TCR | Intervista a Max Hart: “In Cina sono estremamente competitivi e molto aggressivi in pista. La vittoria a Macao è il momento più speciale”

Autore: Marco Colletta
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Pubblicato il 27 Maggio 2025 - 17:00
Tempo di lettura: 5 minuti
TCR | Intervista a Max Hart: “In Cina sono estremamente competitivi e molto aggressivi in pista. La vittoria a Macao è il momento più speciale”
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Una chiacchierata con l’irlandese di Hyundai nel TCR Europe, tra i pochi europei a poter vantare una parte di carriera in Estremo Oriente

Da Spa-Francorchamps – Intervista registrata nel corso del weekend belga del TCR Europe 2025

Max Hart, un giovane pilota irlandese di soli 24 anni, ma già con una grande esperienza nelle TCR Series. Debuttante a soli 19 anni nel TCR UK, ha vissuto da subito una stagione da incorniciare grazie a un filotto di podi che lo hanno condotto a conquistare il terzo posto assoluto nel TCT, nonché il secondo in classe TCR. Da allora in viaggio dal Regno Unito, alla Cina, all’Asia prima di tornare in Europa nel 2025.

Da sempre uno dei piloti di punta in ogni campionato in cui ha corso, nonostante abbia disputato solo 62 gare in carriera, per quasi metà di esse ha presenziato su uno dei tre gradini del podio, arrivando a lottare per il titolo anche nel 2024 nel TCR Asia.

Tra i tanti piloti europei al via nelle varie serie TCR, Hart è uno dei pochi che può vantare esperienza anche in Estremo Oriente, avendo corso nel TCR China 2023 – in cui ha ottenuto il successo a Macao – e nel TCR Asia la passata stagione. Un’avventura che lo mette al fianco di pochi altri nomi tra cui quello di uno dei pilastri delle corse turismo moderne: Rob Huff.

Rimanendo sempre fedele a Hyundai, quest’anno l’irlandese è tornato nel Vecchio Continente per fare il suo debutto nel TCR Europe, guidando la Elantra N del team italiano Target Competition, affiancando la compagine tutta coreana di Solite Indigo Racing.

Hai corso per due stagioni in Asia. Cosa ti ha portato a competere così tanto lontano da casa?

“Sicuramente è stata una questione di budget, era diventato troppo dispendioso per me continuare a correre dove mi trovavo (usciva da tre stagioni nel TCR UK, ndr). Ho avuto una fantastica occasione di poter correre con Z.Speed e con Hyundai in Cina e non ho potuto dire di no a un vantaggio economico che si è presentato, come i premi messi in palio dal team. Ciò è quanto mi ha portato ad andare dall’altra parte del mondo, potendo continuare a vincere sia lì, sia l’anno successivo nel TCR Asia”.

Qual è stato il miglior momento che hai vissuto nel corso di queste due stagioni nel TCR China e nel TCR Asia?

“Sorrido sempre quando mi fanno questa domanda perché ogni volta la risposta può essere solo una: quando ho vinto a Macao nel 2023 (Gara 2 TCR China, ndr). Per me è stata la prima volta su quel circuito, c’era tutta la mia famiglia al mio fianco e quindi è stato un ottimo risultato da poter condividere con loro“.

Cosa ha significato per te lottare per il campionato su un tracciato come Macao, trovandoti anche al fianco dei piloti del TCR World Tour?

“Ad essere onesto non avevo tanta pressione per la contesa del titolo in quanto a lottare con me c’era il mio compagno di squadra (Zhang Zhendong, ndr), quindi ci siamo concentrati per conquistare anche il titolo a squadre.

Correre nel TCR World Tour è stato estremamente speciale per me, perché era qualcosa che sognavo sin dal debutto nel 2020, quindi esserci riuscito è stato fantastico. Mi sono concentrato per cercare di ottenere un risultato buono a livello assoluto, più che solo per il campionato asiatico, perché sapevo che anche se avessimo avuto un terribile weekend, cosa che purtroppo è accaduta, comunque non sarebbe stato un problema per la classifica”.

Quali sono le principali differenze che hai notato tra gareggiare in Europa e in Asia?

“Sin da subito ho visto l’estrema competitività in Cina, con tanti piloti, anche più del TCR Europe attualmente perché ce n’erano più di trenta, tutti molto vicini e allo stesso tempo aggressivi, molto più rispetto all’Europa. Ogni volta infatti mi ritrovavo con la vettura danneggiata, ma era parte della gara dato che si correva tutti molto ravvicinati”.

Anche dal punto di vista dei tifosi, quelli del TCR China erano fantastici. Ogni fine settimana in circuito vedevi migliaia di persone in giro”.

Per quanto riguarda la preparazione a un weekend di gara, invece, non ci sono tante differenze perché il livello è simile e molto alto, quindi le procedure sono pressoché uguali. Ognuno scende in pista con la voglia di vincere, perciò chiunque cerca di essere al meglio per riuscirci, quindi almeno per i piloti di vertice non ho notato tante differenze”.

È stato più difficile adattarsi allo stile asiatico partendo da quello europeo, o riadattarsi quest’anno a quello attuale?

“In realtà il livello di adattamento è stato quasi uguale. Quando sono andato dal Regno Unito in Asia sono rimasto quasi scioccato perché ci sono state tante novità per me, tra cui il fuso orario, i lunghi viaggi per arrivare fino a lì, il nuovo ambiente, la barriera linguistica, la cultura. Ma anche la loro competitività mi ha impressionato.

Questa volta arrivo invece dal TCR Asia che non era così competitivo come il TCR Europe quest’anno, oltre al fatto che mi ritrovo di fronte a nuovi scenari, nuove persone, nuovi avversari, nuovi team. Non c’è lo scoglio linguistico, ma tutto sommato il cambiamento si può quasi definire simile”.

Con il debutto nel TCR Europe, sei arrivato alla tua sesta stagione nel TCR. Quali obiettivi ti sei prefissato e come valuti l’inizio di questo campionato?

“Come pilota il tuo obiettivo è sempre quello di voler vincere e lo è ancora oggi. È stata una partenza abbastanza difficile, non siamo stati molto fortunati anche per le caratteristiche attuali del BoP. Le cose però cambieranno e nei prossimi circuiti Hyundai dovrebbe essere maggiormente favorita, quindi mi auguro di poter ritornare al vertice al più presto possibile”.

Immagine di copertina: Max Hart Racing / Facebook

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