TCR | Intervista a Pepe Oriola: “Contenti del debutto di GOAT, abbiamo lottato da subito contro squadre ufficiali. Essere stati piloti è importante per coprire il ruolo di Team Manager”

Autore: Marco Colletta
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Coautore: Sara Colombo
Pubblicato il 16 Luglio 2025 - 15:00
Tempo di lettura: 7 minuti
TCR | Intervista a Pepe Oriola: “Contenti del debutto di GOAT, abbiamo lottato da subito contro squadre ufficiali. Essere stati piloti è importante per coprire il ruolo di Team Manager”
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Da pilota del WTCC a Team Manager nel TCR World Tour: la storia nel Mondiale Turismo di Pepe Oriola

Da Valencia – Le vittorie di una squadra nascono anche dall’organizzazione al vertice e quindi P300.it ha colto l’occasione di intervistare uno dei Team Manager del TCR World Tour, durante il fine settimana spagnolo del Mondiale Turismo, che si è disputato al Circuito Ricardo Tormo di Cheste. Pepe Oriola ci ha raccontato la nascita di GOAT Racing e l’importanza dell’essere stato un pilota per ricoprire il suo ruolo.

Nell’intervista concessa dal Team Manager della squadra iberica abbiamo attraversato la storia che ha portato alla nascita del team di proprietà della famiglia Fernández e analizzato la prima stagione nel TCR World Tour culminata con una tripletta sulle tortuose stradine di Macao.

Non solo gestione, ma anche una lunga carriera da pilota per Pepe Oriola che è stato il più giovane a correre nel WTCC avendo debuttato a soli 17 anni contro i mostri sacri della storia delle corse turismo mondiali, per giungere a vincere insieme a SEAT, che lo ha accompagnato sin da subito nel cammino sulle piste delle TCR Series.

Il nuovo concetto di turismo, di cui Oriola è stato uno dei primi ad esserne rappresentante, è culminato con la conquista del primo titolo nel neonato TCR South America nel 2021, in una stagione difficile in quanto pilota europeo contro una griglia folta di rappresentanti locali e ben più esperti dell’automobilismo sudamericano.

Questi e molti altri gli aneddoti della lunga carriera vincente e ancora giovanissimo Pepe Oriola, che giusto la settimana scorsa ha spento 31 candeline sulla sua torta di compleanno.

Nel 2024 GOAT Racing ha fatto il suo debutto nel TCR World Tour. Quali sono state le difficoltà che avete riscontrato all’inizio? Siete soddisfatti del risultato che avete ottenuto a fine stagione?

“Dopo aver conosciuto i fratelli Fernández (Felipe, Rubén e Víctor, ndr) che hanno iniziato a correre qualche anno fa e che ho seguito facendo loro da coach, lo scorso anno c’è stato il desiderio di Rubén di creare una squadra nel Mondiale. Grazie anche al legame che io avevo con JAS Motorsport dai tempi in cui io ho vinto con loro il TCR South America, alla loro ricerca di una squadra che volesse investire per fare il TCR World Tour e a Rubén che appunto voleva lanciare una struttura di importanza internazionale, ho collaborato per far incontrare le due parti“.

Siamo molto contenti perché essendo un team nuovo senza esperienza nel Mondiale, siamo arrivati a Macao quasi in testa alla classifica e abbiamo chiuso la stagione con un 1-2-3 in Gara 2. Essere competitivi contro team ufficiali Hyundai e Lynk & Co, che sono squadre ufficiali e corrono solo nel World Tour con un budget 3 o 4 volte superiore al nostro, ci fa essere soddisfatti del nostro lavoro e della nostra forza”.

Quest’anno avete iniziato la stagione con il dominio di Guerrieri a Città del Messico. L’esperienza accumulata la passata stagione vi ha fatto approcciare al 2025 con più organizzazione e tranquillità?

“Abbiamo imparato tanto dall’anno scorso e il Messico è stata una sorpresa per tutti perché le condizioni del circuito hanno favorito la nostra macchina rispetto alle altre, mentre Hyundai ha faticato tanto per questioni legate al turbo e all’altezza a cui si trova Città del Messico. Certo, siamo soddisfatti, ma non è indicativo perché mancano ancora 7 prove [intervista registrata prima delle gare di Valencia, ndr] e noi continueremo a lavorare nel modo migliore, sapendo che tutto si deciderà a Macao”.

Avendo anche tu corso anni fa nel mondiale turismo, quanto ti aiuta nel tuo compito da team manager? Vivi i weekend di gara come se fossi tu a dover scendere in pista?

“Penso che tutti i Team Manager e Team Principal delle squadre che ottengono buoni risultati hanno un passato da piloti. Hyundai ha Tarquini, che sappiamo tutti chi è, in F1 Mercedes ha Toto Wolff che ha corso delle gare. Tutte le persone che hanno un ruolo importante nella gestione della squadra sono ex piloti o elementi che conoscono molto bene le gare perché ci sono momenti in cui devi prendere delle decisioni, e magari sei un businessman migliore di me, ma se poi si verifica un problema ad esempio a una gomma, non sai come agire”.

“Rispetto ad altri Team Manager, io posso avere il vantaggio di essere stato il primo pilota ad essere passato dal WTCC al TCR quindi conosco meglio le macchine e tutto il sistema. Ieri (nelle prove libere di Valencia, ndr) ad esempio abbiamo avuto un problema e agli ingegneri ho detto quale sarebbe potuta essere la causa e siamo riusciti a risolverlo”.

“A Macao ad esempio sono stato l’unico a dire di montare le slick e abbiamo fatto 1-2-3, mentre gli altri sono andati avanti con le rain. Per quello però devi essere anche un po’ pazzo, perché bisogna esserlo per mettere le slick a Macao con asfalto bagnato, però alla fine ha pagato. Quindi penso che essere stato pilota sia importante, anche se comunque il livello nel World Tour resta comunque molto alto”.

Avendo debuttato da giovanissimo nel WTCC, in un certo modo hai rivisto te stesso negli esordi di Marco Butti e Ignacio Montenegro? Hai notato differenze tra il tuo esordio e il loro? 

“Devo dire di no perché loro hanno fatto molta più preparazione nel TCR Italy (Marco Butti, ndr), nel TCR Europe, mentre io no. Io ho fatto karting, un anno di SEAT León Eurocup e subito sono andato nel WTCC perché SEAT ha chiuso il programma Eurocup e io non avevo altre opzioni che andare nel Mondiale. La situazione è simile, perché c’è stata preparazione, ma non uguale”.

“Sono passato dall’Eurocup che aveva sei gare al Mondiale vicino a Muller, Tarquini e Monteiro. Si dice che si impara di più quando la sfida è più difficile e su questo concordo. Abbiamo visto dei nostri piloti che facevano il TCR Spain e non riuscivano a migliorarsi, ora sono passati al TCR Europe e hanno fatto uno step in più. Più aumenti il livello del campionato in cui corri, più tu riesci a migliorarti”.

Dieci anni fa hai ottenuto qui a Valencia la tua prima vittoria nel TCR. Come avevi vissuto quel weekend di gara e in particolare il successo davanti al pubblico di casa tua?

“Ad essere sincero non ricordo quel weekend, ma sicuramente è stato molto bello perché ricordo che era una gara importante per SEAT. Ho comunque buoni ricordi di Valencia perché sempre nell’Eurocup quando avevo 15 anni ho vinto sia Gara 1 che Gara 2 ed è un circuito che mi è sempre piaciuto molto e su cui facciamo molti test”.

Nel 2021 hai vinto il titolo nel TCR South America. Da pilota europeo come è stato adattarsi allo stile delle corse sudamericane?

“Là le piste sono molto old-style e per quel motivo loro quando vengono qui vanno subito molto forte. Lo abbiamo visto con Esteban Guerrieri, “Pechito” López, Franco Colapinto e tanti altri piloti argentini. Essendo il livello molto alto lì, se riescono ad uscire dall’Argentina, qui in Europa vanno molto bene”.

“Per me è stato difficile perché abitando in Europa, andavo a correre in piste che non conoscevo e che non c’erano sul simulatore a lottare contro piloti che quei tracciati li conoscevano. Vincere il campionato è stato difficile perché dovevo adattarmi più velocemente rispetto a tutti gli altri”.

Qual è stato il successo più bello?

“L’ultima gara è stata tosta perché avevo il vantaggio in classifica, ma dovevo comunque terminare la gara. Faceva tanto caldo e in tutta la corsa ho avuto continui allarmi di temperature e quindi pensavo che prima o poi la macchina si sarebbe fermata. Quella sicuramente è stata la gara più importante a coronare il lavoro di un anno intero”.

Essendo il 2025 il decimo anniversario dalla nascita del TCR e il ventesimo da quella del WTCC, Se dovessi scegliere tre momenti fondamentali della tua carriera da pilota, tra le stagioni nel WTCC e nel TCR, quali sarebbero?

“Probabilmente essere andato a correre con Hyundai; sarei dovuto rimanere di più con Cupra perché avevo un buon contratto e mi trovavo molto bene con loro, quindi potrebbe essere stato un errore aver cambiato per Hyundai. Di positivo sicuramente il passaggio dalle TC1 alle TCR. Mentre penso che abbiamo sbagliato a fare il campionato elettrico perché ci ha fatto perdere un po’ di vista la strada giusta”.

Ricopri anche il ruolo di coach con Ferrari, mentre nel mondo TCR segui da vicino il percorso di Giacomo Ghermandi. Com’è un weekend di gara con Jack? Quali sono i consigli principali che gli dai durante le varie sessioni? 

“Jack è un gentleman con tanta passione a cui piacciono molto le gare. È molto difficile gestirlo. Lui ha un talento naturale, ha un enorme potenziale e se riusciamo a gestire un po’ la sua ansia e il fatto che a volte va un po’ oltre il limite e fa qualche incidente, secondo me – vedendo anche la grande progressione che sta facendo – l’anno prossimo potremmo vederlo nel TCR Europe a fare un buon lavoro”.

Nei prossimi giorni, l’intervista a Pepe Oriola sarà disponibile anche in formato video sul canale YouTube di Parc Fermé TV.

Immagine di copertina: TCR World Tour

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