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TCR | Intervista a Franco Girolami: “Volevo vincere il campionato italiano in pista, senza pensare ai punti della penalità di Monza”

di Marco Colletta
MarcoColletta marcocolletta
Pubblicato il 12 Giugno 2024 - 15:00
Tempo di lettura: 6 minuti
TCR | Intervista a Franco Girolami: “Volevo vincere il campionato italiano in pista, senza pensare ai punti della penalità di Monza”

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P300.it ha intervistato Franco Girolami, pilota argentino di Monlau Motorsport, campione del TCR Europe 2022 e del TCR Italy 2023.

Dal Salzburgring – Intervista realizzata sabato 1° giugno dopo le qualifiche del TCR Europe

Franco Girolami è il pilota argentino tra i più vincenti nelle ultime stagioni delle TCR Series a livello europeo. Dopo aver trionfato in Argentina nell’attuale TC2000 Series e nella Top Race V6, il fratello minore di Néstor è arrivato in Europa e ha subito stupito. A podio nella prima apparizione nel TCR Italy, secondo a fine anno alla sua prima stagione nel TCR Europe.

Poi sono arrivati i titoli: al secondo anno nella serie europea è arrivata la prima conferma con l’Audi di Comtoyou Racing, che gli ha aperto le porte anche per due presenze nel WTCR, e la stagione successiva ha conquistato anche il campionato italiano sempre al volante di un’Audi, gestita da Aikoa Racing.

Quest’anno è tornato nel TCR Europe per tentare l’assalto al secondo titolo, ma farà anche il suo esordio a Misano nel TCR European Endurance, mettendosi in gioco con la sfida delle gare di durata.

In aggiunta all’addio di Audi, cosa ti ha portato a scegliere Cupra?

Ad essere sincero ho iniziato a parlare con alcuni rappresentanti di Cupra e di Monlau alla fine dell’anno scorso e il lancio della nuova León VZ è stato un ulteriore stimolo per me. Questo perché oltre a poterla sviluppare, finché non la porti in pista non sai se sarà meglio o meno rispetto alla concorrenza.

Anche con Monlau è una nuova sfida perché è un team nuovo per me, ma penso comunque che la sinergia che si è creata sia con loro che con Cupra mi ha portato ad essere molto contento della scelta.

Quali sono state le differenze che hai notato tra l’Audi e la Cupra?

Tutte le auto nel TCR sono molto competitive e con il BOP ti ritrovi ad essere allo stesso livello con vetture differenti. Rispetto ad Audi che era più stabile nelle curve veloci, a differenza della vecchia Cupra che invece era migliore in quelle più lente, la nuova León è un ibrido perché è riuscita a migliorare i punti deboli della vecchia vettura.

Il BOP inoltre ci penalizza molto perché essendo una vettura nuova si ritrova ad essere già più alta di 10 millimetri e con il massimo del peso aggiuntivo. Senza penalità la Cupra sarebbe sicuramente più forte.

Basare poi la gestione del BOP prendendo in considerazione me che corro nell’europeo, visto che Cupra non partecipa al mondiale, porta anche piloti come Davidovski – che è un gentleman – a soffrire di più perché si ritrova con un ballast come il mio. Secondo me se ora Cupra corresse nel mondiale, non sarebbe allo stesso livello delle altre vetture.

Hai vinto sia in Europa che in Italia. Quali sono le differenze tra i due campionati? È più difficile lottare in quello europeo o in quello italiano?

Il TCR Europe del 2022 è stato molto difficile, con tanti piloti forti, molti marchi ufficiali e tante vetture in pista. Il TCR Italy era anche di alto livello e con trenta macchine è stato molto difficile. La differenza maggiore è che nell’europeo hai pochi piloti ma molto forti, nell’italiano ci sono tanti partecipanti ma con livelli differenti. Troviamo molti gentleman, persone che fanno altri lavori, che arrivano con team propri… Essere nel Top5 dell’Italy è molto difficile, forse allo stesso modo dell’essere nella Top10 dello Europe.

TCR-Italy-2023-Imola-Franco-Girolami
Franco Girolami dopo il titolo italiano ottenuto la passata stagione – Copyright: ACI Sport

Quali sono i tuoi migliori ricordi della stagione in Italia?

L’ultima gara dello scorso anno. Sono arrivato a Imola sapendo che la gara di Monza che avevo vinto era ancora sub-judice perché avevo superato un pilota (Ruben Volt, ndr) in regime di bandiera gialla. Io volevo vincere il campionato senza pensare a quei punti.

Io ho vinto il campionato il sabato, ma sono stato più contento la domenica perché ho vinto “di nuovo” il campionato andando a coprire anche i punti che mi avevano tolto a Monza, ma che comunque già mi avevano ridato. Era una vittoria conquistata sulla pista, senza dover pensare a eventuali penalizzazioni.

Rispetto all’ultima stagione nel TCR Europe, ora vediamo tanti costruttori differenti, tanti campioni e piloti giovani. Pensi che la serie stia prendendo la strada giusta per crescere?

Secondo me manca ancora qualcosa per tornare al TCR Europe del 2022, quando ho vinto io. Ora abbiamo solo 13 vetture e se diventi campione, lo sei ugualmente, ma per un pilota è diverso vincere quando lotti contro poche macchine rispetto a quando corri contro 30 piloti.

Non so come faranno gli organizzatori, ma si deve lavorare tanto per il 2025, sicuramente ci devono essere più incentivi sia per team che per i piloti, magari anche con gare più vicine, oppure abbassare i budget per correre perché al momento costa tutto molto. Io stesso per poter mantenere me e la mia famiglia devo fare anche da coach quando non corro.

Franco Girolami dopo aver conquistato il titolo europeo nel 2022 – Copyright: TCR Europe

Dopo due gare nel 2022 nel WTCR, ti piacerebbe tornare a correre nel TCR World Tour e anche tornare a correre contro tuo fratello Néstor?

Se dicessi di no, mentirei. È il mio obiettivo. Tanti in Argentina dopo che mi hanno visto andare nel TCR Italy dopo aver vinto lo Europe mi hanno chiesto perché lo facessi. Alla fine non dipende solo da me, ma dalle opportunità che si creano, dal budget. Io provo a fare del mio meglio per ottenere tutte le chance. Se mi chiamassero in questo momento mi sentirei più che pronto a correre nel mondiale.

Quanto ti ha aiutato a crescere Néstor dal punto di vista di pilota?

In passato mi ha dato una mano. Prima di arrivare in Europa mi ha aiutato tanto a farmi conoscere come pilota, ha anche chiesto a un team di farmi fare un test. Durante il Covid ero in Argentina, mentre lui era in Europa a fare il coach. Gli avevano proposto di fare una gara, ma lui ha rifiutato perché era pilota ufficiale Honda e quindi ha parlato di me, di quello che avevo conquistato e quindi con un permesso speciale sono riuscito ad arrivare qui e correre la mia prima TCR Italy in cui ho chiuso secondo.

Abbiamo visto che quest’anno tanti campioni turismo argentini stanno andando a correre nel TCR South America (Leonel Pernia, Matías Rossi e Norberto Fontana, ndr). Pensi che possano aiutare il campionato a crescere? Pensi anche che il TCR stia diventando sempre più importante?

Il TCR in generale è cresciuto tanto in tutto il mondo, anche perché è un concetto molto innovativo. E anche il TCR South America è diventato uno dei più importanti al mondo, perché schiera quasi una ventina di piloti. Volti come Pernia e Rossi sicuramente non possono far altro che dare un valore aggiunto al campionato.

Immagine di copertina: TCR Europe

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