TCR | Intervista a Marcello Lotti: “Il World Tour rafforzerà la connettività nel mondo TCR”

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di Federico Benedusi @federicob95
22 Marzo 2023 - 13:27
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La prima edizione del TCR World Tour è alle porte: con il presidente di WSC abbiamo discusso del campionato nascente e di tutte le novità che porterà la nuova stagione

P300.it ha avuto il piacere e l’onore di intervistare Marcello Lotti, presidente di World Sporting Consulting, ente creatore del regolamento TCR e del TCR World Tour che prenderà ufficialmente le mosse nel weekend del 30 aprile a Portimão.

Dopo avere enunciato i punti cardine della nuova serie nelle scorse settimane, questa intervista approfondisce ulteriormente le principali tematiche riguardanti la stagione 2023 del turismo internazionale e ciò che potrà essere in seguito: dalla nascita del World Tour a quella che sarà la nuova classe ibrida che vedrà la luce nel 2024 dopo una lunga serie di test, passando per le caratteristiche della World Final che si occuperà di riunire tutti i migliori piloti TCR al mondo in un unico evento.

Quando e su quali presupposti è nata l’idea del TCR World Tour?
“Avendo una piattaforma di circa 1200 macchine vendute ai clienti e un turnover di 650-700 piloti a partecipare a 200 eventi TCR ogni anno, abbiamo pensato che per la prima volta nel motorsport si potesse riuscire a creare un World Ranking come quello del golf o del tennis. Abbiamo lavorato un anno e mezzo per decidere i coefficienti e per arrivare ad una struttura equa per tutti ma chiaramente se ci sarà da aggiustare qualcosa, si aggiusterà. Dopo il lancio del Ranking veniva da sé fare una selezione dei piloti top, alla data del 30 settembre, che potessero accedere ad una finale tra gennaio e febbraio dell’anno successivo, in un periodo in cui non ci fossero state troppe competizioni TCR in giro per il mondo. Chiaramente a tutte queste vetture bisogna dare aiuti dal punto di vista del trasporto, per far sì che i costi non cambino troppo rispetto al correre nella propria Nazione.

A fine settembre 2022 Discovery Sports Events ci ha comunicato che la loro intenzione fosse quella di non proseguire con il WTCR per concentrarsi solo su un evento all’anno. La strategia della World Final a quel punto era già pronta ed è stata apprezzata: l’idea è quella di organizzare una finale FIA simile a quella che si vede per le GT a Macao.

Viste le date, c’erano già dei team pronti a disputare un campionato su più eventi nel 2023 e da qui abbiamo deciso di selezionare degli eventi già esistenti elevandoli di livello. Il TCR World Tour può essere considerato come i Major del golf, i piloti che partecipano prendono più punti per il Ranking e la promozione degli eventi è portata a livello mondiale. Questo aiuterà anche ad unire la comunità TCR, i costruttori potranno avvicinarsi di più ai clienti locali e ci sarà ancora più collaborazione tra loro. Disponiamo già di un’ottima piattaforma di copertura media e riteniamo che questa formula sia giusta anche e soprattutto perché rafforzerà la connettività nel mondo TCR. Abbiamo sottoscritto un contratto commerciale con Kumho per titolare il TCR World Tour e la location dell’ultimo appuntamento australiano verrà definita tra un paio di settimane, ci sono due piste in lizza”.

Presumo che l’accordo con Kumho sia il motivo per cui la gara italiana non si disputerà assieme al campionato italiano…
“Non potevamo correre insieme al campionato italiano per via del diverso fornitore di pneumatici (il TCR Italy usa Hankook, ndr) ma abbiamo voluto premiare il TCR Italy per il grande lavoro svolto e per l’ampio numero di macchine. Siamo molto affezionati a Vallelunga come circuito per gare turismo e quindi abbiamo deciso per questo evento, garantendo un certo numero di iscrizioni per i piloti del TCR Italy. Non abbiamo creato concomitanze, abbiamo dato loro tempo di partecipare per poi riprendere la serie italiana”.

In che modo le squadre hanno accolto il TCR World Tour e il fatto di tornare a correre su scala globale dopo quasi tre anni di corse quasi solo europee?
“L’idea è piaciuta proprio per il fatto di gareggiare in quattro continenti. Abbiamo piste leggendarie come Bathurst e Macao ma anche Vallelunga e il Sud America, una zona di grandissima tradizione di competizioni turismo. Le location sono state scelte in base a caratteristiche e tradizione, per dare la possibilità ai piloti di correre su circuiti che hanno fatto la storia”.

È stato difficile riunire così tanti campionati differenti per ospitare gare del TCR World Tour?
“No, perché anche i promoter hanno accolto l’iniziativa con molto entusiasmo e si sono dimostrati disposti pure a studiare i calendari assieme a noi. Le uniche date fisse che abbiamo concesso sono quelle di Bathurst, nella seconda settimana di novembre, e di Macao, che si corre nella terza di novembre da sempre. Sarà difficile correre esattamente con le stesse vetture sia a Bathurst che a Macao, ma con il fatto di garantire i costi dei trasporti e avendo tanti team per costruttore in giro per il mondo siamo riusciti a trovare un compromesso anche qui”.

In futuro si resterà aggrappati al concetto del campionato ospitante o si tornerà ad un calendario a sé stante?
“Quella del calendario 2023 è una conseguenza, di cui sono comunque molto fiero, delle decisioni di Discovery arrivate a settembre. Abbiamo dovuto organizzare un po’ in fretta, non c’era molto tempo di sedersi ad un tavolo per capire cosa fare. Nei prossimi due-tre mesi definiremo meglio cosa fare nel 2024 ma non vogliamo perdere il concetto di base, perché la connettività tra i campionati è un’idea che sposa perfettamente il DNA del TCR. Dobbiamo ottimizzare alcune cose e non escludiamo un’altra collaborazione con la FIA, con cui siamo in ottimi rapporti”.

In caso di risposta positiva della stagione 2023 si potrà espandere ulteriormente la griglia oltre ai 16 partecipanti full-season?
“Correndo con altri campionati ci sono varie limitazioni, dovute ad esempio al layout dei circuiti. Abbiamo stabilito un numero massimo di 16 vetture per il 2023 ma sappiamo che ci sono due o tre piloti che cercheranno di seguire il campionato gestendosi le vetture di volta in volta. Ancora non sappiamo se aumenteremo il numero, se lo facessimo dovremmo trovare una formula adeguata assieme all’organizzatore locale. In ogni caso possiamo fare sempre affidamento su griglie tra le 25 e le 35 macchine. Se avessimo aperto eccessivamente le iscrizioni full-season per quest’anno, con i contributi economici che abbiamo deciso di garantire, avremmo rischiato una risposta anche troppo ampia e a quel punto non saremmo più riusciti a portare questo concetto in pista per come lo abbiamo voluto portare.

Sarà un po’ come il WRC, che ha dieci-dodici macchine per tutto il mondiale e per il resto si affida tanto a partecipazioni locali. Noi, avendo vetture tutte uguali, daremo modo ai piloti locali di cimentarsi con i professionisti del World Tour, anche perché questi ultimi saranno trasparenti per le serie ospitanti ma non varrà il contrario. Conosco alcuni piloti argentini e sono sicuro che non saranno clienti facili!”.

Quali sono le tempistiche per la TCR World Final? Si ha già un’idea di quando e dove andrà in scena la prima edizione?
“Stiamo pensando alla prima settimana di febbraio 2024. Per quanto riguarda il dove, lo annunceremo il prima possibile, non possiamo ancora dire nulla per questioni di rispetto stampa nei confronti del promoter locale.

Posso dire che parteciperanno i top 45, e non più i top 60, del TCR World Ranking al 30 settembre insieme ai top 15 del TCR World Tour. Il vantaggio di questi ultimi sarà che correranno direttamente la gara finale, mentre gli altri dovranno correre le due gare di playoff che stabiliranno i restanti 15 partecipanti alla corsa decisiva”.

Come sta procedendo lo sviluppo delle TCR ibride? Quale sarà il piano di integrazione tra TCR ibride e tradizionali?
“Abbiamo avuto un buon riscontro, è un’idea che dovevamo praticare. Volevamo partire nel 2023 ma con la nascita del TCR World Tour è diventato più complicato mettere tutto assieme. Rimandando al 2024 abbiamo deciso di ottimizzare qualche particolare che avevamo lasciato indietro, svolgendo ulteriori test per migliorare tutto il sistema. Il TCR Australia ha già dato disponibilità per far correre le vetture ibride ed è chiaro che se il TCR World Tour si legherà a determinati campionati, questi dovranno prevedere anche l’utilizzo delle ibride”.

Immagini: tcr-series.com

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