Una chiacchierata con Filippo Barberi, campione della Coppa Italia Turismo Endurance e attuale pilota Aikoa Racing nei campionati TCR italiano e spagnolo.
Da Imola – Intervista realizzata sabato 7 settembre poche ore prima del via di Gara 1
Filippo Barberi è una delle nuove leve del turismo italiano. Veneziano, classe 2005 e da pochi giorni diciannovenne, corre nel TCR Italy e nel TCR Spain con l’Audi RS 3 LMS dell’Aikoa Racing.
Quest’anno ha fatto il suo debutto da pilota titolare nelle principali serie italiana e spagnola dopo aver conquistato il titolo in 1a Divisione della Coppa Italia Turismo Endurance ed essere giunto, sempre nel 2023, alle spalle del campione del TCR Italy DSG.
Nelle sue prime gare al volante di una vettura sequenziale ha dovuto imparare a conoscerle in quanto particolarmente differenti da quelle DSG, ma si è già tolto la soddisfazione di salire sul gradino più alto del podio vincendo Gara 2 all’Estoril nel panorama del campionato spagnolo.
Dopo le prime gare nella classe sequenziale del TCR Italy, quali sono le tue impressioni su questo campionato? Come ti trovi? Cosa pensi di dover migliorare per raggiungere le posizioni al vertice?
“Devo migliorare ancora tanto perché da ex pilota DSG, noto che le vetture con cambio sequenziale si comportano in modo diverso. Ad esempio con queste quando sei in frenata, la vettura si ferma rapidamente a differenza delle DSG che sono più pesanti. Devo fare passi in avanti anche dal lato tecnico, affinare i particolari sulla macchina, devo avere più concentrazione soprattutto dopo gli errori che mi distraggono e mi fanno perdere il focus per il resto del weekend”.
Il tuo compagno di squadra è un pilota del calibro di Nicola Baldan, campione TCR Italy nel 2017 e leader nel 2024. Cosa vuol dire per te averlo al tuo fianco? Dopo ogni sessione vi confrontate?
“Nico ormai è uno di famiglia. Già due anni fa mi aiutava molto come coach in pista quando ancora correvo nei kart e iniziavo a fare i miei primi test con le TCR DSG. Ora sono il suo compagno di squadra e per me è un onore essere al fianco di un pilota che si stava giocando contemporaneamente due campionati, quello italiano e quello europeo. Peccato per lui perché per una coincidenza di gare non ha potuto continuare a lottare in entrambi.
Tra di noi parliamo molto, mi confronto con i suoi giri perché è un ottimo riferimento. Anche sui nostri profili social, in tante foto, si può vedere la sua macchina e dietro la mia perché lo seguo nelle linee e in staccata. Quindi in linea generale per me è ancora un coach”.
In parallelo al tuo impegno nel TCR Italy corri anche nel TCR Spain dove hai conquistato il tuo primo successo nella tappa dell’Estoril. Te l’aspettavi? Cosa hai pensato una volta transitato sotto la bandiera a scacchi?
“Ho avuto la mia esperienza nel TCR Spain già lo scorso anno nell’ultima gara di Barcellona che è stata la mia prima ufficiale su una vettura sequenziale. Quest’anno la prima corsa è stata a Jarama, dove ho rimediato un doppio zero perché in Gara 1 ho avuto un contatto con un altro pilota alla prima curva e in Gara 2 ho avuto problemi con la convergenza e la macchina tirava a destra e sinistra.
All’Estoril è stata particolare. Mi aspettavo di meglio e puntavo più in alto, soprattutto in qualifica. In Gara 1 ho concluso quinto e ho cercato di fare il mio meglio. Lì riesci a guadagnare al massimo due o tre posizioni, a meno che non ci siano incidenti davanti, perché il livello dei piloti è molto alto.
La vittoria non me la aspettavo. Tutti mi facevano notare che partivo in seconda fila e quando ero in griglia pensavo che dovevo partire assolutamente bene, perché se fossi scattato male sarebbe stato un problema, sia perché in caso di incidente avrei potuto farmi male, sia perché partendo bene dovevo andare primo e scappare subito. Di fianco oltre a Pelatti che conosco bene, l’altro pilota non lo conoscevo e non volevo rimediare danni.
Dall’ansia, un attimo prima dello spegnimento dei semafori, ho lasciato leggermente la frizione e la macchina si è mossa un po’. Tanti si sono lamentati della partenza anticipata, ma non è stato così perché prima che si spegnessero i semafori ho inchiodato e la vettura è rimasta dentro i blocchi di partenza.
Sono riuscito a sbarazzarmi di tutti immediatamente. In curva uno ho visto Pelatti che stava per centrarmi e lo ringrazio per avermi evitato dopo il bloccaggio. Ho iniziato a scappare con le gomme nuove che avevo salvato dalla qualifica, facendo anche un traverso in uscita di curva due. In quel momento ho sentito Baldan in cuffia che mi ha detto ‘Adesso devi scappare!'”.
Questa stagione hai avuto un’altra esperienza nella Coppa Italia Turismo a Vallelunga ad aprile, al fianco del TCR World Tour, correndo al fianco di campioni del mondo come Michelisz, Azcona ed Ehrlacher. Che emozioni hai provato? Hai avuto modo di confrontarti con alcuni di loro? Ti è venuta ancora più voglia di porti come obiettivo il mondiale?
“Sicuramente correre nel mondiale mi farebbe tanto piacere. Mi soffermo però sul primo pilota che hai nominato (Michelisz, ndr) che in Gara 2 è stato molto simpatico e gentile da infilarsi tra me e il cordolo interno della Cimini 2 e lanciarmi in ghiaia. Io poi rientrando mi sono toccato con l’Audi di Taoufik e ho chiuso lì la mia corsa. Se lo avesse evitato sarebbe stato meglio.
La mia vittoria a Vallelunga è stata in Coppa Italia Turismo, ma non la reputo ancora un successo di livello anche essendo il primo dopo quelli del mondiale. In quella gara in generale ero un po’ in difficoltà per cose mie e un pilota che mi ha aiutato molto è stato Marco Butti con cui ho fatto amicizia. Lui è molto forte e lo invidio perché ha fatto tanto GT, tanto TCR nonostante abbiamo la stessa età. Con lui ho parlato delle traiettorie e di segreti che però non dirò”.
Qual è il tuo obiettivo per il tuo finale di stagione? A cosa punti in classifica e in generale nei risultati in gara?
“In classifica vorrei arrivare tra i primi dieci. Con il piccolo inconveniente in qualifica qui a Imola non so se riuscirò a farcela e mi dispiacerebbe parecchio. In qualifica purtroppo ho sempre questo problema che poi mi porta a dover risolvere tutto in gara. Devo imparare a fare meno errori. Di buono cerco sempre di evitare di fare danni alla macchina anche perché oltre che a livello emotivo sono pesanti a livello economico.
Al Mugello ad esempio sono riuscito a fare da sedicesimo a sesto e sono molto contento di questo. A Pergusa sono finito dietro a Paolo Rocca in gara. Lui mi ha poi detto ‘Inizi ad andar forte’ e io quasi incredulo l’ho ringraziato, ma lui diceva sul serio quindi sono felice di ciò. In quel caso avrei potuto azzardare un sorpasso e prendermi il quinto posto, ma ho preferito evitare problemi e ho conservato il sesto posto”.

Immagine di copertina: TCR Spain
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