TCR Europe | Analisi stagione 2025

Autore: Marco Colletta
MarcoColletta marcocolletta
Pubblicato il 9 Dicembre 2025 - 14:00
Tempo di lettura: 10 minuti
TCR Europe | Analisi stagione 2025
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Ripercorriamo il 2025 del TCR Europe guardando nel dettaglio qual è stato il rendimento dei suoi principali protagonisti

Seconda settimana di dicembre e seconda analisi stagionale, questa volta per il TCR Europe che ha spento i suoi motori già da due mesi e mezzo e che tra poco più di tre tornerà in pista per il campionato del decimo anniversario. Un’annata che ha rilanciato la serie proponendo una griglia non solo piena in termini di numeri, ma anche di talenti che hanno reso la lotta per il titolo una delle più indecise ed emozionanti della sua storia.

Non solo abbiamo avuto la conferma di tanti ottimi piloti presenti sullo schieramento e in arrivo da stagioni passate, ma abbiamo scoperto anche nuove proposte che potrebbero segnare non solo la storia futura di questo campionato, ma che potrebbero dire la loro anche a livello più alto, essendo stato quello di quest’anno un Europeo dalla parvenza di un Mondiale.

LA SFIDA PER IL TITOLO

JENSON BRICKLEY – Che il britannico fosse un pilota di alto livello non c’era dubbio, dati i suoi precedenti nel TCR UK e nel TCR Spain in cui aveva mostrato di che pasta fosse fatto nonostante la giovane età. Quest’anno non ha osato strafare – come suo solito d’altronde -, ma ancora una volta ha inflitto il colpo del ko a suon di costanza. Passato forse in sordina più di tutti, a Barcellona è volato da quinto a campione in 48 ore.

Dopo Misano aveva anche paura a parlare di una possibile lotta per il titolo, specie dopo gli appuntamenti di Spa e Hockenheim che ne avevano un po’ compromesso l’andamento della stagione, ma alla fine la sua rivincita sul successo spagnolo perso alla fine nel 2024 se l’è presa conquistando quello più prestigioso del Continente. Sicuramente è stata una sorpresa vederlo campione al primo anno; chissà cosa gli riserverà il futuro.

TEDDY e JIMMY CLAIRET – Un blocco unico per i fratelli parigini che sono arrivati all’ultimo sulla griglia dell’europeo e che fin da subito hanno mostrato di essere i piloti temibili e da battere. Figli della lunga esperienza nel TCR, fino al BoP che gli ha azzoppato la stagione, i due ormai sembravano involarsi verso il sicurissimo 1-2 in classifica piloti e verso il titolo a squadre.

Proprio i cambiamenti sulle loro Audi hanno reso la seconda metà del 2025 una sfida a “targhe alterne”, con Teddy competitivo e Jimmy in difficoltà in un appuntamento e lo scambio di ruoli in quello successivo. Nonostante ciò i due sono riusciti a tirare fuori il meglio per mantenersi in lotta fino alla fine e mettendo proprio la loro anzianità al volante per estrarre più di quello che la RS 3 LMS potesse offrire loro.

Di certo batterli non è stato semplice e i due Clairet sono riusciti fin da subito a porre il limite molto più alto del normale per il resto dello schieramento.

ERIC GENÉ – Tanto giovane quanto indemoniato. Lo spagnolo dal piede più pesante di un elefante, alla sua prima stagione nel campionato più importante del Continente, ha rischiato di portarsi subito a casa il bottino più ambito. A negarglielo è stato il suo unico difetto: l’irruenza.

Se nei momenti in cui bisognerebbe mantenere la calma, il figlio dell’ex pilota WTCR l’avesse mantenuta, ora probabilmente vedremo un altro nome sull’albo d’oro. A nulla serve la costanza da lui tanto protetta, se poi si gettano via punti pesanti per falli da cartellino rosso (vedi Portimão e Spielberg). A suo discapito c’è la giovane età: con soli 18 anni la strada è ancora lunghissima e arrivare a giocarsi da subito in un europeo da livello mondiale, non è da tutti.

La velocità c’è, la determinazione pure, la continuità è presente. Manca solo un po’ di freddezza del calcolatore per mettere insieme un pilota che potrebbe diventare temibile al punto giusto.

MARCO BUTTI – Mettendo insieme l’esperienza accumulata l’anno scorso nel TCR World Tour, il comasco quest’anno è stato sin da subito uno dei candidati di punta per la conquista del titolo. Tra lui e la coppa più importante ha però deciso di infilarsi la sfortuna.

Colpito a Portimão, rottura meccanica nelle libere di Spa e foratura negli ultimi chilometri di Gara 2 sempre in Belgio, foratura a Misano mentre era in zona podio e weekend più nero della sua vettura a Barcellona. Giunto da leader del campionato all’ultimo round, ha perso senza nemmeno poter lottare. Forse gli si può recriminare solo il secondo posto gettato a Hockenheim sotto il diluvio, quando a tre curve dalla fine ha perso la vettura finendo tredicesimo.

Di certo, se dovesse rimanere ancora nel TCR Europe, nel 2026 sarà l’avversario da battere, perché in termini di velocità pura è stato sempre al vertice insieme ai fratelli Clairet.

CHI HA SORPRESO?

JUNESUNG PARK – Zitto zitto, a suon di Top10, con un podio a Spa e la vittoria nell’ultima gara a Barcellona, il sudcoreano ha conquistato la sesta posizione in classifica piloti al primo anno nel TCR Europe. Non è mai stato in lotta per il titolo, ma sicuramente è stato tra i piloti che si sono contraddistinti maggiormente alle spalle dei principati indiziati.

Ottimo l’esordio internazionale, coadiuvato anche dal grandioso primo anno di Indigo Racing, che ha messo in campo tutta l’esperienza di una squadra che (ricordiamo) ha vinto il titolo nel TCR Korea nel 2018 e comunque arrivava da una serie difficile come il TCR Italy. Fondata una buona base, il prossimo anno potrebbe essere quello della svolta per tutta la compagine asiatica.

FILIPPO BARBERI – Come anticipato la settimana scorsa nell’analisi del TCR Italy, il 20enne veneziano ha dimostrato la sua qualità nei primi eventi del TCR Europe in cui, pur mancando l’accesso al Q2, dalla seconda metà del gruppo è sempre riuscito a portarsi in Top10 contro una delle griglie più forti attualmente presenti nel panorama del TCR.

Come per tutti gli Audi, il cambio del BoP lo ha frenato pesantemente non permettendogli più di mettere in risalto la sua velocità. Ad un livello più alto di difficoltà comunque sembra essersi trovato più a suo agio, nonostante fosse all’esordio. Vedremo nel 2026 se riuscirà a fare quel piccolo step in più che – come in Italia – deve essere principalmente concentrato sulla costanza dei risultati, per dare ancora più risalto alla sua potenzialità.

TCR EUROPE – Chi si sarebbe mai aspettato che dalla decina di auto full time della passata stagione si sarebbe arrivati dopo dodici mesi ad avere una griglia quasi triplicata? La risposta è nessuno.

L’ottimo lavoro svolto nel corso del 2025 dal nuovo promoter Rubén Fernández e da tutta la sua squadra ha riportato il TCR Europe ai fasti di un tempo, ritornando a essere un campionato appetibile da tante squadre e piloti, in arrivo dal Vecchio Continente ma anche da zone più remote del mondo. Una crescita con i fiocchi che ha regalato una stagione combattuta, entusiasmante e soprattutto capace di creare quell’interesse che ti porta ad aspettare con trepidazione la tappa successiva.

Speriamo che questo ciclo possa essere non solo di lunga vita nel campionato europeo, ma che possa essere preso come spunto anche da tanti altri campionati in giro per il mondo – che allo stato attuale stanno faticando ad essere in primis attrattivi -, ritrovandosi con griglie scheletriche e con i partecipanti non soddisfatti (primo motivo della decadenza di un campionato).

ALTRE MENZIONI

RUBEN VOLT e ALM MOTORSPORT – Insieme al suo team storico, ALM Motorsport, il gruppo estone ha decisamente deluso le aspettative se pensiamo che il pilota 19enne arrivava dall’aver perso a pari punti il titolo italiano nel 2024 e la squadra di Martin Laur era la campionessa in carica sia nel nostro paese che in contesto regionale.

Tanti troppi momenti d’ombra per l’accoppiata Volt-ALM, che quanto meno a Valencia con il World Tour (da incorniciare il suo weekend coadiuvato dal podio) e a Barcellona è riuscita a dimostrare che non si sono dimenticati come si vince e anche di forza.

Sia chi mette il casco in testa che chi lavora al box hanno ancora la stessa fame di stare davanti, semplicemente il 2025 è stata una stagione incostante, ma la certezza è che nel 2026 ci si aspetta il ritorno al vertice per evitare che questa coppia affiatata possa diventare una nobile decaduta nel tempo.

MAX HART – Dall’Asia con furore verrebbe da dire. Il pilota irlandese, giunto dall’Estremo Oriente dove si era conteso il titolo regionale, ha da subito trovato la sua dimensione anche in un campionato di pari importanza (essendo Asia e Europe entrambi continentali) ma dalla difficoltà nettamente superiore. La prima grande sfida della sua carriera è stata promossa a pieni voti.

Con la sua Hyundai verde-oro ha forse avuto qualche colpo a vuoto, ma la crescita weekend dopo weekend è stata senza dubbio eccellente. Che ci fosse il talento era indubbio; basti guardare cosa aveva fatto nel TCR UK e nel TCR China. L’uscita a Macao nel TCR World Tour ha dato un’altra buona motivazione per potersi aspettare Hart come uno dei piloti di punta per il 2026.

NICOLA BALDAN – Tra i protagonisti senza gloria di questo 2025. Dopo aver conquistato il primo successo europeo a Zolder lo scorso anno, questa volta il padovano non è riuscito nemmeno a salire sul podio. Ci sarebbe stata un’occasione a Hockenheim, dopo la prima fila, ma una serie di fattori hanno lasciato il campione italiano del 2017 a secco di Top3.

Il passo c’è stato, ma il grande problema – come anche da lui sottolineato – è stata la qualifica. Purtroppo con una griglia così competitiva rimanere esclusi dal Q2 o non riuscire a sfruttare la griglia invertita è un grosso svantaggio, che di conseguenza ha portato a non capitalizzare il potenziale alle spalle.

Unico weekend splendente, quello del Red Bull Ring, che però ha poi gravato pesantemente sul finale di stagione che tra BoP della discordia, 30 kg di zavorra e soliti problemi cronici della sua Audi sin da aprile hanno obbligato il veneto a dover fare le acrobazie per portare a casa comunque risultati di rispetto (prima delle penalità).

VIKTOR ANDERSSON – Il “brutto anatroccolo” della griglia per via della sua Lynk & Co (ancora unica in Europa, ndr) che inizia a far sentire la sua anzianità e rende difficile la vita del giovane svedese, il quale continua a mostrare la sua forza anche se la 03 non vorrebbe.

La sua vettura arancione gli ha creato non pochi grattacapi nei circuiti con i lunghi rettilinei, tanto da renderlo sempre il più lento in termini di velocità di punta; il 22enne però ha saputo mettere in ogni caso una pezza con la sua guida, rifacendosi nei tratti guidati. Incredibile il podio a Spa – una pista proprio anti Lynk & Co – e il weekend di Misano, dove però non è riuscito a capitalizzare al massimo il risultato.

A dare ancora più lustro al suo 2025 la tripletta di gare nel TCR World Tour, che lo hanno portato in giro per l’Europa per cinque settimane consecutive, ricordando che lui partecipa con un team composto esclusivamente dalla sua famiglia. Anche in quel caso qualche problemino gli ha negato risultati di maggior rispetto, ma il talento di questo ragazzo c’è: serve una vettura più cattiva sui tempi per farlo sbocciare.

NICOLAS TAYLOR – Il due volte campione del TCR Italy ha deciso quest’anno di fare subito il salto in avanti alla seconda stagione con le vetture turismo. Aumentata la difficoltà, aumentate le sfide, ma le risposte non sono mancate. Certo, non ci si aspettava dal canadese che potesse vincere subito il titolo europeo, ma ha saputo dimostrare che comunque le sue capacità potevano essere applicate anche fuori dai confini italiani.

Il grande problema del suo 2025 è stata la qualifica, che lo ha penalizzato e non poco nelle gare, essendo sempre chiamato alla rimonta dal fondo. Se non ci fosse stato questo gradino da oltrepassare, il suo risultato finale sarebbe stato nettamente migliore, anche perché se parti nelle retrovie, ma arrivi sempre in Top10, con un quarto posto all’esordio, vuol dire che la velocità nel piede è assoluta.

La dimostrazione di queste parole arriva con il weekend del Red Bull Ring, che gli ha anche regalato il suo primo podio internazionale. Tra tutti i piloti Audi, lui con i Clairet è forse quello che meno ha sofferto il cambio del BoP, altro punto di forza a suo favore.

RIMANDATI AL 2026

SANTIAGO CONCEPCIÓN JR – Finisce in questo blocco il giovane spagnolo che a suo dire non è stato soddisfatto del 2025 che per lui non ha riservato troppi punti positivi, mettendo in ombra il potenziale che è rimasto da svelare. Se sul giro secco è riuscito a comportarsi bene, i tanti problemi in gara gli hanno negato di concretizzare i risultati che avrebbe meritato di conquistare.

Resta su di lui un punto interrogativo che speriamo possa essere risolto il prossimo anno, così da vedere veramente le sue qualità e confermare la scoperta di un altro talento sulla griglia europea.

JUNUI PARK – A differenza del suo compagno di squadra ha faticato molto di più, non riuscendo a trovare quei picchi che invece Junesung ha portato in cascina. Per il giovane Park bisogna ancora aspettare per capire quale è il suo posto definitivo sulla griglia del TCR Europe, dato che rimanendo costantemente a centro gruppo non è riuscito mai a dimostrarsi completamente.

JACOPO CIMENES – Tra i migliori qualificatori di questa stagione, il pugliese europeo è totalmente un altro pilota rispetto al pugliese italiano. L’unica grave pecca che accomuna questi due volti è il solito stacco frizione allo spegnimento dei semafori.

Se nel campionato nazionale non ha mai subito conseguenze, in quello regionale gli è costato il secondo grande botto dell’anno a Barcellona, dopo quello rimediato a Spielberg nel contatto al primo giro con Brickley. Su tre eventi disputati, ne ha portato a termine solo uno, in cui ha figurato benissimo. Resta da capire se non sia stato solo un fuoco di paglia; il giro secco dice di no, ma il passo gara potrà confermare? Attendiamo il 2026.

Immagini: TCR Europe

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