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TCR | Intervista a Pedro Cardoso: “Dopo le libere di Interlagos ho capito che potevamo puntare in alto”

di Marco Colletta
MarcoColletta marcocolletta
Pubblicato il 31 Gennaio 2025 - 17:00
Tempo di lettura: 11 minuti
TCR | Intervista a Pedro Cardoso: “Dopo le libere di Interlagos ho capito che potevamo puntare in alto”
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Una lunga chiacchierata con il bicampione 2024, Pedro Cardoso, che in una sola stagione con la Peugeot di PMO Racing ha portato a casa il titolo TCR Brasil e TCR South America

Pedro Cardoso è uno dei giovani piloti che si è particolarmente contraddistinto nel 2024 delle serie TCR. Al suo secondo anno nel campionato sudamericano è passato alla Peugeot 308 del PMO Racing, dopo aver esordito nel 2023 con la Hyundai Elantra della Scuderia Chiarelli.

Dopo qualche risultato importante ottenuto nel primo anno, sin dal debutto della stagione 2024 ha mostrato il suo potenziale, conquistando ottimi risultati e facendo capire di poter essere uno dei protagonisti dell’annata.

A marcare il suo 2024 da sogno ci sono tre eventi principali: l’incredibile podio nel TCR World Tour ottenuto a El Pinar, alle spalle del solo Thed Björk sulla Lynk & Co ufficiale del Cyan Racing, il titolo del TCR Brasil conquistato in rimonta a Buenos Aires e quello del TCR South America ottenuto nella gara finale di Rosario.

Con il pilota brasiliano classe 1999 abbiamo ripercorso la sua stagione vincente, dando anche uno sguardo al futuro, tra la voglia di confermare i due titoli e l’ambizione di puntare a quello mondiale, dopo l’ottima prova della scorsa stagione.

Il 2024 è stato il tuo secondo anno nel TCR South America, il primo con PMO Racing e Peugeot. Quali obiettivi ti sei posto prima dell’inizio della stagione?

La prima stagione che ho disputato nel TCR South America non è stata tanto buona, probabilmente perché si trattava di una nuova vettura per me e anche perché non avevo mai guidato un’auto a trazione anteriore prima del 2023. Ci ho messo quindi un po’ di tempo per imparare a gestirla. Quando ho capito il funzionamento e aver compreso il mio potenziale, ho iniziato a conquistare buoni risultati.

A fine 2023 ho deciso di cercare un team competitivo. Quell’anno PMO Racing aveva fatto alcune gare con Damián [Fineschi, ndr] e avevano avuto ottime performance, quindi sapevo che la Peugeot potesse essere una buona vettura. Anche la squadra, che è a gestione familiare quindi molto piccola, è sembrata perfetta perché stringi subito un buon rapporto con tutto il personale.

Mettendo insieme il tutto, il risultato è stato quello ottenuto. Nei test che ho avuto a marzo ho subito capito quanto fosse buona la 308 e quale fosse il potenziale che avevamo. Quindi le aspettative erano subito alte e ovviamente alla fine dell’anno le abbiamo rispettate. Onestamente non pensavo che saremmo riusciti a conquistare entrambi i titoli; forse uno, forse l’altro. A metà stagione ho davvero capito che le chance di vittoria fossero concrete”.

Lo scorso anno sei passato dalla Hyundai Elantra alla Peugeot 308. Quanto è stato difficile adattarsi a una vettura così diversa?

Non completamente. Ovviamente una è una sedan [Hyundai, ndr] e l’altra è una hatchback [Peugeot, ndr], ma il feeling nella guida non è così enorme. Devi certamente adattarti al cambiamento, ma in generale sono abbastanza simili. La differenza più grande che ho riscontrato è stata in merito alla creazione del setup, quindi non mi è servito tanto tempo per adattarmi. Poi avendone già di buoni di partenza, ho solo dovuto imparare a guidare la vettura”.

Hai conquistato podi nelle prime gare a Interlagos e Cascavel, mentre a Velo Città hai ottenuto la prima pole. Dopo questi tre round, hai pensato di essere uno dei contendenti al titolo, o era ancora troppo presto per pensarci?

Ad essere onesto, dopo le prime prove libere di Interlagos credevo che avremmo potuto avere una chance per lottare per il titolo perché come detto, il 2023 non è stata una grande stagione, lottavo quasi sempre per posizioni intorno alla decima, ma con la Peugeot sono stato subito davanti e quindi ho pensato che avremmo potuto solo migliorarci. Dopo Interlagos pensavo comunque che saremmo potuti stare tranquillamente in Top5 ad ogni gara“.

A El Pinar hai ottenuto le tue prime due vittorie nel TCR South America e anche il secondo posto nel TCR World Tour. Quali sono state le tue emozioni in quel weekend?

La prima gara, quella in cui ho ottenuto la prima vittoria, è stata abbastanza emozionante. È stata dura perché partivo intorno alla nona posizione, mentre il secondo del TCR South America era undicesimo. Ho avuto una una pessima partenza e sono stato subito superato.

El Pinar non è un tracciato dove hai molte chance per superare e quindi mi sono un po’ innervosito, perché anche essendo un paio di decimi più veloce sapevo che era difficile fare un sorpasso. Sono rimasto tutta la gara dietro al leader e a due giri dalla fine, lui [Rosso, ndr] ha commesso un errore ed essendo una pista molto sporca fuori traiettoria ha perso lo slancio per affrontare le curve successive e quindi mi ha dato l’opportunità per approfittarne. Ero comunque abbastanza teso, ma così ho finalmente vinto e mi sono tolto un peso enorme che avevo sulle spalle.

La seconda gara è stata la più speciale anche perché ho avuto abbastanza fortuna, specialmente in partenza perché chi partiva in pole [Ma Qing Hua, ndr] è rimasto fermo in griglia e poi ci sono stati problemi con i semafori. Abbiamo fatto quindi una partenza lanciata e io scattavo dalla pole. In questo caso ho avuto un ottimo spunto, nei primi due o tre giri avevo un ottimo passo, mentre chi mi seguiva [Filippi, ndr] non lo aveva. Lui voleva ovviamente conquistare quel risultato e ha difeso con tutte le forze la posizione, permettendomi di costruire un gap enorme.

Avendo racimolato un vantaggio così grande ho iniziato a pensare di poter vincere la gara del TCR World Tour, ma non era il nostro obiettivo. Dopo qualche giro Björk ha passato Filippi e ha cominciato a recuperare un secondo e mezzo al giro e sapevo che mi avrebbe raggiunto, ma non volevo lottare con lui perché avrei perso ancora più tempo e volevo conservare il primo posto nel TCR South America.

Dopo aver commesso un errore, Björk ha perso un po’ di tempo, ma mi ha subito recuperato e quindi l’ho lasciato passare. Quando ho tagliato il traguardo sul podio ero estremamente felice e conquistare questo risultato con il World Tour è stato incredibile visto che è successo solo poche volte con alcuni piloti in Europa e in Australia”.

A Buenos Aires hai conquistato il primo titolo nel TCR Brasil. Come hai vissuto quel weekend?

Buenos Aires è stato un buon weekend per noi. Ho avuto un po’ di svantaggio perché nel round precedente abbiamo avuto il maggior numero di punti, quindi siamo arrivati in Argentina con il Compensation Weight maggiore ed è stato difficile trovare la giusta performance. Come ho detto, avevamo fatto dei test lì e quindi sapevo di poter avere il passo per fare la pole position, ma con 40kg era impossibile.

Avevo bisogno di una concatenazione di eventi per vincere, perché nel TCR Brasil non ero leader del campionato, ma terzo e avevo un po’ di svantaggio dal primo. In Gara 1 ho avuto una penalità per il cambio motore e quindi sono pure dovuto partire ultimo. La prima corsa è stata la più importante perché sapevo di dover recuperare e stare il più vicino possibile ai piloti con cui lottavo. Sono stato fortunato perché il leader è finito in testacoda al primo giro e il secondo in classifica era quarto, mentre io ho fatto una delle migliori gare della mia vita partendo diciottesimo e arrivando quinto in mezz’ora.

Nella gara della domenica tutto quello che dovevo fare era finire davanti al mio rivale. Ero abbastanza nervoso, ma non è stata difficile perché dovevo mantenerlo alle mie spalle. Ho fatto una gara abbastanza intelligente”.

Dopo aver vinto il campionato brasiliano, ti sei sentito più rilassato o hai avuto più pressione nella lotta per la vittoria del TCR South America?

Assolutamente più rilassato. Dopo il titolo brasiliano eravamo fiduciosi del fatto che il lavoro fatto fino a quel momento fosse buono e tutto quello che dovevamo fare era concludere il campionato. Inoltre avevo un vantaggio abbastanza importante. A Termas siamo stati squalificati per un problema al launch control e quindi questo ha impattato abbastanza sulle nostre emozioni, ma questo mi ha dato anche la forza per dimostrare a tutti che potevamo farcela lo stesso ed è stato quello che abbiamo fatto”.

A Termas sei arrivato a podio in Gara 2, ma poi sei stato squalificato e hai anche perso la testa della classifica. Quanto tutto ciò ha impattato sulla tua preparazione per l’ultima gara?

Onestamente no. La Peugeot ha omologato questo sistema di partenza nel 2017, tutti hanno sempre utilizzato questo launch control e nessuno è mai stato squalificato. Dopo questo episodio siamo rimasti in contatto con loro, con scambi di email. Il nuovo sistema ci è arrivato solo il venerdì di Rosario, quando noi eravamo già in pista. Se non fosse arrivato, avremmo dovuto correre senza il launch control, che può fare la differenza, ma non tale da permetterci di vincere o perdere una gara. Ovviamente eravamo scocciati da questa situazione, ma non eravamo troppo preoccupati”.

A Rosario hai conquistato il tuo secondo titolo. Durante quelle gare sei rimasto costantemente in contatto con il team o hai preferito concentrarti sulla guida?

Durante la prima gara, in cui partivo davanti e ho fatto la miglior partenza di tutta la stagione, non ho parlato molto con il team perché ero concentrato sull’ottenere la vittoria, per tornare in vetta alla classifica. Nella seconda corsa invece abbiamo parlato molto di più perché non avevamo bisogno del risultato, ma solo di essere nei dintorni di Casella.

Siccome è stata una gara piena di eventi, partita con l’asciutto e con il diluvio arrivato poco dopo, che ci ha costretto a rientrare ai box, sono rimasto continuamente in contatto con la squadra per sapere la posizione in cui dovevo trovarmi e se avessi bisogno di spingere o di amministrare”.

Quest’anno hai avuto piloti vincenti e con tanta esperienza come compagni di squadra (Pernía, Suzuki e Fineschi). Come ti hanno aiutato nella tua crescita come pilota?

Quando arrivi al livello di corse professionistiche, nessuno ti insegna a guidare. Ci siamo scambiati informazioni e dati, ma non mi hanno insegnato nulla così come io non ho insegnato nulla a loro. Sicuramente mi ha aiutato molto usare i dati per migliorarmi, ed è una cosa che riesco a fare abbastanza bene.

Ricordo che nello shakedown di Rosario, mi sono assicurato di stare dietro a Pernía perché lui conosce molto bene il tracciato, quindi ho imparato molto da lui e questo mi ha aiutato tanto perché altrimenti non sarei riuscito ad avere queste informazioni. Lo stesso ho fatto io con loro, come ad esempio a Velo Citta, in cui ero mezzo secondo più veloce di tutti”.

Se dovessi scegliere il pilota e il team più difficile da battere, quale opteresti tra Raphael Reis e W2 ProGP e Juan Manuel Casella e Squadra Martino?

Sceglierei Reis perché in tutto il campionato è stato più costante. Casella è stato molto forte alla fine del campionato, negli ultimi quattro round, ma il resto della stagione non ha fatto altrettanto. Reis magari non ha vinto tante gare e non ha fatto tanti podi, ma era sempre in Top5 o comunque ha sempre guadagnato punti.

Questo è anche dovuto al fatto che in quattro stagioni del TCR South America ha accumulato tanta esperienza perché non è mai mancato a una singola gara”.

In merito al 2025, Damián Fineschi ha detto che l’obiettivo è di schierare quattro vetture. Sei in discussione per rinnovare il contratto anche per quest’anno?

Sì, anche se nulla è ancora confermato perché ci sono da affinare ancora alcuni dettagli. Non si cambia ciò che ha funzionato, quindi meglio mantenere la stessa vettura, gli stessi meccanici e stesso tutto per continuare a vincere.

Devo essere onesto. Ho valutato anche di andare in altri campionati TCR. Il mio sogno ora è di partecipare al TCR World Tour, che è la serie più importante. So che se avessi l’opportunità di avere una buona macchina e un buon team, avrei un’ottima occasione per lottare per il titolo.

Non è ancora il momento giusto, anche perché se punti a vincere il titolo devi essere nel team migliore o comunque uno dei migliori, ma non andare lì giusto per fare presenza. L’opportunità non si è ancora presentata quindi per ora mi concentro nel confermare i titoli nel TCR South America e nel TCR Brasil”.

Abbiamo visto che il TCR World Tour quest’anno non correrà in Sud America, ma andrà in Messico. Ti piacerebbe correre lì?

Sicuramente sì se qualcuno mi invitasse e se il programma me lo permettesse. Se c’è un modo per poter correre sempre, ne sarei estremamente felice. Non importa con quale vettura e su quale tracciato, sarebbe comunque interessante“.

Se dovessi guardare al tuo futuro, ti vedresti in pista in Europa nei prossimi anni?

Certamente l’obiettivo principale è il TCR World Tour, ma guardando quello che ha fatto Ignacio Montenegro avrebbe senso fare lo stesso. Lui ha ottenuto buoni risultati nel TCR Europe e ha vinto il TCR Spain e ora potrebbe fare un passo nel mondiale con Honda. Tutto però dipende anche dalle opportunità che si presentano davanti, quindi al momento non ambisco a ciò o comunque non sono in trattative con alcun team, ma se ne avessi l’opportunità sicuramente la accetterei“.

Immagine di copertina: TCR South America

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