TCR | Intervista a Esteban Guerrieri: “Accumulando esperienza analizzo le gare come se fossi in slow motion. Il mio obiettivo? Diventare Campione del Mondo”

Autore: Marco Colletta
MarcoColletta marcocolletta
Coautore: Sara Colombo
Pubblicato il 15 Luglio 2025 - 15:00
Tempo di lettura: 5 minuti
TCR | Intervista a Esteban Guerrieri: “Accumulando esperienza analizzo le gare come se fossi in slow motion. Il mio obiettivo? Diventare Campione del Mondo”
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L’intervista a uno dei simboli di Honda-JAS nel Mondiale Turismo sin dai tempi del WTCC

Da Valencia – Nel corso del fine settimana spagnolo del TCR World Tour 2025, corso al Circuito Ricardo Tormo di Cheste, P300.it è stata accolta da GOAT Racing per un’intervista esclusiva a Esteban Guerrieri, da anni pilota simbolo di Honda e JAS Motorsport all’interno del panorama delle corse turismo a livello mondiale.

La chiacchierata con il pilota argentino ha toccato diversi argomenti, dall’esordio dell’ora 40enne nello storico WTCC, passando per i trascorsi nel WTCR e il ritorno avvenuto l’anno scorso nel TCR World Tour. Una lunga storia fatta di successi e lotte per la conquista del titolo mondiale che – ad ora – resta l’unico tassello da aggiungere al palmares del pilota di Buenos Aires.

Dopo oltre una decina di anni al volante di vetture a ruote scoperte, Guerrieri è approdato nel 2009 nelle corse turismo argentine, per poi virare completamente a questo genere di auto solo nel 2013. Nel 2016 è arrivato il debutto nel WTCC con Campos Racing, che lo ha portato poi all’esordio come pilota titolare l’anno seguente, prima di passare a Honda per sostituire l’infortunato Tiago Monteiro nelle ultime gare della stagione.

Nel quinquennio del WTCR, Guerrieri è sempre stato tra i protagonisti per la contesa al titolo con il terzo posto giunto nel 2018 e il secondo nel 2019. Tra i tanti successi da annoverare anche il trionfo alla 24 Ore del Nürburgring, sempre al volante di una Honda Civic Type-R.

Dopo un anno di pausa nel 2023 per provare l’esperienza Hypercar, l’argentino si è concesso l’esordio nel TCR World Tour come pilota del TCR South America – in cui ha ottenuto un successo con Toyota – prima di tornare come pilota ufficiale di Honda dal 2024, vestendo i colori di GOAT Racing.

Nel 2017 è iniziato il tuo percorso con Honda e JAS, tornando nel 2023 dopo un anno di pausa. Quanto hai contribuito nella sviluppo delle vetture?

“La nuova Civic Type-R ha fatto il suo debutto un paio di anni fa e la scorsa stagione io sono tornato con Honda dopo un anno di Hypercar nel 2023. Abbiamo svolto un buon lavoro perché abbiamo continuato lo sviluppo facendo un passo in avanti e raccogliendo tante informazioni. La passata stagione è stata molto costante e siamo riusciti a lottare per il titolo. Quest’anno abbiamo messo insieme tutto quello che abbiamo appreso, ottenendo i risultati che abbiamo visto in Messico”.

“Ora stiamo lottando ad armi un po’ impari rispetto ai nostri avversari perché Hyundai e Lynk & Co hanno strutture più grandi e con più budget. Noi comunque cerchiamo di combattere, sfruttare le opportunità e massimizzare il potenziale. Non sempre va come vorremmo, ma stiamo andando bene e per questo sono orgoglioso della squadra”.

Pensando alla tua storia da pilota, ti senti più maturo e che tipo di cambiamento hai notato rispetto all’Esteban che ha debuttato tanti anni fa nelle competizioni turismo?

“Non sono cresciuto solo come pilota, ma anche come persona. In gara, quando sono in macchina, ci deve sempre essere quella voglia di esprimere tutto il potenziale e dare sempre il massimo, nonostante abbia 40 anni. Il giorno in cui non ci sarà più questo fuoco, smetterò di correre. Quando poi accumuli esperienza, vedi le gare in modo diverso, quasi come se andassi in slow motion, cercando di anticipare e di capire cosa può succedere, provando ad essere un passo in avanti. Le gare però non sono sempre lineari, può succedere di tutto e quindi devi adattarti”.

Hai debuttato nel WTCC nel 2016: come si è evoluto il Mondiale Turismo dal tuo punto di vista dal tuo esordio ad oggi?

“A livello di competitività, i piloti che erano forti ai tempi lo sono ancora oggi. Dal punto di vista tecnico siamo passati da un WTCC a una TCR che va un po’ più piano, ma su cui devi comunque lavorare allo stesso modo. Le piste sono cambiate e quindi alcune si adattano a un determinato di macchina e a seconda della tipologia del tracciato devi capire quali sono quelle in cui la tua vettura va più forte e cercare di ottenere buoni risultati, mentre in quelle in cui non si adatta meglio – tipo Valencia per noi (Honda, ndr) -, devi provare a fare il meglio possibile”.

Qual è il futuro che immagini e quello che vorresti per questo campionato?

“Sicuramente diventare Campione del Mondo. Quello rimane sempre il mio obiettivo e continuo a dire che per riuscirci serve avere costanza, diminuire il numero di errori al massimo, così da arrivare a giocarsela fino alla fine. Poi all’ultima gara può succedere di tutto. Sono arrivato sei volte con chance di vincere, ma nessuna di queste è stata a me favorevole, ma comunque continuo a lottare perché a lungo termine guarderò a quell’obiettivo”.

Quali sono i momenti più importanti che hai vissuto nella tua lunga carriera?

Vincere a Macao nel 2018, vincere al Nordschleife sotto la pioggia (WTCR 2020), la gara di Indy Lights quando nel 2012 ho vinto partendo dal fondo (Freedom 100 a Indianapolis), o anche in Malesia nel 2019 quando ho perso il Campionato del Mondo, ma ho fatto comunque un grandissimo weekend sotto la pioggia. Anche una gara contro Ricciardo nel 2010 a Silverstone (in Formula Renault 3.5). Forse però ne dimentico qualcuno”.

Tornando a parlare del presente: com’è stato passare dall’essere il coach di Montenegro a condividere lo stesso box? Il tuo rapporto con lui è cambiato, ora che è il tuo compagno di squadra e anche un tuo avversario?

“No, non è cambiato perché comunque c’è tanto rispetto. Forse la dinamica del weekend è cambiata perché quando non sono in macchina aiuto i miei piloti facendo il coach. Ora esprimo tutto il mio potenziale, però sono sempre pronto a condividere con i miei compagni e loro con me. Il weekend si evolve cercando sempre di dare il massimo e lui sta facendo molto bene. La sintonia tra noi nel modo di lavorare c’è ancora e per questo sono contento”.

Quest’anno affronti diversi format di gara differenti con due o tre corse per weekend. Con un fine settimana da tre gare come cambia il tuo approccio? Cerchi di essere più conservativo all’inizio per dare tutto alla fine, oppure parti subito al massimo?

È un po’ strano come si presenta il weekend. Se capita che in qualifica fai quattordicesimo come oggi (sabato 14 giugno, ndr), il weekend è ancora aperto mentre con l’altro format se non arrivi tra i primi dieci sei praticamente spacciato. Il format a tre gare apre a più possibilità, più speculazioni, però la gara ti porta ad essere sempre attento a cosa accade perché puoi essere fortunato o sfortunato. Se ad esempio sei decimo e una macchina ti butta fuori allora il weekend è compromesso. Puoi rischiare di più, però puoi anche ottenere più occasioni”.

Quale di questi due format preferisci?

“Mi adatto a quello che c’è sul tavolo e a quello che propone il regolamento”.

Nei prossimi giorni, l’intervista a Esteban Guerrieri sarà disponibile anche in formato video sul canale YouTube di Parc Fermé TV.

Immagine di copertina: TCR World Tour

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