvolta di offrirgli quel qualcosa in più che chi è appena arrivato non ha potuto colmare con la velocità pura.

CHI HA SORPRESO?
Diversi sono i piloti che hanno mostrato qualcosa al di sopra di quelle che erano le aspettative all’inizio di questa stagione, tra questi senza ombra di dubbio ce n’è uno su tutti che spicca sopra gli altri: Pietro Alessi. Del resto del gruppo bisogna però menzionare anche Matteo Poloni, che ha finalmente fatto quel passo tanto atteso da anni, e Gabriele Covini, che in qualifica è diventato un avversario temibile, ma che ha ancora qualche cosa da risolvere sulla lunga distanza.
PIETRO ALESSI – Il pilota umbro è stato quello che più di tutti ha lasciato il segno in questa stagione del TCR Italy. Con solo quattro eventi alle sue spalle nel 2024 – che come detto da lui c’è da lasciarli alle spalle, – il 2025 è stato il suo primo anno da titolare; e che anno! Da subito competitivo, marcando tre terzi posti nelle prime tre gare, che hanno tanto fatto pensare un possibile inserimento a sorpresa nella lotta per il titolo.
Uno scontro che contro Taylor e Baldan sarebbe stato molto complesso, ma che comunque non ha mai piegato il 20enne, che finché ha potuto ha provato a rimanere agganciato ai due davanti non arrendendosi. Quattro podi e otto arrivi in Top5, uniti anche a una prima fila, lo rendono certamente l’outsider di quest’anno. E se questo è stato il suo biglietto da visita, nel 2026 potrebbe rientrare tra quelli che potrebbero con serietà lottare per la prima posizione assoluta. Unico neo: la qualifica.

MATTEO POLONI – Dopo tanti anni, il 40enne bergamasco e il suo team sono riusciti finalmente a unire tutti i puntini e a portare in pista un pacchetto sempre competitivo. Purtroppo gli incidenti gli hanno consegnato meno di quello che avrebbe meritato, ma la forza e la determinazione per poter rimanere sempre tra le prime posizioni, di certo, non gli sono mancate.
Quello che maggiormente lo ha contraddistinto è stato il fatto che mentre le altre Audi naufragavano a causa del nuovo BoP, lui è apparso sempre tranquillo e neanche minimamente scalfito, tanto che a Imola è sembrato come se stesse guidando un’altra macchina e più o meno così anche al Mugello. Finalmente è riuscito a togliersi lo scoglio della prima vittoria in carriera, anche se come ha dichiarato lui, non ha mai sentito pressione per questo. Se riesce a mettere insieme gli ultimi pezzi mancanti del puzzle, anche per lui il 2026 può essere ancora più interessante.

GABRIELE COVINI – Il pavese di casa Hyundai quest’anno si è contraddistinto come l’unico pilota capace di mettere la sua auto davanti a tutti in qualifica per due volte. In generale la sua stagione sul giro secco è stata eccellente, con due pole e cinque partenze nelle prime tre file. Spesso però la virgola fuori posto è stato lo spegnimento dei semafori, che ha vanificato sempre l’ottimo lavoro fatto il venerdì sera o il sabato mattina.
Sul passo gara ha dimostrato grande costanza e anche ottime capacità di lettura della corsa. Un grande peccato è stato quello dell’ultimo weekend dell’anno quando era a un nulla dal conquistare il suo primo podio in carriera, ma un problema tecnico sulla sua Elantra N gli ha negato questa gioia. Nel 2026, limando questi piccoli dettagli, può seriamente essere tra i protagonisti.

ALTRE MENZIONI
ALEX LEY – Passato un po’ in sordina, ma alla fine dei conti anche per lui la costanza ha pagato. Buone qualifiche, punti pesanti a ogni gara e così è andato a prendersi il terzo posto in classifica piloti. Sbagliando poco è riuscito a fare la differenza nella sfida per il podio assoluto. Con le due vittorie conquistate è anche tornato a dimostrare le qualità che si erano già viste nel TCR UK un paio di stagioni fa, riuscendo a piazzare quella strana macchiolina di Hyundai in mezzo al mare di Audi nelle prime posizioni.

MICHELE IMBERTI – Non ci si poteva certamente dimenticare di lui, il 28enne di Kombat Motorsport che quest’anno per la prima volta è riuscito a vincere lontano dalla sua seconda casa – Misano – e per ben due volte nel corso della stessa stagione. Nonostante sia mancato dal round di Imola, è comunque arrivato sesto in campionato, consolidandosi nella zona che da sempre gli è appartenuta.
L’ottima uscita nel TCR Europe – a Misano, ovviamente – gli ha probabilmente dato una spinta in più che lo ha poi portato ad avere una forma eccellente sul finale tra Mugello e Misano. Se insieme al suo team riuscisse a perfezionare gli ultimi dettagli e a continuare questa crescita, il bergamasco potrebbe farci divertire nel 2026.

COSIMO BARBERINI – Solo tre tappe disputate nel 2025, ma di tutto rispetto. Ottimo in qualifica, tanto da presenziare sempre nelle zone alte della classifica, e abbastanza costante anche in gara. Grandissimo bollino nero per quanto riguarda l’incidente al Mugello con Poloni, che ha forse negativizzato la sua avventura, ma per il resto potrebbe essere un nome da non sottovalutare se riuscirà a disputare tutta la prossima annata. Sicuramente ha mostrato di essere la carta impazzita che può rimescolare il gioco con la sua presenza.

JACOPO CIMENES – La qualifica c’è – anche se lui non si è mai ritenuto estremamente soddisfatto, ad eccezione della pole conquistata a Vallelunga -, il passo gara pure; quel che manca è la partenza. Grandissimo punto negativo della sua stagione, il pilota pugliese ha comunque dimostrato la sua potenzialità, che però è sempre stata minata dagli attimi successivi allo spegnimento dei semafori. A dimostrarlo ancora di più le rimonte da centro gruppo e le sue uscite tra TCR Europe e TCR World Tour.

ERIC BRIGLIADORI – Non corre nella classe sequenziale, ma essendo il campione – o meglio il dominatore – della classe DSG merita d’obbligo una menzione. Che sia un pilota forte non c’è alcun dubbio, è stato campione della classe principale per una settimana nel 2020 e a vederlo in griglia nel DSG quest’anno già ci si aspettava una scala di vantaggio per lui. Sei pole su sei, vittorie e podi a nastro, una stagione, questa, che deve servire come un rilancio per rivederlo nella serie più importante nella prossima.
Non c’è molto da aggiungere su di lui; la pista ha già parlato per il suo conto e con questo è il secondo anno consecutivo in cui riesce a portare a casa un titolo TCR. Ora serve quello in categorie di più lustro.

RIMANDATI AL 2026
Come detto, nessuna bocciatura, nessun voto negativo, ma solo un punto interrogativo su una stagione che ha dato segnali positivi ma non continuativi. Una possibilità in più per chi ha sicuramente un buon potenziale, ma che il 2025 non è riuscito a mostrarlo al 100%.
FILIPPO BARBERI – Od onor del vero, il veneziano non meriterebbe di trovarsi in questa sezione, quanto più in un limbo tra i promossi e i rimandati. Partendo dal presupposto che ha già dimostrato parzialmente il suo valore lo scorso anno nel TCR Spain e con l’avvio della stagione nel TCR Europe (ne parleremo settimana prossima) questo è il principale il motivo per cui si trova qui.
La capacità poi di mettere insieme risultati di rilievo sia in qualifica, che in gara è l’ulteriore conferma (vedi Monza dove avrebbe potuto vincere e anche il venerdì di Misano II in cui è stato il migliore degli Aikoa). Quel che manca al portacolori della squadra veneta è la costanza: tanti zeri, talvolta anche non per colpe sue ma per cause esterne. Una stagione più lineare, con meno picchi sporadici e una maggiore continuità di rendimento lungo tutto il weekend e tutto l’anno potrebbero definire maggiormente il valore effettivo che c’è dietro, ma che per ora è rimasto ancora in ombra.

MICHAŁ BARTOSZUK e CARLO ALBERTO BOCCA – I due piloti, entrambi all’esordio nel TCR Italy, hanno lottato tra loro per la contesa nel trofeo riservato ai rookie, andato poi all’alfiere di BF Motorsport. Hanno avuto un rendimento simile che li ha portati praticamente a chiudere vicini nella classifica assoluta.
In entrambi i casi si sono fatti notare in diverse occasioni (il polacco con il podio di Monza e la lotta al vertice al Mugello, l’italiano per il buon risultato a Misano) e hanno iniziato a costruire una buona base per il loro futuro. Nel 2026 saranno però chiamati a mostrare quel che hanno imparato dall’apprendimento delle piste e di queste vetture turismo.

TCR ITALY – Eh sì, il campionato stesso è rimandato al 2026. Sappiamo bene ciò di cui è capace la serie italiana che per anni è stata un faro nel concetto TCR, risultando nella Top3 dei campionati più importanti al mondo dietro solamente al Mondiale e all’Europeo. Quest’anno però ha perso tanto: se nelle stagioni precedenti abbiamo visto griglie tra le 25 e le 35 vetture solo sequenziali e senza considerare le DSG, nel 2025 non si è mai riusciti ad arrivare addirittura a venti nella classe principale e a 40 in totale.
In più il campionato è stato pressoché un monomarca Audi, con dieci vetture full-time contro tre Hyundai, tre Honda e una Cupra (mettendo insieme Fossati e Barberini). Si è persa la grande varietà dello scorso anno, con l’addio dei campioni in carica di ALM Motorsport e dello storico team Scuderia del Girasole, che in parte ha fatto sentire la mancanza sua e del suo principale esponente, Salvatore Tavano. Ci si augura che i grandi nomi possano rientrare e che il TCR Italy possa tornare ad essere un campionato di rilievo.

Immagini: TCR Italy
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