Una chiacchierata con il leader del TCR South America 2025, Leonel Pernía, in azione a Monza nel Mondiale con ALM Motorsport
Da Monza – Il pilota su cui chiunque ha puntato gli occhi durante il round italiano del TCR World Tour 2025 non poteva che essere Leonel Pernía, leader del TCR South America, tra gli argentini più vincenti di sempre e di ritorno all’Autodromo brianzolo a distanza di 15 anni dall’unica gara disputata nel 2010 nel WTCC.
Si potrebbe dire che Leonel Pernía non abbia bisogno di presentazioni, in quanto ha caratterizzato e caratterizza ancora oggi quella che è la storia recente dell’automobilismo argentino. La sua storia però parte ben più indietro in quanto è figlio di Vicente e fratello di Mariano, entrambi calciatori rispettivamente nel Boca Juniors e nell’Atletico Madrid (per citare una delle tante di Mariano, che ha partecipato anche ai Mondiali del 2006 con la Spagna, ndr), ai quali si è aggiunto proprio Leonel che ha giocato sempre nel Boca ma negli anni Novanta.
Con il cambio di secolo “El Tanito” ha deciso di virare dai campi da calcio ai nastri di asfalto dei circuiti più importanti del suo paese. Dopo aver iniziato nel Turismo Nacional nel 2000, è poi approdato nel TC2000 da cui non si è più staccato. Quattro i titoli vinti, dodici gli arrivi in Top3 nella classifica piloti e quaranta i successi racimolati in quasi vent’anni.
Oltre ad aver partecipato anche nel Turismo Carretera, dal 2024 è entrato a far parte del panorama del TCR South America legandosi a PMO Racing e alla Peugeot 308 con cui ha vinto al secondo evento disputato. Da quest’anno è pilota ufficiale di Honda YPF Racing, che gli ha messo a disposizione una Civic Type-R che lo ha reso imprendibile nella prima fase della stagione.
Due pole, tre successi, sei podi e una leadership in classifica incontrastata dal primo giorno porteranno Leonel Pernía a iniziare la seconda parte di stagione – questo fine settimana a Mercedes, in Uruguay – con quasi 50 punti di vantaggio sul campione in carica ed ex compagno di squadra Pedro Cardoso.
In occasione del round di Monza del TCR World Tour, P300 ha avuto l’occasione di intervistare l’asso argentino sulla sua nuova avventura nel TCR, il suo prospetto futuro e anche il rapporto con la famiglia di compagni di squadra formata dal fratello Mariano e dal figlio Tiago.
Quali erano le aspettative prima dell’esordio nel TCR, quali i tuoi obiettivi? Ti reputi soddisfatto di come è andata la tua prima stagione?
“Prima di tutto sono arrivato nel TCR perché mi piacciono davvero tanto le macchine, le persone che formano il TCR e anche perché c’è molta battaglia tra piloti di differenti nazioni. Nel TCR South America ad esempio ci sono piloti argentini, brasiliani e uruguaiani e questo mi piace molto. Inoltre se hai buone prestazioni in Sudamerica puoi iniziare a guardare fuori dal Continente e lanciarti nel TCR World Tour, come ho fatto io. Penso sia stata la decisione migliore e ora stiamo andando davvero molto bene. Ho vinto la seconda gara a cui ho preso parte e dopodiché continuando a vincere ho preso sempre più fiducia con la macchina e con il team”.
Quali sono le principali differenze che hai trovato tra la Peugeot 308 e la Honda Civic? E quali i cambiamenti nel metodo di lavoro tra PMO e Honda YPF?
“Penso che entrambe le vetture siano davvero molto veloci, ma con alcune differenze. Peugeot è una macchina più leggera e ti dà più fiducia in gara, con un passo migliore durante l’intera distanza, mentre la Honda è molto veloce sui rettilinei oltre che più rapida sul giro singolo, ma è un po’ più difficile da gestire durante la gara perché le gomme anteriori si riscaldano troppo. Sono però riuscito a vincere con entrambe e avere l’occasione di competere per il primo posto con tutte e due”.
“I team sono diversi, ma conosco entrambi i proprietari del team siccome sono argentini e hanno corso contro di me. Entrambi lavorano molto bene e sanno come stare a contatto con le vetture. Mi sento a mio agio in Honda quest’anno, sono orgoglioso di essere pilota ufficiale di Honda YPF e sono davvero contento di avere mio figlio (Tiago, ndr) come compagno di squadra. Anche lui sta ben figurando quest’anno”.
In che modo ti sei approcciato a questa stagione in termini di preparazione e con l’esperienza accumulata lo scorso anno?
“La differenza principale è che quest’anno posso correre tutta la stagione, quindi la mia mente è più aggressiva perché so che posso lottare per il titolo, mentre l’anno passato non ho potuto disputare alcune gare quindi sapevo che non potevo competere per il campionato. Il premio è anche grande perché diventando campione nel TCR South America puoi correre nella Stock Car Brasil il prossimo anno, quindi l’approccio è leggermente differente perché sto lottando per qualcosa”.
Quali sono i tuoi ricordi della gara di Monza del WTCC del 2010 e che effetto ti fa tornare nel TCR World Tour quindici anni dopo sulla stessa pista?
“Quando nel 2010 sono venuto a Monza non potevo credere di essere qui a correre nel WTCC. Sono arrivato qui con la mia famiglia, Tiago era ancora un bambino, ancora non era nata Isabela, la mia terza figlia. Era incredibile pensare di trovarsi in un tracciato così storico. Se mi avessi detto che sarei tornato qui dopo quindici anni non ci avrei creduto, quindi è davvero incredibile. Sono molto contento anche se non del modo in cui sta andando il weekend perché pensavo che avremmo potuto fare meglio, ma devi comunque goderti tutto il resto. Sul tracciato sto facendo un po’ di fatica, ma ogni volta che scendo in pista miglioro. Questo viaggio per me è incredibile e me lo sto godendo tanto”.
Questa può essere una preparazione in vista di un esordio full-time nel 2026?
“Vorrei tanto partecipare al TCR World Tour perché so di cosa sono capace in una vettura da corsa e con la giusta preparazione – anche se non voglio sottostimare nessuno, perché hanno tutti dimostrato quanto sia una sfida difficile – penso di poter lottare per la conquista delle gare nel Mondiale, così come faccio ora nel TCR South America”.
Siccome il TC2000 ha cambiato il tipo di vetture, è più complicato il passaggio tra TCR e SUV o tra le TCR o le vecchie TC2000?
“È molto più difficile ora con le nuove TC2000 perché il motore è più potente con 400 CV, la vettura è una SUV ed è la prima volta che si corre con questo tipo di macchine in Argentina, quindi tutto è nuovo per noi come piloti, ingegneri e per questo è una grande sfida. La partenza è stata difficile, la vettura non dà il suo massimo e quindi stiamo facendo grandi modifiche tra gara e gara”.
Cosa ne pensi del fatto che ci siano così tanti argentini nel Mondiale Turismo?
“Penso che sia tutto dovuto al fatto che un paio di piloti come Guerrieri e Girolami hanno fatto il passo di uscire dall’Argentina e dal Sudamerica per correre in giro per il mondo e con ottimi risultati si è scoperto un nuovo modo di vivere le corse anche al di fuori del proprio paese e ha spinto altri piloti a fare lo stesso, il che è un bene. Inoltre c’è anche Franco Colapinto che a sua volta sta facendo un lavoro incredibile e ora i piloti argentini hanno fame di fare sempre più passi in avanti e diventare i migliori fuori dall’Argentina”.
Tuo figlio Tiago ha esordito da full-time quest’anno partendo subito con una pole e ottenendo buoni risultati. Com’è il vostro rapporto in squadra, gli fai coach oppure siete avversari al 100%? Come vedi la sua crescita nel campionato?
“Quello che Tiago sta facendo nel motorsport è incredibile. Ha la giusta velocità che è il fattore più difficile da ottenere. Deve solo continuare ad accumulare esperienza, ma lo sta facendo davvero bene. Il giro di qualifica che ha fatto a Rosario è stato da pazzi perché sia io che Nelson Piquet Jr avevamo fatto ottimi giri, ma lui ha poi segnato la pole position. Purtroppo dopo è stato leggermente sfortunato con diversi problemi, però quando lui è nelle giuste condizioni lotta per le prime posizioni”.
“Averlo come team-mate è qualcosa che mai avrei immaginato. Qualche volta devo lottare con quella sensazione di paura che lui è su una macchina nella stessa corsa che sto disputando io e allo stesso tempo devo pensare a me che sto guidando. È qualcosa che è anche difficile da spiegare alle persone, però amo talmente tanto questo sport e il fatto di avere mio figlio al mio fianco è davvero complesso esprimerlo a parole”.
In pista con te e Tiago c’è anche tuo fratello Mariano. Com’è correre nello stesso campionato, nello stesso team con la stessa vettura con tutta la propria famiglia?
“Mariano e Tiago sono gli unici due ragazzi che non amo sorpassare. Ogni volta che me li ritrovo davanti li aiuto. Però ci piacciono tanto questi weekend di gara perché li viviamo in un trailer che per noi diventa come una casa, dormiamo lì insieme, viaggiamo con quello tutti uniti. È incredibile, ma ci godiamo insieme ogni momento in cui corriamo vicini”.
Immagine di copertina: TCR World Tour
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